Un team di ricerca coreano ha raggiunto un significativo progresso nell’ambito delle celle solari a perovskite a base di stagno-alogenuro (Sn-HPs), introducendo un nuovo additivo chiamato 4-Phenylthiosemicarbazide (4PTSC). Le perovskiti sono materiali promettenti per il settore fotovoltaico grazie al loro potenziale per una produzione a basso costo e ad alta efficienza.
Il nuovo composto ha dimostrato di migliorare notevolmente la crescita dei cristalli nelle perovskiti, riducendo i difetti strutturali che tradizionalmente ostacolano l’efficienza delle celle solari. Inoltre, grazie alle proprietà chimiche del 4PTSC, è stata migliorata anche la durabilità del materiale, riducendo l’ossidazione e l’infiltrazione di umidità, due problemi che affliggono le perovskiti di stagno-alogenuro.
In particolare, le perovskiti a base di stagno-alogenuro rappresentano un’alternativa più ecologica rispetto alle perovskiti a base di piombo, che sono altamente performanti ma anche tossiche. Tuttavia, le celle solari a perovskite di stagno-alogenuro affrontano sfide significative, come la cristallizzazione disordinata e la scarsa stabilità, che ne limitano l’efficienza e la durata. Grazie a questo additivo, il team è riuscito a produrre celle solari con un’efficienza di picco del 12,22% e una tensione a circuito aperto migliorata di 0,94 V. Queste celle solari hanno mostrato una stabilità a lungo termine impressionante, mantenendo quasi il 100% dell’efficienza iniziale dopo 500 ore e circa l’80% dopo 1200 ore in condizioni ambientali, senza alcuna incapsulazione. Questo rappresenta un miglioramento significativo rispetto ai dispositivi di controllo, che mostravano un degrado marcato entro le prime 300 ore.