Intelligenza artificiale e sanità, ecco cosa cambia con il DDL IA - I-Com, Istituto per la Competitività

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Una delle sfide più importanti che il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve affrontare in termini di digitalizzazione riguarda l’adozione di strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale (IA). In questo contesto, l’AGENAS sta sviluppando una piattaforma che utilizza strumenti di IA per assistere i professionisti sanitari nell’attività di diagnosi e cura nell’assistenza primaria e per facilitare l’accesso ai servizi di assistenza primaria delle Case della Comunità da parte degli utenti.

Per realizzare questo progetto è stato lanciato un avviso di dialogo competitivo il 21 ottobre 2022 con l’obiettivo di selezionare l’operatore adatto a procedere alla progettazione, sviluppo, installazione, sperimentazione, diffusione e gestione di una piattaforma informatica che fornisca servizi digitali. Inoltre, il 12 dicembre 2023 è stata avviata la fase finale della procedura per l’assegnazione del contratto. Tuttavia, l’Agenas ha comunicato la sospensione temporanea e precauzionale della procedura di dialogo per la realizzazione della Piattaforma di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza sanitaria primaria. Tale decisione è stata presa in seguito alla richiesta di ulteriori informazioni comunicata dal Garante per la protezione dei dati personali lo scorso 12 gennaio.

I destinatari dell’utilizzo dell’IA a supporto delle cure primarie saranno sia i professionisti sanitari (medici nell’unico ruolo di assistenza primaria e infermieri di famiglia o comunità) sia i pazienti. Infatti, attraverso l’IA sarà possibile identificare automaticamente situazioni da monitorare e i professionisti sanitari potranno ricevere suggerimenti clinici e supporto nell’attività diagnostica e di cura. Sarà inoltre possibile personalizzare i percorsi di cura sulla base della stratificazione della popolazione assistita e generare allarmi. Con l’IA, sarà previsto anche il monitoraggio dei pazienti attraverso un cruscotto di indicatori, consultabile anche dal paziente. Infine, i pazienti potranno ricevere “promemoria” per facilitare l’aderenza terapeutica, o anche informazioni/comunicazioni da parte del SSN. Entro il 2025 è prevista l’implementazione del Progetto Pilota e dal 2026 l’estensione progressiva del progetto su tutto il territorio nazionale.

Secondo l’OCSE, l’uso di questo nuovo strumento potrebbe rivelarsi fondamentale nell’affrontare alcune delle sfide principali del settore sanitario, come la carenza di personale sanitario, le potenziali minacce future per la salute pubblica, l’invecchiamento della popolazione e la crescente complessità della gestione della salute dovuta alle molteplici patologie croniche. Inoltre, Il 36% delle attività nell’ambito dell’assistenza sanitaria e sociale potrebbe essere automatizzato grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Questi aumenti di produttività potrebbero contribuire a ridurre il deficit previsto di 3,5 milioni di professionisti sanitari necessari entro il 2030 in tutta l’area OCSE.

Nel 2023 si stima che in Europa circa 163.000 persone possano aver perso la vita a causa di errori medici, con il 30% dei quali attribuibili a problemi di comunicazione. L’intelligenza artificiale (IA) può giocare un ruolo cruciale nel migliorare anche questo aspetto, garantendo l’emersione delle informazioni corrette, dirette alle persone appropriate, al momento opportuno e nel contesto adeguato. Tale approccio può contribuire a prevenire errori, salvare vite umane e migliorare globalmente gli esiti sanitari.

Tuttavia, l’adozione crescente di queste nuove tecnologie non è priva di rischi. Tra questi il pericolo di accentuare le disuguaglianze digitali e sanitarie, l’aumento delle preoccupazioni legate alla privacy e una potenziale diffidenza da parte delle persone. Le soluzioni di intelligenza artificiale nel campo della salute devono essere quindi progettate con l’obiettivo di garantire un accesso diffuso e equo, ed è fondamentale che i dati impiegati nell’IA siano rappresentativi della diversità della popolazione e che le soluzioni risultino trasparenti nel loro funzionamento.

A queste problematiche corre in soccorso il nuovo Ddl IA approvato dal Consiglio dei Ministri che come finalità e ambito di applicazione reca “principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e modelli di intelligenza artificiale. Promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità. Garantisce la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali dell’intelligenza artificiale”.

ARTICOLO 4
Il primo articolo interessante è il 4, che tratta i principi in materia di informazione e di riservatezza dei dati personali, tema fondamentale vista la recente approvazione dell’EHDS e il continuo sviluppo del nostro FSE.

L’introduzione dei sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito dell’informazione deve avvenire nel rispetto dei principi fondamentali della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione, nonché della libertà di espressione. Inoltre, si garantisce che l’utilizzo di tali sistemi rispetti la legalità, la correttezza e la trasparenza nel trattamento dei dati personali, in conformità con le normative dell’Unione europea sulla protezione dei dati e della privacy.
Le informazioni relative al trattamento dei dati personali attraverso l’uso di intelligenza artificiale vengono fornite in modo chiaro e semplice, consentendo agli utenti di comprendere appieno e di opporsi a eventuali trattamenti non corretti dei propri dati.

Per quanto riguarda l’accesso dei minori agli strumenti di intelligenza artificiale, i genitori o chi esercita la responsabilità genitoriale devono dare il proprio consenso per i minori sotto i quattordici anni. Per i minori di diciotto anni, ma di almeno quattordici, è richiesto il loro consenso, purché le informazioni sul trattamento dei dati personali siano facilmente accessibili e comprensibili. È interessante notare come la disciplina dell’accesso ai sistemi di intelligenza artificiale da parte dei minori rifletta in realtà quella relativa all’accesso ai social network.

ARTICOLO 7
L’articolo 7 si occupa invece dell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario e di disabilità.

L’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nel contesto sanitario rappresenta un importante contributo al miglioramento del sistema, facilitando la prevenzione e la cura delle malattie, nel pieno rispetto dei diritti e degli interessi della persona, compresa la tutela dei dati personali. Quest’introduzione, tuttavia, deve garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie senza discriminazioni di sorta. È essenziale che gli interessati siano pienamente informati sull’utilizzo di queste tecnologie e sui benefici che ne derivano in termini diagnostici e terapeutici, nonché sulla logica decisionale adottata.

La legge promuove, inoltre, lo sviluppo e la diffusione di sistemi di intelligenza artificiale volti a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, favorire l’accessibilità e l’inclusione sociale, mantenendo sempre al centro l’autonomia e la sicurezza delle stesse.
Nel campo della sanità, i sistemi di intelligenza artificiale fungono da supporto nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica, pur rispettando il ruolo fondamentale della professione medica nella decisione finale.

È imperativo che tali sistemi e i dati associati siano affidabili, soggetti a costante verifica e aggiornamento per ridurre al minimo il rischio di errori e garantire un’assistenza sanitaria di qualità.

ARTICOLO 8
Questo articolo introduce una novità significativa nel campo della ricerca scientifica. Afferma che i dati utilizzati per la ricerca e lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale sono considerati di rilevante interesse pubblico ai sensi dell’articolo 9, lettera g) del GDPR.

Tuttavia, questa disposizione si applica solo se il trattamento dei dati è condotto da enti pubblici o privati senza fini di lucro, escludendo quindi le aziende a scopo di lucro.

Al fine di garantire la trasparenza e il rispetto della privacy dell’interessato, è previsto che l’obbligo di informativa possa essere adempiuto anche mediante la pubblicazione di un’informativa generale sul sito web del titolare del trattamento. Inoltre, qualora sia inizialmente richiesto dalla legge, non è necessario ottenere ulteriore consenso dall’interessato.

Le linee guida attuali, purtroppo, lasciano scoperte importanti aree di ricerca scientifica. Infatti queste ricerche dipendono spesso dai finanziamenti forniti da istituti privati o società farmaceutiche che agiscono da sponsor, fondi che spesso il pubblico non riesce a reperire.

È inoltre consentito l’uso secondario di dati personali, privi di elementi identificativi diretti, appartenenti alle categorie indicate all’articolo 9 del regolamento UE n. 679/2016, da parte dei soggetti interessati. Il Garante ha un periodo di 30 giorni per bloccare il trattamento dei dati; in assenza di un’intervento del Garante entro questo termine, il trattamento può proseguire per silenzio assenso.

ARTICOLO 9
In questo contesto, l’articolo 9 sembra delineare le linee guida per l’integrazione delle soluzioni di intelligenza artificiale sulla piattaforma finanziata dal PNRR, riaprendo dunque la strada per AGENAS e definendo quali professionisti avranno accesso ai servizi offerti dalla stessa.

La piattaforma fornirà una serie di servizi di supporto:
a) ai professionisti sanitari per gestire la presa in carico della popolazione assistita;
b) ai medici durante la pratica clinica quotidiana, offrendo suggerimenti non vincolanti;
c) agli utenti, facilitando l’accesso ai servizi sanitari delle Case di Comunità.

Il compito di redigere un provvedimento che rispetti tali requisiti è affidato ad Agenas, in qualità di titolare dei dati.

I SEI PRINCIPI DELL’OMS PER L’IA

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emesso da poco un documento intitolato “Ethics and governance of artificial intelligence for health” per regolare l’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, ponendo l’etica e i diritti delle persone al centro della sua progettazione, distribuzione e modalità d’uso.

I sei principi individuati dall’OMS mirano a massimizzare le opportunità legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale e a favorire un approccio più moderno alla salute:

  1. Promozione di un’IA reattiva e sostenibile: Progettisti, sviluppatori e utenti devono monitorare continuamente le applicazioni di IA per valutare se rispondono adeguatamente alle aspettative e ai requisiti, riducendo al minimo le conseguenze ambientali e migliorando l’efficienza energetica.
  2. Garanzia di trasparenza, spiegabilità e intelligibilità: Prima della progettazione o implementazione di una tecnologia di intelligenza artificiale, devono essere diffuse informazioni trasparenti, facilmente accessibili al pubblico, per consentire un dibattito sulla progettazione e sull’utilizzo della tecnologia.
  3. Protezione dell’autonomia umana: Resta essenziale mantenere il controllo umano sui sistemi e sulle decisioni mediche in ambito sanitario. È necessario garantire la privacy e il trattamento adeguato dei dati personali dei pazienti, richiedendo un consenso esplicito in conformità con la legge.
  4. Garanzia di inclusività ed equità: L’intelligenza artificiale per la salute deve essere progettata per favorire un uso e un accesso equo, indipendentemente da caratteristiche come età, sesso, genere, reddito, razza, etnia, orientamento sessuale, abilità o altre caratteristiche tutelate dai diritti umani.
  5. Promozione del benessere, della sicurezza e dell’interesse pubblico: I progettisti delle tecnologie di intelligenza artificiale devono soddisfare requisiti normativi di sicurezza, accuratezza ed efficacia per tutti i casi d’uso, implementando misure di controllo della qualità.
  6. Promozione della responsabilità: È responsabilità delle parti interessate assicurare che le tecnologie siano utilizzate correttamente e da personale adeguatamente formato, fornendo meccanismi di ricorso per coloro che potrebbero essere influenzati negativamente dalle decisioni basate su algoritmi.

Principi etici di consenso dell’OMS per l’uso dell’IA per la salute

FONTE: OMS

In conclusione, l’implementazione di strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale (IA) nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta una svolta significativa per affrontare le sfide attuali e future del settore sanitario. L’impegno di AGENAS nello sviluppo di una piattaforma IA per l’assistenza primaria promette di migliorare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi sanitari, sia per i professionisti che per i pazienti. Tuttavia, la sospensione temporanea della procedura di dialogo sottolinea l’importanza di affrontare le questioni relative alla protezione dei dati personali e alla trasparenza nell’utilizzo dell’IA nel contesto sanitario. È cruciale garantire che l’adozione di queste tecnologie avvenga nel rispetto dei diritti individuali e dell’equità nell’accesso ai servizi. Le potenzialità dell’IA nel migliorare la diagnosi, la cura e la gestione delle malattie sono evidenti, ma occorre affrontare con determinazione i rischi connessi, come le disuguaglianze digitali e sanitarie, le preoccupazioni sulla privacy e la diffidenza delle persone. Il nuovo Ddl IA approvato dal Consiglio dei Ministri costituisce dunque un passo importante nella definizione di principi etici e normativi per l’utilizzo responsabile dell’IA nel settore sanitario.

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Gabriele LICHERI