Comunicato della riunione dei Ministri degli Esteri (Capri, 19 aprile 2024) Sostegno costante all’Ucraina

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(Traduzione di cortesia)

Comunicato della riunione dei Ministri degli Esteri

(Capri, 19 aprile 2024)

FINALE

19 aprile

SOSTEGNO COSTANTE ALL’UCRAINA

Noi, i Ministri degli Esteri del G7 di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, condanniamo fermamente l’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina. Riaffermiamo la nostra risoluta determinazione a sostenere l’Ucraina democratica nella difesa della propria libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale, all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Rendiamo omaggio al coraggio e alla resistenza del popolo ucraino, che lotta per la propria libertà e per un futuro democratico.

Dieci anni dopo l’occupazione illegale della Crimea da parte della Russia e dall’instaurazione di regimi per procura non riconosciuti in alcune parti del Donbass e nel terzo anno dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, chiediamo che la Federazione Russa ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze e attrezzature militari dal territorio riconosciuto internazionalmente dell’Ucraina. La Russia può porre fine a questa guerra oggi.

Chiediamo a tutti i Paesi di sostenere il diritto internazionale e di non legittimare o tollerare in alcun modo i tentativi della Russia di acquisire territori con la forza, in violazione dei principi fondamentali dello Statuto delle Nazioni Unite. Non riconosceremo mai la legittimità dei cosiddetti “referendum” o “elezioni”, passati o futuri, tenuti dalla Russia nei territori ucraini temporaneamente occupati, né i loro risultati. Lo svolgimento illegale di elezioni presidenziali russe nei territori sovrani dell’Ucraina ha rappresentato un’oltraggiosa violazione del diritto internazionale.

Continueremo a sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina e a ribadire il nostro impegno per la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina. Sulla base della Dichiarazione congiunta di sostegno all’Ucraina che abbiamo approvato a Vilnius nel luglio 2023, siamo pienamente impegnati nella finalizzazione e nell’attuazione di accordi di sicurezza specifici, bilaterali e a lungo termine con l’Ucraina, che diversi Paesi del G7 e altri partner hanno già firmato. Stiamo intensificando la nostra assistenza all’Ucraina in materia di difesa e sicurezza e stiamo aumentando le nostre capacità di produzione e approvvigionamento per assistere il Paese. Sosteniamo inoltre gli sforzi per assistere l’Ucraina nella costruzione di una futura forza capace di autodifesa e di deterrenza contro ogni aggressione.

Esprimiamo la nostra determinazione, in particolare, a rafforzare le capacità di difesa aerea dell’Ucraina per salvaguardare vite umane e proteggere le infrastrutture critiche. Lavoreremo anche con i nostri partner a tale scopo. In tale contesto, apprezziamo l’Iniziativa di Azione Immediata per la Difesa Aerea (IAAD) proposta dalla Germania.

Insieme ai partner internazionali, siamo determinati a continuare a fornire sostegno militare, finanziario, politico, umanitario, economico e di sviluppo all’Ucraina e al suo popolo. Accogliamo con favore l’adozione da parte dell’UE del fondo per l’Ucraina di 50 miliardi di euro e del “Fondo di assistenza all’Ucraina” di 5 miliardi di euro. Accogliamo con favore anche l’ulteriore sostegno approvato dai Paesi del G7 e la rapida erogazione del sostegno al bilancio nel primo trimestre del 2024 da parte di Canada e Giappone. Sollecitiamo la rapida approvazione di ulteriori aiuti da parte di altri partner internazionali.

Continueremo ad aiutare l’Ucraina a riparare e ripristinare le sue infrastrutture energetiche e ambientali critiche e ribadiamo il nostro forte sostegno alla sicurezza energetica dell’Ucraina, anche attraverso il Gruppo di coordinamento sull’energia del G7 + Ucraina. Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per l’uso di agenti chimici come strumento di guerra da parte della Russia.

La Russia deve pagare per i danni e la devastazione che sta causando. Condanniamo i recenti attacchi missilistici e mediante l’uso di droni della Russia contro le infrastrutture energetiche e le città dell’Ucraina. Siamo determinati a garantire la piena responsabilità e sosteniamo l’Ucraina nell’ottenimento di un risarcimento per le perdite, le ferite e i danni derivanti dall’aggressione russa. Accogliamo con favore il lancio del Registro dei danni causati dall’invasione della Federazione Russa contro l’Ucraina. I beni sovrani della Russia nelle nostre giurisdizioni rimarranno congelati fino a quando la Russia non cesserà la sua aggressione e non pagherà per i danni causati.

Accogliamo con favore l’adozione da parte dell’UE degli atti giuridici riguardanti i proventi straordinari detenuti da entità private derivanti direttamente dai beni sovrani congelati della Russia, anche in vista dell’identificazione di strategie atte a massimizzare i potenziali benefici per l’Ucraina scaturiti da tali proventi.

Continueremo a esplorare ogni possibile strategia per aiutare l’Ucraina a ottenere un risarcimento dalla Russia, in conformità con i nostri rispettivi sistemi giuridici e con il diritto internazionale. Come richiesto dai leader, continueremo il nostro lavoro e forniremo consulenza in vista del Vertice G7 in Puglia su tutte le possibili strade e alternative percorribili per utilizzare i beni sovrani russi congelati a sostegno dell’Ucraina, nel rispetto dei nostri rispettivi ordinamenti giuridici e del diritto internazionale.

La ricostruzione dell’Ucraina, a partire dalle prime misure di ripresa e dalla gestione dell’attuale emergenza energetica, rimane una priorità fondamentale. Continueremo a collaborare con le autorità ucraine e con le istituzioni finanziarie internazionali attraverso la Piattaforma multi-agenzia di coordinamento dei donatori e facendo leva sugli investimenti privati. Accogliamo con favore il Comitato direttivo della Piattaforma multi-agenzia di coordinamento dei donatori che si è riunito per la prima volta a Kiev il 10 aprile. Sottolineiamo l’importanza di una ripresa che risponda alle esigenze di genere e la necessità di affrontare i diversi bisogni di donne, bambini e disabili, nonché di altri gruppi di popolazione colpiti in modo sproporzionato dalla guerra di aggressione della Russia. La reintegrazione dei combattenti e dei civili disabili rimane una priorità. Dopo il successo della Conferenza Giappone-Ucraina per la promozione della crescita economica e della ricostruzione, attendiamo con impazienza le Conferenze sulla ricostruzione dell’Ucraina, che si terranno a Berlino nel 2024 e a Roma nel 2025.

Accogliamo con favore la decisione del Consiglio europeo del dicembre 2023 di avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Lodiamo i progressi dell’Ucraina nei suoi sforzi di riforma, in particolare quelli compiuti per rafforzare il sistema giudiziario e lo Stato di diritto e per combattere la corruzione. Tali sforzi sono in linea con il percorso euro-atlantico che l’Ucraina ha abbracciato. Continueremo a sostenere l’Ucraina nel suo lavoro verso l’attuazione di ulteriori riforme volte a rafforzare la propria democrazia.

Ribadiamo il nostro sostegno agli sforzi dell’Ucraina per promuovere una pace globale, giusta e duratura, coerente con il diritto internazionale, compreso lo Statuto delle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Continueremo a lavorare al fine di ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della Formula di pace dell’Ucraina, anche in vista della conferenza internazionale ad alto livello prevista in Svizzera a metà giugno. L’irresponsabile retorica nucleare della Russia e la sua posizione di intimidazione strategica, ivi incluso l’annunciato dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia, sono inaccettabili. Ribadiamo che qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze. In questo contesto, le minacce della Russia di usare armi nucleari, così come qualsiasi uso effettivo di armi nucleari da parte della Russia nell’ambito della sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, sono inammissibili.

Condanniamo il sequestro e il persistente controllo e militarizzazione da parte della Russia della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, che pone gravi rischi per la sicurezza nucleare, con implicazioni per la più ampia comunità internazionale. Sosteniamo gli sforzi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica volti a mitigare tali rischi, anche attraverso la presenza continua di esperti dell’AIEA e la sua attenzione a garantire la sicurezza nucleare sul posto.

Nonostante i tentativi della Russia di minare la sicurezza alimentare globale, il successo dell’Ucraina nel garantire un corridoio attraverso il Mar Nero ha ampliato significativamente le esportazioni di prodotti alimentari e continua a contribuire a nutrire il mondo. Ci impegniamo a sostenere costantemente questi sforzi, anche attraverso i corridoi di solidarietà dell’UE e altri meccanismi appropriati.

Riaffermiamo il nostro impegno ad imporre e far rispettare pienamente le nostre sanzioni contro la Russia e ad adottare nuove misure, ove necessario. Continueremo a contrastare, in stretta collaborazione con i Paesi terzi, qualsiasi tentativo di eludere e aggirare le nostre sanzioni e le restrizioni alle esportazioni. Invitiamo le istituzioni finanziarie ad astenersi dal sostenere la base industriale della difesa russa e adotteremo misure appropriate, coerenti con i nostri sistemi giuridici, per interrompere e scoraggiare questo comportamento. Imporremo ulteriori sanzioni a danno di persone fisiche e giuridiche di Paesi terzi che aiutino la Russia ad acquisire strumenti e altre attrezzature funzionali alla produzione di armi russe o allo sviluppo militare-industriale.

Continueremo ad esercitare ingenti pressioni sulle entrate russe provenienti dall’energia e da altri settori. Chiediamo a tutti i Paesi di ridurre le importazioni dalla Russia che alimentano la sua guerra. Continueremo a adottare provvedimenti atti a rafforzare il rispetto e l’applicazione del tetto del prezzo del petrolio. Pur lavorando per mantenere la stabilità dell’offerta, risponderemo alle violazioni del tetto del prezzo, anche mediante l’imposizione di ulteriori misure sanzionatorie ai danni di soggetti che realizzano pratiche ingannevoli durante il trasporto del petrolio russo e contro le reti che la Russia ha sviluppato per generare ulteriori entrate dalle violazioni del tetto del prezzo. Continueremo a adottare provvedimenti atti a limitare le future entrate energetiche della Russia. Continueremo a ostacolare lo sviluppo di futuri progetti energetici da parte della Russia e a ostacolare lo sviluppo di alternative per il trasporto di energia e altri servizi. Accogliamo con favore anche le misure adottate dal Regno Unito e dagli Stati Uniti per bandire il commercio di nuovi metalli russi sulle loro borse. Continueremo a impegnarci per ridurre le entrate russe derivanti dai metalli.

Condanniamo con la massima fermezza l’esportazione illegale di armi da parte della Corea del Nord verso la Russia e per l’uso finale in Ucraina. Nello specifico, condanniamo le esportazioni della Corea del Nord e l’acquisto da parte della Russia di missili balistici nordcoreani in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e chiediamo loro di cessare immediatamente tali attività.

Ci appelliamo all’Iran affinché cessi di supportare le operazioni belliche della Russia in Ucraina. Qualsiasi azione da parte dell’Iran atta a trasferire missili balistici e relativa tecnologia alla Russia rappresenterebbe un’escalation sostanziale e materiale, alla quale risponderemmo rapidamente e in modo coordinato, anche tramite l’imposizione di nuove e significative misure contro l’Iran. Chiediamo a tutti i Paesi di impedire la fornitura di componenti o altri strumenti a beneficio dei programmi UAV dell’Iran, che supportano le attività belliche della Russia.

Esprimiamo grande preoccupazione per i trasferimenti alla Russia, da parte di aziende della Repubblica Popolare Cinese, di materiali a duplice uso e di componenti per armi che la Russia sta utilizzando per aumentare la propria produzione militare. Ciò consente alla Russia di ricostituire e rivitalizzare la sua base industriale di difesa, rappresentando una minaccia sia per l’Ucraina che per la pace e la sicurezza internazionale. La Cina deve assicurare la cessazione di tale sostegno, poiché non farà altro che prolungare questa guerra di aggressione illegale in violazione dello Statuto delle Nazioni Unite e aumentare la minaccia che la Russia rappresenta per i suoi vicini.

Ribadiamo la nostra condanna della complicità del regime bielorusso nella guerra della Russia contro l’Ucraina. Esprimiamo la nostra costante preoccupazione per la continua repressione del regime nei confronti dei media indipendenti, della società civile, dell’opposizione e dei cittadini che esprimono pacificamente le loro opinioni. Condanniamo inoltre il maltrattamento dei prigionieri politici e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato.

Non può esistere impunità per i crimini di guerra, come ad esempio gli attacchi contro civili, infrastrutture civili critiche e operatori umanitari, la deportazione di ucraini, compreso il trasferimento forzato e la deportazione di bambini ucraini, o le gravi e serie violazioni dei diritti dei bambini e gli stupri di guerra. I responsabili dei crimini che rappresentano preoccupazione per la comunità internazionale saranno chiamati a risponderne in conformità con il diritto internazionale. Accogliamo con favore le iniziative per affrontare la deportazione illegale di bambini ucraini da parte della Russia.

Respingiamo fermamente i tentativi infondati delle autorità russe di incolpare l’Ucraina per il tragico attacco terroristico avvenuto nei pressi di Mosca il 22 marzo, rivendicato dall’ISIS. Chiediamo alla Russia di smettere di usare questa tragedia quale tentativo di disinformazione ai danni dell’Ucraina. Rimaniamo fermi nella nostra lotta contro il terrorismo, come dimostrano i numerosi Paesi del G7 che continuano a condividere informazioni con la Russia su questo tema.

Non rinunceremo a chiedere conto ai responsabili della morte di Alexei Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive e altre azioni appropriate in risposta alle violazioni e agli abusi dei diritti umani in Russia. Condanniamo la sistematica repressione delle voci dissenzienti da parte del Cremlino e chiediamo alla Russia di rilasciare tutti i prigionieri politici.

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