Almeno un terzo dei nuovi 11 consiglieri non possono essere considerati “personalità del settore cinema e audiovisivo” né possono vantare specifiche competenze in materia, ma sono subito chiamati ad esprimersi sul “riparto” dei 700 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per il 2024. Presidente l’avvocatessa Francesca Assumma.
L’Istituto italiano per l’Industria Culturale IsICult – nella sua diuturna attività di monitoraggio delle politiche culturali e delle economie mediali e delle dinamiche sociali – ha dedicato molta attenzione (voce unica, nel panorama dei media) al nuovo Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, da cui l’impronunciabile acronimo di Csca, da qualcuno scherzosamente modificato in “Cosca”: in effetti, si tratta dell’organo di massima consulenza del Ministero della Cultura in materia di cinema e audiovisivo, così come previsto dalla “Legge Franceschini” del 2016 (vedi “Key4biz” di venerdì scorso 22 marzo 2024, “‘Totonomine’ sul Consiglio di Amministrazione Rai e sul Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo del Mic”).
IsICult è in grado di anticipare che una decina di giorni fa (per la precisione martedì della scorsa settimana, il 19 marzo 2024) il Ministro Gennaro Sangiuliano ha apposto la propria firma sul decreto che determina la cooptazione dell’eletta schiera dei nuovi componenti.
Lunga è stata l’attesa, veramente un parto lungo e travagliato (incomprensibilmente): in effetti, il mandato del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo era infatti scaduto ormai da molti mesi, essendo stato nominato da Dario Franceschini il 17 giugno 2020 (ed affidato alla presidenza dello sceneggiatore Stefano Rulli), ed essendo prevista una durata di 3 anni… In sostanza, sono trascorsi 9 mesi dalla decadenza.
Quel che IsICult aveva anticipato sulle colonne di “Key4biz” pochi giorni fa risulta confermato, ovvero che il Ministro Gennaro Sangiuliano ha nominato Presidente dell’organismo Francesca Paola Assumma, avvocata dello Studio Legale Assumma Scola, e figlia (classe 1961) del decano del diritto d’autore in Italia, Giorgio Assumma (classe 1934, che è attualmente tra l’altro Direttore della rivista “Il diritto d’autore”, nella sua rinnovata veste editoriale, pubblicata dalla Società Italiana degli Autori e Editori – Siae, di cui lo stesso Assumma è stato Presidente dal 2005 al 2010). Or bene, non siamo riusciti a reperire su web un curriculum dell’avvocatessa Assumma, né ci risulta una sua particolare notorietà nell’ambiente del cinema e dell’audiovisivo, ma forse si tratta di un nostro deficit di conoscenza, e saremo ben lieti di essere smentiti, se le nostre osservazioni sono imprecise.
Ecco la composizione del nuovo Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo per il triennio 2024-2026
Questa la composizione del nuovo Consiglio, formato da 11 membri, che resta in carica per 3 anni:
scelti dal Ministro (6 consiglieri)
- Francesca Paola Assumma, Presidente
- Mario La Torre
- Michele Lo Foco
- Francesca Vincenza Maria Nocerino
- Daria Perrotta
- Vera Slepoi (c’è un refuso nel decreto del Ministro, trattandosi di Vera Slepoj)
designati dalle associazioni di categoria (3 consiglieri)
- Francesco Ranieri Martinotti (per gli autori)
- Sabrina Russillo (per le imprese)
- Giuseppe Zonno (per le imprese)
designati dalla Conferenza Unificata, nota anche come “Conferenza Stato Regioni” (2 membri)
- Lorenza Lei
- Tommaso Sacchi
Va precisato che il Ministro ha avuto carta bianca, di fatto, se non per i 2 membri della Conferenza Unificata, dato che i 3 componenti delle “associazioni di categoria” (non è dato sapere quale siano state coinvolte) sono stati scelti all’interno di una rosa di potenziali componenti.
Un’analisi dei curricula dei nuovi membri del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo: nessuno di loro è espressione delle storica e potente ‘lobby’ Apa
Dato il nostro abituale approccio analitico e critico, non possiamo esimerci dal manifestare un parere prima tecnico, e poi anche inevitabilmente politico: la maggior parte dei componenti del nuovo Csca non ha particolare competenza professionale nell’ambito del cinema e dell’audiovisivo. Si tratta di una osservazione oggettiva ed incontestabile.
Partiamo dall’analisi dei 6 componenti scelti personalmente dal Ministro: dell’avvocatessa Francesca Assumma, abbiamo già detto…
Soltanto 2 dei 6 membri scelti “intuitu personae” dal Ministro possono vantare un curriculum all’altezza dell’incarico: si tratta del professor Mario La Torre, docente di economia bancaria e finanza ed esperto di micro-credito (con un ricco curriculum professionale anche in materia di cinema e audiovisivo; è stato tra l’altro tra coloro che iniziarono nel 2007 a ragionare di “tax credit” con l’allora Ministro Francesco Rutelli; è anche stato nel Cda di Cinecittà), e dell’avvocato Michele Lo Foco, noto esperto legale in materia di diritto dello spettacolo e dei media (tra l’altro già nel Cda di Cinecittà e Rai International e voce assai indipendente). Il primo può essere considerato “organico” al sistema storico del cinema e dell’audiovisivo italiano, il secondo è noto per l’indipendenza delle posizioni, ed anche per le critiche espresse, da anni, nei confronti della Legge Franceschini, e dei “big player” che l’hanno voluta (dall’allora Ministro “dem” Dario Franceschini all’allora Presidente dell’Anica Riccardo Tozzi all’allora Presidente dell’Apa televisiva Giancarlo Leone).
Degli altri 3 componenti, poco si sa, almeno dal “point of view” del sistema cinematografico e audiovisivo, fatta eccezione per Francesca Nocerino:
– di Francesca Nocerino (nome con cui è nota Francesca Vincenza Maria Nocerino), è evidente un qualificato curriculum professionale come giornalista. È Vice Direttore del Tg2 Rai (che è stato diretto dal Ministro Sangiuliano fino all’ottobre 2022, ovvero prima dell’incarico affidatogli dalla Premier Giorgia Meloni), curatrice della rubrica “Tg2 Weekend”. Sicuramente una giornalista esperta di cultura, e sicuramente non a digiuno di cinema, considerando che è anche stata Responsabile per il Cinema del Tg2. Nominata poche settimane fa Presidente Onoraria del Premio Letterario Adei Wizo “Adelina Della Pergola” dedicato alla letteratura ebraica (Adei Wizo ets è una delle federazioni della Women’s International Zionist Organization, un movimento a-politico nato a Londra nel 1920 con l’intento di dare voce alle donne nel grande progetto che avrebbe portato alla nascita di Israele);
– di Daria Perrotta, è indubbia l’alta qualificazione tecnica, essendo Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti, definita nel luglio 2023 dal quotidiano romano destrorso “Il Tempo” come “pupilla di Giorgetti” e dalla sinistrorsa “la Repubblica” come “la formidabile” per via del curriculum (ed anche candidata alla successione di Biagio Mazzotta alla guida della Ragioneria Generale dello Stato, definita “la comandina” da Carmelo Caruso su “il Foglio” del febbraio 2024), e sono ben note le posizioni ipercritiche del titolare del Ministero dell’Economia e Finanze contro il “tax credit” (il mensile “Prima Comunicazione” (simpatizzante di Anica ed Apa) gli ha dedicato la copertina dell’edizione del gennaio 2024, titolando “Adesso basta!” e ciò basti); non risultano specifiche competenze in materia di cinema e audiovisivo;
– di Vera Slepoj, è certamente nota l’esperienza sia come psicologa e psicoterapeuta (specializzata in sofrologia medica, psicosociologia politica; responsabile per 10 anni di una rubrica di psicologia nella rivista “Riza Psicosomatica”; è Presidente della International Health Observatory of Psychotherapy e della Federazione Italiana Psicologi), sia come esponente politica: dal cv, emerge che è stata Consigliere del Ministro delle Comunicazioni dal 2000 al 2005, guidato in quel periodo da Maurizio Gasparri; in precedenza, dal 1999 al 2004, era stata nominata, su indicazione di Gianfranco Fini,Assessore alla Cultura, Musei e Servizi Sociali alla Provincia di Padova. Anche in questo caso, competenze professionali certamente qualificate, ma piuttosto distanti dallo “specificum” del cinema e dell’audiovisivo… Oltre un quarto di secolo fa, scatenò una polemica la sua posizione di allarme nei confronti della serie anime “Sailor Moon” (trasmessa da Rete 4), sostenendo che avrebbe potuto arrecare ai bambini (maschi) problemi di femminilizzazione e che potessero atteggiarsi come la protagonista Serena…
Che dire dei 2 membri nominati dalla “Conferenza Unificata”?!
Ne abbiamo già scritto su queste colonne, e qui riproduciamo:
– Lorenza Lei: nominata nell’aprile del 2023 Responsabile Cinema del Gabinetto del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (Fratelli d’Italia); abbiamo già ricordato su queste colonne che Lei è stata Direttrice Generale della Rai tra il 2011 ed il 2012, ed è attualmente Pro Rettrice della Università telematica eCampus. Indiscutibilmente, in questo caso, competenza specifica c’è…
– Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano nella Giunta guidata da Beppe Sala; già Assessore alla Cultura (anzi, per la precisione, alla Cultura, Moda, Design e Relazioni Internazionali) a Firenze, con Dario Nardella; in questo, c’è indubbiamente competenza “culturologica”, il curriculum è veramente assai ricco nella dimensione artistica, ma nessuna traccia di know-how o esperienze specificamente di cinema e audiovisivo…
I 3 membri scelti dal Ministro tra le rose di nomi delle “associazioni” sono indubbiamente tutti competenti in materia:
– Francesco Ranieri Martinotti (per gli autori) è il Presidente della storica Anac – Associazione Nazionale Autori Cinematografici, ed è sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei creativi; è regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scenografo italiano (tra l’altro vincitore del David di Donatello 1994 come Miglior Regista Esordiente per “Abissinia”; candidato nel 1997 come Miglior Produttore per “Cresceranno i carciofi a Mimongo”…);
– Sabrina Russillo (per le imprese), è Responsabile Cinema e Audiovisivo della Cna, associazione che si “contrappone” alle storiche “lobby” di Anica ed Apa, ed è alfiera degli interessi dei produttori indipendenti; è anche membro dal 2018 del Comitato Editoriale del Mia – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo; è anche Responsabile Cna Turismo della Cna di Roma nonché Responsabile dell’Ufficio Studi della stessa;
– Giuseppe Zonno (per le imprese) è un avvocato dirigente di Rai Cinema spa, Responsabile dell’area Business Affair, Legale e Contratti; siede anche nel Consiglio Direttivo della Fapav (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali); la sua nomina è stata espressa dall’Anica.
Rispettate le “quote rose”, ma una parte dei nuovi 11 consiglieri non può vantare specifiche competenze tecniche
Ricordiamo che questa è la logica sulla base della quale ha operato il Ministro (fonte: la pagina web dedicata al Consiglio Superiore, nel sito web della Direzione Cinema e Audiovisivo, guidata da Nicola Borrelli):
- 8 “personalità del settore cinematografico e audiovisivo di particolare e comprovata qualificazione professionale e capacità anche in campo giuridico, economico, amministrativo e gestionale nominate, nel rispetto del principio dell’equilibrio di genere, dal Ministro, 2 delle quali su designazione della Conferenza unificata”;
- 3 “membri scelti dal Ministro nell’ambito di una rosa di nomi proposta dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore cinematografico e dell’audiovisivo”.
Va osservato che la logica delle “quote rosa” è stata ampiamente rispettata, in questo caso, considerando che, degli 11 componenti, la maggioranza è formata da donne: 6 su 11.
In verità, non ci sembra che il dettato normativo sia stato rispettato al meglio, perché la legge prevede 8 “personalità del settore cinematografico e audiovisivo”, ed aggiunge (ma appunto è una integrazione accessoria) “di particolare e comprovata qualificazione professionale e capacità”, poi precisando “anche in campo giuridico, economico, amministrativo e gestionale nominate”. Ci sembra che, di questi 8 cooptati, ve ne siano almeno 2 che non possano proprio essere definite “personalità” del settore cinema e audiovisivo: in effetti non sono tali, oggettivamente, Daria Perrotta e Vera Slepoj, che possono certo vantare percorsi professionali di alta qualificazione, ma estranei al settore. Francesca Nocerino è senza dubbio una qualificata giornalista, ma anche lei – a ben osservare – non può essere considerata una “personalità” del settore…
In sintesi: su 11 componenti:
– dei 6 designati dal Ministro, almeno 2 non possono essere considerati “personalità del settore cinematografico e audiovisivo” ovvero Daria Perrotta e Vera Slepoj; ed una qualche perplessità emerge anche rispetto alla nomina di Francesca Assumma – elevata addirittura al rango di Presidente – e di Francesca Nocerino;
– dei 3 espressi dalle associazioni – Francesco Ranieri Martinotti, Sabrina Russillo, Giuseppe Zonno – si può, senza timore di smentita, sostenere che sono senza dubbio qualificati esperti del settore cinematografico e audiovisivo, per quanto la definizione di “personalità” anche in questo caso ci appare eccessiva (fatta salvo Ranieri Martinotti);
– dei 2 espressi dalla Conferenza Unificata, 1 rientra senza dubbio nel dettato normativo (specifica competenza nel settore cinema e audiovisivo), ovvero Lorenza Lei, mentre qualche dubbio provoca l’altra designazione, ovvero Tommaso Sacchi.
Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo: almeno un terzo dei consiglieri non può vantare specifiche competenze in materia… Che parere potranno esprimere sul “riparto” dei 700 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo?
In sostanza, oltre un terzo dei componenti del nuovo massimo organo di consulenza del Ministero in materia di cinema e audiovisivo, se non addirittura la metà, non può vantare know-how specifico.
Eppure si tratta di persone che saranno presto (prestissimo) chiamate ad esprimere un parere sul piano di “riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo, che il Ministro Sangiuliano ha deciso di ridurre dai 746 milioni di euro dell’anno 2023 ai 700 milioni di euro del 2024: si tratta di una ripartizione fondamentale per l’economia del settore cinema e audiovisivo, ed una sua rimodulazione è essenziale, se si vuole realmente riformare la “Legge Franceschini”.
Come potranno queste 11 “personalità” esprimersi su un documento così tecnico, oltre che strategico, dato che una parte di loro non ha specifiche competenze e peraltro si andranno a conoscere in una prima riunione verosimilmente in settimana prossima, dato il ritardo accumulato dal Ministero in materia?! La domanda non è né retorica né peregrina.
Si ricordi infatti che l’anno scorso il Ministro (lo stesso Sangiuliano) ha firmato il “riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo il 14 marzo 2023, a distanza di un mese e mezzo dal parere del Consiglio Cinema e Audiovisivo allora in carica, che lo aveva espresso il 6 febbraio 2023.
Un’analisi predittiva dello scenario, tra “conservatori” e “riformatori” della Legge Franceschini
Alcune considerazioni di carattere “politico” (ovvero di politica culturale): è anzitutto evidente che vi è soltanto 1 consigliere uno in qualche modo espressione di una delle due più potenti “lobby” del settore, ovvero la cinematografica Anica (alias Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, attualmente guidata da Francesco Rutelli), mentre nessuno sembra “afferibile” alla televisiva Apa (Associazione Produttori Audiovisivi, attualmente guidata da Chiara Sbarigia che è anche Presidente di Cinecittà, nel silenzio dei più); l’unica altra espressione della “industria” è di una associazione che spesso si pone in posizione contrapposta rispetto ad Anica (ed Apa), qual è Cna Cinema e Audiovisivo, guidata da Gianluca Curti (Presidente di Minerva Pictures). Apprezzabile estensione del pluralismo, quindi, anche rispetto all’anima “economica” del settore.
Questa osservazione (minor peso di Anica nel Consiglio) è centrale, per capire gli orientamenti prevedibili del nuovo Consiglio:
– esponenti di una possibile innovazione ovvero riforma (se non… rivoluzione?!), saranno verosimilmente Michele Lo Foco e Sabrina Russillo; critico sicuramente, rispetto all’assetto attuale del sistema (attualmente tutto squilibrato a favore dei “big player” di Anica