Come accudire i gattini appena nati? - News Petme

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L’arrivo di piccole creature feline porta nelle case una gioia immensa, accompagnata da nuove responsabilità. Tra le mura domestiche, i primi giorni di vita dei cuccioli rappresentano un periodo cruciale, ricco di sfide e momenti preziosi. La comprensione del legame materno, unita alla conoscenza delle giuste tempistiche per l’interazione umana, diventa fondamentale per il benessere sia dei gatti che dei proprietari

In Italia, oltre 10 milioni di gatti condividono le nostre case, e molti di voi potrebbero essere pronti ad accogliere un nuovo felino proprio in questo periodo. Dalla tarda primavera fino all’inizio dell’autunno, la natura segue i suoi cicli, portando alla nascita di numerosi gattini. In questi giorni, dunque, è comune assistere a molti parti.

La nascita di una nuova vita è sempre un evento meraviglioso ma, sia che siate proprietari di gatti o che abbiate intenzione di adottarne uno, sono molte le domande al riguardo.

In questo articolo tenteremo di rispondere a quelle più frequenti per aiutare voi, mamma gatta e i gattini nella prima fase della loro vita.

Si possono toccare i gattini appena nati?

Questa è la domanda più frequente e non c’è da meravigliarsi. Quanto sono belli i gattini appena nati? Tantissimo, troppo, così tanto che il nostro primo istinto è sicuramente quello di avvicinarci e di accarezzarli o addirittura di prenderli in braccio. Un gesto istintivo, innocente, che per noi è testimonianza del nostro amore verso mamma gatta e i suoi piccoli, ma che può trasformarsi in tragedia. Se interagiscono con gli esseri umani, i gattini appena nati infatti rischiano di perdere il proprio odore, caratteristica fondamentale in natura, e la madre potrebbe non riconoscerli e smettere di nutrirli, oltre a tentare di allontanarli. Dovrete limitarvi ad osservare la meravigliosa scena di vita felina con gli occhi a cuore e aspettare almeno 10 giorni prima di poter toccare i cuccioli.

Ad ogni modo bisogna utilizzare sempre dei guanti, oppure un panno, così da coprire l’odore umano e, per ogni dubbio, è sempre meglio rivolgersi prima ad un veterinario.

La madre sa benissimo come accudire i propri figli, per cui lasciamo che sia lei ad occuparsi di loro. Ci sono tuttavia dei casi in cui si rende necessario l’intervento dell’uomo ed è che qui la regola di utilizzare un panno o dei guanti sterili va osservata tassativamente.

Quando si possono togliere i gattini alla mamma? 

Per rispondere a questa domanda, è la legge italiana a venirci in aiuto. Dal 2008 infatti è in vigore un’ordinanza firmata dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali in cui vengono indicati 60 giorni come periodo minimo in cui i gattini, o i cuccioli di cane, devono per forza rimanere accanto alla mamma. Trascorsi i due mesi dalla nascita è possibile togliere i piccoli dalla madre, anche se sarebbe meglio lasciare che mamma gatta e figli restino assieme più a lungo. Durante questo periodo, i gattini imparano a vivere sotto la guida attenta della madre, che li accompagna nelle attività quotidiane. Dall’alimentarsi autonomamente al fare i propri bisogni nel posto giusto, il supporto materno è fondamentale per prepararli a diventare un giorno degli adulti equilibrati. Anche la socializzazione con i fratellini gioca un ruolo essenziale nella loro crescita, soprattutto per aiutarli a inserirsi nella società. Se viene a mancare questa guida o se il loro periodo di apprendimento viene interrotto anticipatamente, è probabile che la versione adulta di quelle adorabili creaturine sia ben più problematica, soprattutto dal punto di vista comportamentale. Ecco perché c’è bisogno di almeno 60 giorni per poter togliere i gattini alla mamma, ma dilatare ulteriormente questo periodo di tempo potrebbe essere una soluzione anche migliore.

Dove mettere i gattini appena nati?

Se la vostra gatta ha partorito in casa, avrà sicuramente scelto da sola il luogo più adatto per dare alla luce i suoi piccoli, spesso una cuccia o il trasportino. Anche in questo caso, il ruolo della madre è fondamentale: grazie al calore che emana, è in grado di garantire ai cuccioli una temperatura corporea adeguata, poiché nei primi giorni di vita non sono ancora in grado di autoregolarsi e non lo saranno per intere settimane. È chiaro che, in assenza della madre, diventa fondamentale riuscire a mantenere la giusta temperatura corporea dei gattini in ogni modo che ci è possibile.

Può succedere infatti di imbattersi in cuccioli abbandonati o orfani e quello che bisogna fare è innanzitutto assicurarsi che i piccoli stiano al caldo.

Se non si dispone di una cuccia o di un trasportino, è sufficiente una scatola con all’interno coperte e asciugamani per isolare bene l’interno dagli agenti esterni. Una buona idea può essere anche quella di utilizzare una borsa dell’acqua calda (avvolta da un panno onde evitare che i gattini si brucino) o anche un termoforo, un cuscino termico che si riscalda collegandolo alla corrente e rilascia calore a comando.

Naturalmente anche la temperatura esterna gioca un ruolo importante, per cui valutate in base al periodo dell’anno la soluzione migliore per riscaldare i gattini appena nati.

Anche nella sfortunata situazione in cui la madre non sia presente, i primi a cercare di mantenere la temperatura corporea più adatta saranno proprio i piccoli, cercando negli altri fratelli una fonte di calore.

Prendersi cura dei gattini appena nati è sicuramente una responsabilità, specie nel triste caso dei gattini orfani, e richiede un certo impegno, ma con le giuste attenzioni e con tanto amore potrete crescere dei compagni di vita a quattro zampe che sapranno ricompensarvi di tutti i sacrifici.

Foto: IPA

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Pietro Santini