Parigi 2024: il Pentathlon Moderno saluta l'Equitazione. Il bilancio del tecnico azzurro Maria Elena Panetti - FIPM

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Domenica 11 agosto 2024 il Pentathlon Moderno ha salutato, definitivamente, l’equitazione. Una delle cinque discipline di questo nobile sport, ideato e voluto dallo stesso fondatore dei Giochi Olimpici moderni, il barone Pierre de Coubertin, la più affascinante e a volte controversa. I 72 pentatleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono entrati di diritto nella storia, perché sono stati gli ultimi a gareggiare nella prova di equitazione. E lo hanno fatto in un contesto altrettanto storico, i giardini della Reggia di Versailles, scelto probabilmente non a caso, per celebrare questa nobile disciplina. “Non si poteva chiedere conclusione migliore, sia come selezione di cavalli che come location, che credo sia stata a livello indiscusso la più bella per una gara di pentathlon moderno. – racconta Maria Elena Panetti, Responsabile tecnico dell’equitazione della squadra italiana di Pentathlon Moderno a Parigi 2024Sia in semifinale che in finale si sono svolti percorsi estremamente corretti per quello che è l’equitazione nel pentathlon e in linea con quello che abbiamo trovato in questo triennio nelle varie tappe di Coppa del Mondo”.

E l’Italia si è comportata altrettanto egregiamente, scrivendo un altro pezzo di storia. Grazie a Giorgio Malan che ha conquistato uno storico bronzo, la quinta medaglia a cinque cerchi di sempre a livello individuale nella storia del pentathlon moderno italiano, a 36 anni dall’argento di Carlo Massullo a Seoul. E poi i quinti posti di Matteo Cicinelli ed Elena Micheli, e il tredicesimo di Alice Sotero. “I quattro atleti italiani hanno ottenuto ottimi risultati, e l’equitazione è stata senz’altro di grande aiuto per i loro piazzamenti. Personalmente molto soddisfatta del lavoro fatto. Gli ottimi risultati di Matteo Cicinelli, in particolare, che nella prova di equitazione ha sempre avuto qualche difficoltà, dimostrano che è riuscito a mettere in campo tecnica e concentrazione nel momento di massima pressione. – prosegue Panetti – È stato davvero un bello spettacolo, una gara estremamente corretta con un percorso costruito con intelligenza, nella quale non si sono viste scene che dimostravano i punti deboli dei pentatleti, anzi. Tutti gli atleti in gara hanno affrontato due percorsi di livello alto, in semifinale e finale, ai quali molti non sono abituati normalmente”.

Ora, come già accaduto nelle categorie giovanili, i pentatleti si troveranno di fronte all’Obstacle Discipline (OD), la nuova disciplina a ostacoli appunto. I primi atleti della categoria senior ad affrontarla in una gara internazionale saranno i ragazzi che da domani saranno impegnati ai Mondiali Universitari in Lituania.

Ma l’equitazione non lascia soltanto ricordi indelebili e immagini spettacolari. Ai pentatleti “lascia a livello mentale la necessità di adattarsi in breve tempo a una serie di variabili. Non conoscere il cavallo, non provare il percorso, avere un numero ridotto di salti in campo prova per creare il binomio che è fondamentale, sono elementi che lasciano al pentatleta la prontezza di adattarsi ai cambiamenti in modo piuttosto rapido. La capacità di creare in poco tempo un feeling con un essere vivente che ha reazioni non standardizzate. Era questo lo spettacolo dell’equitazione nel pentathlon moderno, nel bene e nel male”, spiega ancora Panetti. Adesso, con la nuova disciplina, “credo che ci saranno cambiamenti anche a livello caratteriale negli atleti, perché andremo a stimolare una parte caratteriale completamente diversa. Finora si richiedeva tranquillità e gestione dal punto di vista emotivo, mentre nell’OD in pochi secondi bisogna tirare fuori una performance dovuta prevalentemente a preparazione tecnica e fisica. Sicuramente anche l’OD avrà un’evoluzione nel percorso, come accaduto per il laser run, sia dal punto di vista tecnico che per incremento delle difficoltà, anche per mantenere la sua attrattività. L’equitazione – conclude Maria Elena Panetti – aveva il suo valore estremo, perché poteva far perdere la gara, e quindi una medaglia, in caso di eliminazione. Il tempo dedicato all’equitazione da un pentatleta, dovuto alle difficoltà nel reperire i cavalli, inserire gli allenamenti nel corso della stagione, portava comunque a dire ‘mi alleno ma spero anche nel lucky moment’, e creava momenti di tensione anche nello spettatore che assisteva allo spettacolo di questa disciplina”.

I pentatleti italiani sono sempre stati protagonisti di questo spettacolo, grazie anche al supporto costante del Centro Militare di Equitazione di Montelibretti che ha permesso agli atleti della Federazione Italiana Pentathlon Moderno di allenarsi per anni, garantendo sempre la massima disponibilità nel fornire cavalli e strutture, sia per gli allenamenti che per le gare nazionali. Un ringraziamento speciale va anche agli sponsor Kep Italia e For Horses che hanno sostenuto la Fipm in questi anni fornendo materiale e la massima disponibilità.

Photo credit Paris 2024: Uipm – IOC / Nuno Gonçalves – IOC / Filip Komorous

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Sonia