La direttiva sulle Case Green, che sancisce il percorso di efficientamento energetico del patrimonio edilizio dei paesi membri dell’UE, è stata approvata dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo.
Per la sua entrata in vigore, dunque, è attesa soltanto l’approvazione della Plenaria, prevista tra poco più di un mese.
Obiettivo della direttiva è ridurre le emissioni e i consumi degli edifici europei, che contribuiscono – come si legge su Il Sole 24 ore – per il 36% alle emissioni complessive di CO2 e per il 40% al consumo energetico. Operativamente, dal 2030 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero; dal 2028 toccherà agli edifici pubblici.
Nel mezzo si prevede la riduzione dei consumi medi del 16% entro il 2030, di oltre il 20% entro il 2035. Mentre il 2050 – seguendo la normativa europea – rappresenterà per il parco immobiliare italiano l’anno zero.
Agli Stati membri l’autonomia per stabilire linee strategiche per il raggiungimento degli obiettivi.
Uno il denominatore comune: ridurre i consumi arrivando ad un quantificabile miglioramento.
Quanto agli immobili che rientrano nelle classi energetiche meno performanti, è previsto il raggiungimento del 43% degli edifici sul fronte interventi di ristrutturazione. Del resto il 60% di edifici costruiti sul territorio nazionale (di quasi 12 milioni) possono essere classificati come immobili meno performanti.
Rientra nella direttiva Case Green anche l’abbandono di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento: dal 2040 stop alle caldaie a gas negli edifici.
Seguono aggiornamenti sulla transizione green dettata dall’Europa con la direttiva in questione, sicuramente più morbida rispetto alla linea del 2021 ma con l’ufficializzazione dei paletti sulla necessaria riduzione dei consumi energetici.
Per la cronaca: 38 i voti a favore, 20 quelli contrari, mentre 6 i deputati astenuti. Questi i numeri della votazione a Bruxelles.