«Il regime seguito per la gestione dei superbonus, accusato di essere una mina per i conti pubblici, ha seguito un cammino tortuoso e spesso contraddittorio, mettendo in difficoltà una parte del settore edile. Se l’operazione superbonus avesse previsto da subito una diluizione della fruibilità su un arco temporale più lungo, se da un lato non avessimo avuto la violenta riduzione del rapporto deficit pil oramai arcinota, dall’altro lato non ci saremmo trovati nella necessità di cambiarne la normativa una trentina di volte, in maniera così paralizzante e penalizzante per l’edilizia”. Così Flavio Zanarella, presidente di Federsviluppo di Federcontribuenti commentando i dati resi noti ieri dalla Cgia di Mestre relativi al superbonus.
«A distanza di mesi si naviga nella nebbia per quanto concerne i veri costi di questa importante e surreale iniziativa governativa e – sottolinea Zanarella – a gettare ulteriori nubi sulla regolamentazione del superbonus, quasi 11mila imprese edili hanno già chiuso. E’ certo che si sia trattato di una iniziativa che mancava di tutto un ecosistema, citiamo per esempio la possibilità non solo di trasferire il credito, ma anche, importantissimo, di cartolarizzarlo come si fa negli Stati Uniti da decenni, inserendolo nel portafoglio di fondi, assicurazioni, family office».
«Con il Superbonus si è avuto un forte impulso del Pil e del sistema edilizio italiano anche in considerazione delle norme europee sul green deal. Demonizzare il Superbonus – conclude Zanarella – è andare contro le nostre Pmi, gli artigiani e le famiglie».