Amiloidosi cardiaca, pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia il primo PDTA Nazionale

Compatibilidad
Ahorrar(0)
Compartir

Il documento di consenso è stato realizzato da SIC e ANMCO con il contributo di numerosi professionisti

La Rete Italiana dell’Amiloidosi Cardiaca (RIAC) ha recentemente presentato il documento “Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali per i pazienti con amiloidosi cardiaca”, di fatto il primo PDTA nazionale dedicato a questa patologia rara. Questa pubblicazione, basata sulle linee guida internazionali e adattata alla realtà clinica italiana, si pone l’obiettivo di indicare il percorso diagnostico-terapeutico assistenziale generale, declinabile nelle specifiche realtà regionali e locali.

Si tratta del primo documento nazionale frutto di ampio consenso scientifico, che possa rispondere alle necessità imposte dalla Legge 175 del 2021 (nota come Testo Unico Malattie Rare), che prevede esplicitamente la necessità di garantire, in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, l’accesso alle cure”, spiega all’Osservatorio Malattie Rare il Prof. Giuseppe Limongelli, U.O. Malattie Rare Cardiovascolari, Ospedale Monaldi di Napoli, AORN dei Colli e Direttore Centro Coordinamento Malattie Rare, Regione Campania. “All’articolo 4, la Legge sancisce infatti la necessità, a carico dei centri di riferimento, di definire il piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato, che comprende i trattamenti e i monitoraggi di cui necessita una persona affetta da malattia rara.”

Il documento sarà pubblicato sul numero di dicembre del Giornale Italiano di Cardiologia (qui disponibile l’anticipazione).

“Il documento chiarisce inoltre che sono posti a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN): i trattamenti sanitari, già previsti dai LEA o qualificati salvavita, compresi nel PDTA personalizzato e indicati come essenziali, in ambito di diagnosi (compresi gli accertamenti diagnostici genetici sui familiari); le prestazioni correlate al monitoraggio clinico; le terapie farmacologiche, anche innovative; le cure palliative; le prestazioni di riabilitazione; i percorsi assistenziali domiciliari, territoriali, semiresidenziali e residenziali. Questo documento nasce per rispondere alle esigenze dettate dalla Legge 175, ma anche dal Piano Nazionale Malattie Rare - spiega il Prof. Pasquale Perrone Filardi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) - che, tra gli obiettivi principali, prevede anche la creazione di un sistema equo di accesso ai trattamenti per le malattie rare, abbattendo le disparità tra differenti aree geografiche (Regioni/PPAA e ASL) o sottogruppi di popolazione”.

Per poter rendere effettivi questi principi fondamentali di equità si è resa fondamentale l’elaborazione di un documento di consenso che costituisse uno standard nazionale al quale poter fare riferimento. Le principali criticità per la realizzazione dei percorsi e degli obiettivi dichiarati sono legate alla grande eterogeneità delle realtà sanitarie regionali, alla comprensibile mancanza di specifiche strutture in molti centri (es. anatomia patologica, genetica, proteomica, ma anche immunofissazione e catene leggere libere), alla subottimale collaborazione tra territorio e centri di riferimento, alla difficoltà nella pratica clinica di realizzare una reale presa in carico globale e multidisciplinare, alla difficoltà di concentrare in un singolo centro un numero di pazienti sufficiente per acquisire esperienza e competenza gestionale clinica. “La Rete e il PDTA, che ne è uno strumento operativo, saranno snodo di condivisione e confronto di esperienze e promuoveranno appropriatezza, buone pratiche cliniche ed equità”, afferma il Dott. Fabrizio Oliva, Presidente Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO).

Questo documento rappresenta un 'manifesto programmatico' della Rete Italiana dell’Amiloidosi Cardiaca, che si sta organizzando e che sta mappando l’esperienza al suo interno, sia dal punto di vista della ricerca che da quello clinico-assistenziale, rappresentando un’opportunità di crescita comune per la condivisione di expertise, ma anche di realizzazione di una rete strutturale e operativa attraverso la messa a disposizione e l’integrazione tra i diversi centri a vario livello di autonomia diagnostica. Il PDTA è rivolto a tutti i professionisti sanitari che, dalla generazione del sospetto di malattia alla prescrizione delle terapie disease-modifying, sono coinvolti nella cura del paziente con amiloidosi cardiaca”, afferma il Prof. Gianfranco Sinagra, Presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e promotore del documento.

“Ricordiamo, infine, che l’epidemiologia dell’amiloidosi cardiaca è profondamente cambiata negli ultimi 10 anni, in seguito ad importanti avanzamenti nel campo diagnostico e della terapia. Questa malattia intrinsecamente eterogenea richiede l’integrazione tra esperti di differenti aree specialistiche e super-specialistiche mediche. Fondamentale la collaborazione con le associazioni dei pazienti. Il sospetto della malattia, il riconoscimento tempestivo e la conferma della diagnosi, la stratificazione prognostica, la gestione clinica e le strategie terapeutiche rappresentano ancora delle sfide da superare. Il ritardo diagnostico o il mancato riconoscimento della malattia possono avere un impatto significativo sulla prognosi dei pazienti, particolarmente nella forma da catene leggere”, conclude Sinagra.

Detalles de contacto
info@osservatoriomalattierare.it (Ilaria Vacca)