L'UE perde l'opportunità di fare pressione per la sicurezza dei rifugiati in Libano | INTERSOS

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DRC, INTERSOS, IRC e NRC esortano l’Unione Europea a dare priorità alla sicurezza e ai diritti dei rifugiati in Libano

Beirut, 2 maggio 2024 – La visita odierna della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in Libano, insieme al Presidente cipriota Nikos Christodoulides, non ha dato priorità alla sicurezza e ai diritti dei rifugiati in Libano, continuando invece a concentrarsi sulla gestione dei confini europei e sulle discussioni sul ritorno dei rifugiati in Siria.

Se da un lato bisogna accogliere positivamente il fatto che  l’Unione europea abbia continuato a sostenere finanziariamente sia le comunità libanesi che quelle dei rifugiati, anche per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la protezione sociale, dall’altro questa visita era anche un’opportunità per concentrare il proprio sostegno finanziario sulla garanzia della sicurezza dei rifugiati siriani, chiedendo un accesso equo ai servizi e all’assistenza e una riduzione dei dibattiti politici discriminatori. Con scarsi progressi verso una soluzione politica della crisi siriana e con la maggior parte dei rifugiati che dichiara di non voler tornare in Siria nel breve periodo, la sicurezza e un approccio basato sui diritti avrebbero dovuto essere al centro delle osservazioni del Presidente – affermano il Consiglio danese per i rifugiati (DRC), INTERSOS, il Comitato internazionale di soccorso (IRC) e il Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC).

Mentre le condizioni dei libanesi e dei rifugiati peggiorano e molti sono costretti a intraprendere viaggi pericolosi verso l’Europa, la Presidente della Commissione ha scelto di dare priorità alla sicurezza e al controllo delle frontiere a discapito di un approccio basato sui diritti.

Ciò ha implicato la promozione di ulteriori discussioni sul ritorno in Siria, un paese che rimane insicuro su larga scala e sui ritorni organizzati, mentre non si è parlato di inclusione e di possibili soluzioni politiche. Qualsiasi discussione sul rientro dei rifugiati deve basarsi su rimpatri volontari, sicuri e dignitosi, fondati su una comprensione informata e su un processo decisionale consapevole.

La visita di alto livello della Presidente della Commissione europea va inquadrata nel contesto dell’intensificazione della cooperazione extraterritoriale dell’UE in materia di migrazione con i Paesi terzi a partire dal 2015 – un approccio politico ribadito anche con il nuovo Patto UE sull’asilo e la migrazione, che mira a rafforzare la dimensione esterna dell’UE in materia di migrazione, spostando la responsabilità verso paesi che spesso già ospitano un gran numero di rifugiati e richiedenti asilo, senza tuttavia concentrarsi sulla protezione delle persone colpite da sfollamento.

L’obbligo degli Stati membri dell’UE di garantire effettivamente il diritto d’asilo, recentemente sospeso da Cipro in seguito alla decisione di interrompere le procedure d’asilo per i siriani, è stato barattato con la securizzazione dei confini dell’UE. Ciò viola la Carta europea dei diritti fondamentali e legittima di fatto le pratiche di respingimento in corso. L’UE dovrebbe concentrare gli sforzi per garantire percorsi sicuri e regolari che consentano alle persone di trovare protezione in Europa, anche attraverso un maggiore impiego di programmi di reinsediamento o di modelli di mobilità lavorativa e di studio.

Sebbene non sia in dubbio fornire un sostegno al Libano – che ospita il più alto numero di rifugiati pro capite – l’assistenza deve essere fornita in modo da rispettare i diritti umani e i principi umanitari e non concentrarsi sulla limitazione della mobilità. L’UE deve assicurarsi di monitorare il proprio sostegno finanziario al Libano, garantendo che sia fornito in linea con gli standard di protezione e con un approccio basato sui diritti. In ultima analisi, è necessaria una soluzione politica alla crisi siriana, ma fino ad allora i governi donatori devono continuare a sostenere chi ne ha bisogno, comprese le comunità di accoglienza. Allo stesso tempo, chi è in cerca di sicurezza deve poter chiedere protezione e i rifugiati devono vivere in sicurezza e dignità.

DRC, INTERSOS, IRC e NRC, pur riconoscendo e accogliendo con favore il rinnovato sostegno finanziario dell’UE e gli impegni annunciati, esortano l’Unione Europea a rimanere ferma sul principio di non respingimento e ad astenersi dal sostenere rimpatri involontari e non sicuri. L’UE dovrebbe utilizzare i suoi finanziamenti per sostenere il diritto umanitario internazionale e garantire ai rifugiati siriani in Libano i loro diritti.

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Susanna Barnaba