Fegato: manteniamo la nostra centrale di depurazione - A.I.D.O.

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Dal suo buon funzionamento dipende molta della nostra salute. Scopriamo i fattori che mettono a rischio il suo buon funzionamento e quelli che invece l’aiutano

di Vita e Salute

È una ghiandola, ma anche un organo, e un fantastico laboratorio chimico da cui dipende il benessere dell’intero organismo. Nonostante ciò, spesso lo trascuriamo. Ci sono in realtà tante ragioni per curarlo come si deve. Per questo è necessario conoscerlo meglio e (ri)scoprirlo. A partire dall’anatomia.
Il fegato è situato a destra, nella parte alta dell’addome. È suddiviso in 4 lobi e costituito da cellule (gli epatociti) fittamente irrorate di sangue. È infatti un organo molto vascolarizzato, grazie all’arteria epatica e alla vena porta. Attraverso di esso passano anche le vie biliari, percorse dalla bile per raggiungere il duodeno e favorire le funzioni digestive.

La digestione

Liquido giallastro indispensabile per la digestione, soprattutto dei grassi, la bile è sintetizzata dal fegato (capace di sintetizzare anche altre sostanze e perciò definito anche ghiandola) a partire dal colesterolo, che è visto in genere come un nemico ma è invece fondamentale se non in eccesso. Il fegato lo usa anche per sintetizzare i sali biliari che, insieme a lecitina e altre sostanze, va a comporre la bile. Questa viene depositata nella vicina cistifellea e utilizzata al momento del pasto. È fondamentale per digerire e assorbire i grassi.
Il fegato si occupa anche di estrarre dal sangue le sostanze nutritive e inviarle agli organi, di favorire l’assorbimento di vitamine, proteine, carboidrati e lipidi.
Metabolismo di carboidrati e lipidi. Il fegato stocca glicogeno, che sintetizza a partire dal glucosio introdotto con il cibo. Quando serve energia, lo trasforma in glucosio da immettere nel sangue; se necessario è anche in grado di produrre da sé glucosio a partire soprattutto dagli acidi grassi. Non ultimo, contribuisce alla regolazione della glicemia. È responsabile della sintesi dei trigliceridi, fondamentale fonte di energia per la vita cellulare e del colesterolo che è fondamentale alla vita se non in eccesso.
Sintesi delle proteine del sangue. Il fegato rielabora gli amminoacidi assunti con la dieta per produrre le proteine del plasma, come albumina, emoglobina (che trasporta l’ossigeno agli organi), fattori di coagulazione (il fibrinogeno e la trombina), e altre necessarie per il trasporto di ormoni nel circolo sanguigno.
Depurazione e immunità. Le sostanze più o meno tossiche non riconosciute come utili o come nutrienti, di provenienza interna (come l’ammoniaca, sottoprodotto della digestione che trasforma in urea) o esterna (farmaci, alcol, additivi alimentari, in generale sostanze riconosciute come tossiche ) vengono metabolizzate del fegato, rielaborate opportunamente ed espulse tramite le feci se liposolubili, e le urine se idrosolubili. L’organo si occupa anche di smaltire i globuli rossi o meglio l’emoglobina che contengono.

Quando non funziona

Come intuibile, il malfunzionamento epatico ha moltissime conseguenze, che diventano con il tempo gravi. Si possono manifestare per esempio alito cattivo, cute opaca, cattiva digestione, difficoltà di coagulazione, ridotto assorbimento di nutrienti, accumulo di sostanze tossiche, deficit di ossigeno negli organi, sonnolenza per eccesso di ammoniaca nel sangue, ecc. Varie malattie possono colpire il fegato, manifestandosi chiaramente soltanto quando sono critiche. Per molte non esistono cure, e nei casi estremi c’è il trapianto.

Le principali patologie

Cirrosi epatica. È una condizione che può derivare da qualsiasi malattia epatica, anche se una delle principali cause è l’alcol. La cirrosi comporta la morte delle cellule e la progressiva sclerotizzazione dell’organo. È una patologia cronico-degenerativa incurabile, ma prevenibile con uno stile di vita corretto.
Epatiti. Secondo il Libro bianco della gastroenterologia 2014, ogni anno in Italia ci sono 21mila decessi per l’epatite virale. Le epatiti sono di vario tipo; acute o croniche – queste ultime con danni progressivi – e sono classificate in A, B e C. La prima è causata da cibo o acqua infetti; colpisce più spesso i bambini, nei quali può restare asintomatica e passare inosservata; di fatto può guarire spontaneamente e in genere non lascia danni. La seconda si trasmette con il sangue e i rapporti sessuali; può cronicizzarsi se il sistema immunitario è debole, ma è prevenibile con il vaccino. La terza si trasmette con il sangue infetto di trasfusioni, con lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, con tatuaggi e piercing irrispettosi dell’igiene. Tende a cronicizzarsi.
Steatosi epatica o fegato grasso. Consistente in un elevato accumulo di grasso nel fegato, è una malattia piuttosto diffusa, soprattutto tra obesi e diabetici, ma può insorgere anche in persone magre e perfino in bambini e adolescenti. Secondo gli studi è causata da un eccesso di acido urico e di trigliceridi, e da scarsi livelli di colesterolo buono; insomma, a monte ci sono le diete ipercaloriche ricche di grassi e zuccheri, fruttosio in particolare, che tende ad accumularsi nel fegato, dove viene in parte trasformato in glicogeno e in minor misura in lipidi, che qui si accumulano, finendo poi anche nel sangue. All’origine della malattia ci può anche essere l’abuso di alcol.
Tumore. Alcune forme sono benigne; altre maligne, come il carcinoma epatocellulare, tra i più diffusi in ambito epatico, talvolta causato da cirrosi, epatiti B e C o aflatossine (spore tossiche di muffe che nascono su granaglie conservate male). Ci sono pure forme secondarie, le metastasi.

Il nemico numero uno: la dieta

All’origine delle problematiche epatiche ci sono fattori di rischio modificabili, come sedentarietà, alcol e droghe, fumo, stress cronico ed eccessiva alimentazione. I soliti noti, insieme alla dieta ipercalorica. Soprattutto, si devono limitare:

  • grassi, in particolare saturi, ma anche vegetali e raffinati, presenti in prodotti da forno industriali; fritti: gli oli surriscaldati originano sostanze tossiche per il fegato;
  • cibi ad alto indice glicemico, che logorano il pancreas, costretto a rilasciare spesso insulina (l’anticamera del diabete) ma anche il fegato, che deve prelevare il glucosio ematico in eccesso e trasformarlo in glicogeno da mettere nelle sue riserve. Ma quando queste sono piene, viene immagazzinato sotto forma di grasso;
  • conservanti e additivi.

In sostanza, bisogna ridurre notevolmente i cibi animali e i prodotti industriali lavorati, contenenti additivi, cereali raffinati, zuccheri a rapido assorbimento, “grassi cattivi”. Insomma, non è buona abitudine mangiare caramelle e dolciumi, bere bibite gassate o alcolici, indulgere in snack salati e ricchi di grassi, tipici per esempio degli aperitivi. E il caffè? Un uso moderato, afferma l’Istituto superiore della sanità, non ha controindicazioni ed è addirittura protettivo per il fegato.

Altri avversari

La sedentarietà fa male anche al fegato. Facilita infatti il sovrappeso, che a sua volta può innescare le malattie epatiche. Al contrario, fare sport può addirittura prevenire queste malattie e la loro mortalità. Lo sport aiuta pure a contrastare lo stress che, se cronico e mal gestito, influisce negativamente sul fegato. È bene però sapere che in caso di malattia epatica conclamata ci sono talvolta divieti o precauzioni da conoscere.
Tra gli altri fattori di rischio spicca il fumo di sigaretta.
Un nemico spesso sottovalutato sono i farmaci: anche medicinali di uso comune, come la tachipirina, possono risultare epatotossici se in eccesso. Infatti il compito di metabolizzarli spetta al fegato, grazie a un gruppo di enzimi che si occupa anche del metabolismo dell’alcol. Perciò questo non va mai assunto con le medicine! Se no il fegato si sovraccarica e, non riuscendo a gestire l’eccesso, ne resta intossicato.
Tra i fattori esterni ci sono i pesticidi, di cui diverse ricerche hanno evidenziato la cancerogenicità per il fegato.

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