New space economy: ecco a che punto siamo sull’utilizzo di dati e servizi di EO - I-Com, Istituto per la Competitività

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L’Unione Europea sta investendo in modo significativo nei programmi spaziali, con particolare attenzione a Copernicus, il sistema europeo di osservazione della Terra (EO – Earth Observation), il quale consente a valle l’elaborazione dei dati raccolti da appositi satelliti in orbita, denominati “Sentinelle”, che permettono di monitorare i cambiamenti nel tempo con un’elevata precisione in termini di pixel, dando vita a mappe per effettuare previsioni, ad esempio, sulla gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

IL MERCATO GLOBALE DELL’OSSERVAZIONE DELLA TERRA

Le ultime rilevazioni dell’EUSPA (European Union Agency for the Space Programme) rendono evidente come i dati e i servizi di EO possono avere un impatto positivo per almeno quindici segmenti di mercato. Più nel dettaglio, il mercato globale dell’osservazione della Terra, considerando sia i ricavi relativi alla vendita dei dati, sia dei servizi a valore aggiunto, ha raggiunto i €3,3 miliardi nel 2023 (e si stima che possa pressoché raddoppiare entro il 2033), trainato principalmente dai segmenti clima, ambiente e biodiversità; agricoltura; sviluppo urbano e patrimonio culturale, che insieme raccolgono il 48% dei ricavi totali, seguiti da energia-materie prime e assicurazioni-finanza, entrambi al 10%.

Fonte: EUSPA, EO and GNSS Market Report, Issue 2, gennaio 2024

Con riferimento alla distribuzione geografica dei ricavi, il Nord America attualmente primeggia e si prevede che manterrà tale posizione anche in futuro, seguito dall’Asia-Pacifico e dall’Unione Europea. Tuttavia, secondo le stime dell’EUSPA, entro il 2033 i ricavi nell’UE e in Asia cresceranno a un ritmo più rapido rispetto a quelli del Nord America, portando a una distribuzione più equilibrata.

UTILIZZO E INTEGRAZIONE DEI DATI E SERVIZI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA

Facendo seguito ad alcune raccomandazioni fornite dalla Corte dei Conti europea (ECA – European Court of Auditors) all’interno dello special report 7/2021, lo scorso 15 luglio la DG DEFIS della Commissione europea ha reso noto un documento di lavoro che offre una panoramica piuttosto approfondita sull’adozione, l’integrazione e l’implementazione dei dati e dei servizi collegati al Programma spaziale dell’UE, tra cui – come accennato – rientra la componente Copernicus. In particolare, esso raccoglie le indicazioni fornite dagli Stati Membri e dai fora competenti, tra cui il Copernicus User Forum, valorizzando in tal senso un approccio collaborativo, funzionale a un più ampio sviluppo delle applicazioni e delle tecnologie space-based in ottica strategica per una pluralità di settori e segmenti di mercato.

Ad oggi, tali dati sono utilizzati: a) direttamente, anche in forma grezza, da utenti avanzati come quelli afferenti al mondo accademico e industriale, i quali possono estrarne valore a seguito di un apposito processo di elaborazione e analisi; b) per la creazione di specifici servizi, a beneficio di diversi stakeholder governativi, accademici e industriali; c) per sviluppare soluzioni downstream, combinando i dati EO di Copernicus con altre tipologie di fonti. Ciò premesso, il bacino di utenza Copernicus risulta essere variegato e in costante crescita, difatti – come riporta il documento summenzionato – si è registrato un importante aumento di utenti negli ultimi anni, da 385 mila del 2020 a 638 mila nel 2022, con oltre 6800 terabyte di dati generati dalla componente spaziale (le “Sentinelle”).

CLIMA, AMBIENTE E BIODIVERSITÀ

Venendo agli ambiti di utilizzo, per il segmento clima, ambiente e biodiversità il grado di adozione di dati e servizi Copernicus è generalmente alto – ad eccezione della componente legata alla biodiversità, che è ancora a uno stadio iniziale – anche grazie all’impulso degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dalle politiche ESG e ambientali. Più nel dettaglio, i dati Copernicus costituiscono uno strumento fondamentale per monitorare lo stato di diversi ambienti, come l’acqua, gli oceani, le coste, l’atmosfera e il terreno, nonché per comprendere e valutare l’impatto umano sull’ambiente e assumere decisioni informate per mitigare gli effetti negativi sul clima. Ad esempio, il settore privato – in particolare le istituzioni finanziarie – ricorrono ai dati di EO per attuare le politiche ESG e di sostenibilità, oltre che per il monitoraggio dei rischi climatici e ambientali, tra cui l’esecuzione delle valutazioni di impatto e di rischio e la gestione delle risorse naturali. Inoltre, governi e istituzioni pubbliche se ne avvalgono, fra l’altro, per fornire avvisi tempestivi in merito a eventi meteorologici estremi e gestire le risorse idriche. Inoltre, sul tema si colloca una tra le principali iniziative della Commissione europea, ossia Destination Earth (DestinE), che combina dati meteorologici e climatici, modelli previsionali all’avanguardia e tecnologia EO per sviluppare un modello digitale della Terra, al fine di comprendere in maniera approfondita gli impatti del cambiamento climatico, simulare possibili scenari futuri e formulare strategie di mitigazione efficaci.

ENERGIA E MATERIE PRIME

Per il segmento energia e materie prime si nota un utilizzo mediamente elevato di dati e servizi di EO, particolarmente marcato con riguardo agli operatori nel dominio dell’energia solare, mentre si rileva una minore diffusione nell’energia eolica e nelle materie prime. Sul punto, i Regolamenti UE 2023/1542 (relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie) e 2024/1252 (sull’approvvigionamento di materie prime critiche), stabilendo obblighi di maggiore trasparenza nell’ambito delle catene del valore dei metalli e la necessità di misurare in modo indipendente l’impatto ambientale delle attività estrattive, rappresentano elementi centrali nel favorire l’adozione di dati e servizi EO. Ad ogni modo, in questo settore una delle applicazioni che più sta beneficiando dei dati satellitari – in particolare, quelli di EO – riguarda la scelta, la pianificazione e il monitoraggio delle parti di territorio in cui installare un sito produttivo o estrattivo, in quanto possono supportare, ad esempio, la valutazione circa il fabbisogno di energia rinnovabile (per i parchi solari ed eolici), nonché aumentare la stabilità della rete energetica e anticipare i prezzi dell’energia a breve termine. Non meno rilevante è l’apporto dei dati di EO nel monitorare l’attuazione e l’efficacia delle attività di due diligence rispetto alla catena di fornitura. Tuttavia, vi sono ancora alcuni ostacoli, tra cui la ridotta risoluzione temporale di alcune “Sentinelle” di Copernicus, il cui aggiornamento è slittato a causa dei ritardi connessi alla crisi dei lanciatori europei.

ASSICURAZIONI E FINANZA

A differenza dei segmenti sin qui esaminati, quello che ricomprende soggetti delle assicurazioni e della finanza mostra un livello medio di adozione di dati e servizi di EO, con la maggior parte degli stakeholder interessati che li utilizza per calcolare indici specifici, modelli di rischio, valutare e gestire i sinistri, oltre a sviluppare strategie logistiche per quelle organizzazioni che sfruttano le risorse naturali, come nel commercio delle materie prime. Per di più, Copernicus consente di monitorare – come anticipato – alcuni parametri metereologici come il tasso di precipitazioni, la velocità del vento e la temperatura, che possono essere utilizzati per realizzare polizze assicurative trasparenti in quanto data-driven. Anche per questo segmento non mancano alcuni ostacoli, i quali stanno rallentando la diffusione verso una platea più ampia di utenti e beneficiari. Tra questi, rileva in maniera sostanziale, da un lato, la natura conservatrice del settore e, dall’altro, la mancanza di competenze in materia di EO. Diversamente, si prevede che la componente Copernicus potrà diffondersi maggiormente in questo segmento grazie ai modelli di rischio associati alle politiche ESG.

UN PRIMO QUADRO PER VALUTARE I BENEFICI DEI PROGRAMMI SPAZIALI

Nella stessa data, la Commissione ha reso noto un primo framework concettuale per misurare i benefici dei programmi spaziali, ivi incluso il Programma spaziale dell’UE, in termini di impatto economico, sociale e ambientale dell’uso di dati e servizi spaziali. Tale quadro è stato sviluppato in collaborazione con EUSPA e successivamente convalidato da OCSE, Eurostat, JRC, ESA e alcuni esperti degli Stati Membri. Si tratta di uno strumento fondamentale, in quanto sopperisce alla mancanza di indicazioni chiare e standardizzate per condurre valutazioni di impatto relative alle ripercussioni dello spazio su altre attività di business e, in particolar modo, per effettuare un’analisi costi-benefici dei programmi spaziali. In questo contesto, vengono richiamate tre macro-categorie da considerare, ovverosia:

  • Benefici finanziari, nell’ambito dei quali si tiene conto delle transazioni finanziarie correlate direttamente ai programmi spaziali;
  • Benefici economici monetizzabili, che fa riferimento alla determinazione del prezzo di mercato per determinati prodotti o servizi per cui non è disponibile una valutazione in tal senso. Pertanto, questo processo richiama diverse metodologie alternative, le quali non possono prescindere da indagini che mirano a comprendere i potenziali beneficiari di quel prodotto e/o servizio e l’effettiva utilità che tali soggetti possono trarne;
  • Benefici non monetizzabili, in cui rientrano tutti quei benefici strategici derivanti dai programmi spaziali, oltre a quelli di tipo economico che allo stato attuale non possono essere attribuiti in maniera precisa e diretta a tali programmi, in quanto non è stato ancora chiarito il loro apporto per diversi segmenti di mercato.

CONCLUSIONI

In definitiva, permangono alcuni ostacoli da superare per realizzare una più ampia integrazione dei dati e dei servizi derivati dallo spazio, inclusi quelli di EO, nelle attività degli attori pubblici e privati che non operano direttamente nel settore spaziale. È quindi fondamentale promuovere la diffusione di solidi meccanismi di monitoraggio dei benefici dei programmi spaziali, come evidenziato dal rapporto dell’ECA, nonché il coinvolgimento di tutte le parti interessate attraverso un approccio collaborativo e partecipato. Inoltre, è necessaria una maggiore chiarezza nella comunicazione, in particolare per facilitare l’accesso alle numerose opportunità di finanziamento di cui possono beneficiare diversi settori economici.

Allo stesso tempo, in linea con le priorità dichiarate dalla Commissione europea, è assolutamente urgente che si stabilisca una strategia per l’utilizzo e l’integrazione dei dati spaziali nel maggior numero di settori economici. Difatti, un quadro regolatorio chiaro e quanto più uniforme possibile in tutti gli Stati Membri può decisamente accelerare questo processo.

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Alessandro D’AMATO