Social e politica: quando IG e TikTok diventano il mezzo d’eccellenza per la campagna elettorale.

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20 Giugno 2024

Social e politica: quando IG e TikTok diventano il mezzo d’eccellenza per la campagna elettorale.

Social e politica: quando IG e TikTok diventano il mezzo d’eccellenza per la campagna elettorale.

Alcuni giorni fa, come social media expert, sono stata intervistata per una delle principali testate giornalistiche della Bulgaria, 24 Hours – Chasa 24, con sede a Sofia. Il giornalista, Dimitar Martinoff, ponendomi alcune domande a proposito della mia opinione riguardante l’utilizzo dei social nelle Elezioni Europee, mi ha invitata a riflettere sull’uso di strumenti come TikTok, Instagram e Facebook da parte degli “attori” principali di queste elezioni.

Il primo fatto evidente, se pensiamo ai diversi leader di partito e alle loro performance durante la campagna elettorale, è che innegabilmente queste Europee si sono dibattute sui social network: politici di spicco e nuove personalità, appartenenti alle nazionalità e ai partiti più disparati, negli ultimi anni e soprattutto in queste ultime elezioni hanno investito somme ingenti nell’advertising e nelle campagne mediatiche sui social, prendendo parte a un grande teatro della comunicazione online, fatto di reel, stories, dirette e post.

Ma cosa spinge figure politiche di spicco ad esporsi sempre di più sui social?

Ormai i social media hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione. Dal turismo, agli shop online, fino alla politica: non c’è distinzione di settore, i social sono un ponte di connessione immediato con le persone, offrono l’opportunità di raggiungere il pubblico in maniera diretta, dando la possibilità a chiunque di esprimere un concetto o lanciare un messaggio ed accorciando la distanza (seppur in maniera virtuale) tra Istituzioni e persone. I social sono i nuovi strumenti di comunicazione “di massa” e il loro potere è innegabile. In Italia, ad esempio, tutti i politici sono presenti sui social media, ed ognuno di loro – con le relative figure esperte, che ne curano la comunicazione – punta al raggiungimento dei risultati anche attraverso il digital e il social media marketing, oltre che con la comunicazione tradizionale, che va dal comizio in piazza al lavoro, altrettanto essenziale, dell’ufficio stampa.

Essere presenti sui social è il modo migliore per raggiungere numeri elevati in termini di visibilità, con risultati facilmente misurabili: così come per i brand, anche nel settore politico è necessario poter utilizzare strumenti che una volta analizzati diventino una sorta di riscontro numerico da poter monitorare, un sondaggio in continua evoluzione, un supporto indispensabile per quello che in gergo è definito come social listening.

Ascoltare il proprio pubblico e comprenderne il sentimento, permette infatti di aggiustare in corsa una campagna, di percepire il livello di gradimento, assecondando i desideri e i bisogni del target.

Questi strumenti vanno gestiti sempre con grande responsabilità, per non incorrere in episodi spiacevoli, dunque l’uso dei social al fine della promozione politica si afferma come uno strumento vincente, ma solo se gestito da “mani e menti capaci” e soprattutto da professionisti esperti che possono aiutare i partiti, ad esempio, a preservare un’immagine corretta e professionale.

In queste Europee (parere assolutamente personale) ho visto alcune buone campagne di storytelling, incentrate su contenuti emozionali al fine di coinvolgere l’utente, ma è capitato di vedere anche alcuni “strafalcioni” social, che sono stati trasformati prontamente in meme… In generale – e questo è un pensiero totalmente apolitico – i diversi partiti hanno adottato strategie interessanti, differenziando i contenuti in base al pubblico, agli interessi del target e alle principali piattaforme di destinazione.

In occasione delle elezioni in tutta l’Europa sono tanti i politici che hanno dato il meglio (?) di sé su TikTok, il social di riferimento per la Gen Z, molti dei quali hanno adottato questa strategia per rivolgersi a gruppi di pubblico diversificato, sfruttando la visibilità e il social buzz creato dai più giovani. Anche su Facebook, ancora primo in Italia per numero di utenti, Instagram e persino YouTube si sono svolte battaglie social a colpi di video emozionali, di contenuti audaci e persino di influencer che sono riusciti, con un forte consenso mediatico legato alle loro fanbase online, a farsi eleggere senza avere un’esperienza politica pregressa, come il famoso caso dello YouTuber cipriota Fidias Panayiotou, che ha ottenuto quasi il 20% dei voti principalmente per la sua popolarità. L’influencer ha dimostrato come una forte presenza sui social possa aprire le porte e portare al raggiungimento di risultati del tutto inattesi!

Ma come utilizzare al meglio questi canali mantenendo intatta (il più possibile) la propria autorevolezza?

A prescindere dai diversi gruppi di target, dalle piattaforme utilizzate e dai pubblici presenti su ogni social, chi gestisce la comunicazione di un brand (e questo vale assolutamente anche per la politica) deve studiare il suo target potenziale, in questo caso gli elettori: ascolto del pubblico, sondaggi, studio dei dati analitici e comportamentali, monitoraggio dei risultati sono i primi passi per poter ideare il giusto tono di voce e la più corretta social media strategy – fondamentale per l’ottenimento dei risultati – al fine di diversificare i propri contenuti e formati sulle diverse piattaforme, per poter “catturare” l’attenzione dei diversi gruppi in target al fine di coinvolgerli con il proprio messaggio.

Ecco perchè abbiamo visto alcuni dei nostri politici protagonisti di video con toni molto lontani dal linguaggio istituzionale su TikTok ed Instagram ad esempio, sui loro canali ufficiali. Un esempio calzante è quello del video della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con le ciliegie “varietà Giorgia”, postato alla vigilia del voto… in occasione delle Politiche invece, nel video c’erano due meloni. L’ironia, in questo caso, è stata quello che in gergo è un “gancio”.

Chi crea una strategia di comunicazione lo sa bene, per raggiungere il pubblico devi fornire contenuti in linea con gli interessi, con le aspettative e con i desideri del target, mantenendo elevata la soglia di attenzione legata alla web reputation e strizzando l’occhio agli algoritmi delle diverse piattaforme, condividendo contenuti ad hoc in base agli interessi del pubblico e al social utilizzato, Le strategie che abbiamo visto durante le Europee prevedevano proprio questo, creare contenuti il più possibile coinvolgenti ed ingaggianti, raggiungendo così lo spettatore anche a livello emozionale e in queste elezioni sono stati sempre di più i candidati che hanno iniziato a padroneggiare diverse tecniche di marketing ed engagement.

I social sono quindi i nuovi strumenti di riferimento per l’informazione?

I social media sono certamente uno strumento prezioso per massimizzare i risultati quando si parla di notorietà, ma non vanno assolutamente sottovalutati i media tradizionali: se da un lato i social possono portare ad un grandissimo picco di popolarità, soprattutto con l’ausilio di investimenti massicci nelle social ads, dall’altra parte devono essere tassativamente integrati in una strategia di comunicazione più ampia, che comprende moltissimi altri strumenti e metodi di comunicazione, per poter raggiungere nicchie di pubblico differenti e per diversificare il messaggio, che solo così, potrà raggiungere le persone su più fronti. In Italia, ad esempio, non tutta la popolazione si informa attraverso i social media, ma apprezza ancora la lettura di un buon quotidiano. Inoltre, per reperire ed ottenere informazioni affidabili, evitando di inciampare su potenziali fake news, suggerisco di fare affidamento anche su altri canali, come le testate giornalistiche.

Per concludere, come ho affermato nell’intervista per 24 Hours: “La tendenza è certamente quella di spostarsi sempre di più verso una direzione digitale, ma credo che certi media, forse meno popolari nel 2024 rispetto al passato, mantengano comunque più autorevolezza. Io per prima, nelle campagne di promozione turistica, so che il mio ruolo di social media manager e digital strategist deve sempre accompagnare una strategia di comunicazione più strutturata, per questo collaboro da anni con lo stesso ufficio stampa e con altre figure professionali fondamentali per la buona riuscita di una strategia.

Nicole Ferrero

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Angela Marini