MONITOR DISTRETTI INDUSTRIALI TRIVENETI AL 2° TRIMESTRE 2024 – EXPORT: SUPERATI I 10,7 MILIARDI DI EURO
Nel secondo trimestre del 2024 le esportazioni a prezzi correnti dei distretti del Triveneto sono tornate, seppur lievemente, in territorio positivo (+0,1%), dopo l’avvio negativo del primo trimestre che ha risentito della debolezza del commercio internazionale.
I distretti Veneti sfiorano gli 8,6 miliardi di euro di export nel secondo trimestre 2024, con una variazione tendenziale seppur negativa in miglioramento rispetto al primo trimestre (-0,5% nel 2° trimestre 2024 vs -3,5% nel 1° trimestre 2024), mentre si registra un più deciso cambio di passo nel Trentino Alto Adige (1,5 miliardi di euro in aumento del +2,8%) e nel Friuli Venezia Giulia (circa 760 milioni di euro in crescita del + 2,5%).
I distretti del Triveneto dell’industria alimentare, si sono distinti per una crescita brillante (+11,4%), superiore all’aumento tendenziale registrato negli stessi comparti a livello nazionale (+6,4% agroalimentare nazionale distrettuale).
A questi risultati si sono aggiunti gli incrementi di alcuni distretti del sistema casa (Elettrodomestici dell’inox Valley, Mobili e pannelli di Pordenone, Prodotti in Vetro di Venezia e Padova e Porfido di Val di Cembra) che hanno così compensato i cali registrati nel sistema moda soprattutto della filiera pelle.
Nel secondo trimestre 2024 sono cresciute le esportazioni verso l’Asia Centrale (+14,6%, trainata in particolare da India e Kirghizistan), nel Medio Oriente (+10,8% prevalentemente negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita) e in America Latina (+8,2% grazie principalmente al Brasile).
I mercati di sbocco europei hanno mostrato una maggiore tenuta rispetto alla media distrettuale nazionale, fatta eccezione per la Svizzera (ricompresa nell’aggregato “Altri Europa”) che risente del calo delle Calzature del Veronese. Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito, primi 4 mercati di sbocco per rilevanza nel 2023, pur restando in territorio negativo, hanno rallentato il calo osservato nel primo trimestre.
La Germania in particolare è passata da un decremento del -8,7% tra gennaio e marzo a -5,3% nel Veneto e ha decisamente segnato una ripresa brillante in Friuli Venezia Giulia (+8,8%) e in Trentino Alto Adige (+6,0%).
È cresciuto dunque il numero dei distretti in territorio positivo: erano 15 nel primo trimestre 2024 e sono diventati 19 su 42 nel secondo trimestre.
Tra i primi dieci distretti
Tra i primi dieci distretti per aumento dei livelli esportati nel secondo trimestre troviamo innanzitutto l’Oreficeria di Vicenza (+87,5 milioni di euro); si sono distinti anche la Termomeccanica di Padova, al secondo posto, seguita da Mele dell’Alto Adige, Meccanica strumentale di Vicenza, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Elettrodomestici di Inox Valley, Grafico-Cartario veronese, Legno e arredo di Treviso la Meccatronica dell’Alto Adige e Mobili e Pannelli di Pordenone.
Miglioramento dell’export nel secondo trimestre ma fa eccezione la moda
Nel secondo trimestre 2024 i distretti del Veneto hanno superato gli 8,6 miliardi di euro di esportazioni a prezzi correnti. Considerando i primi sei mesi dell’anno solo 9 distretti su 26 hanno incrementato le esportazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma il bilancio migliora se si osservano i risultati del secondo trimestre in cui 12 distretti hanno riportato variazioni tendenziali positive. Solo il sistema moda segna un calo (-4,0%) anche nel secondo trimestre ad eccezione del distretto dell’Oreficeria di Vicenza in crescita a doppia cifra (+15,8%).
Oreficeria
L’Oreficeria di Vicenza per il secondo trimestre consecutivo deve gran parte del suo incremento ai flussi verso la Turchia (+135% su 2 trim 2023), spinti dalla forte domanda di oro locale per contrastare la perdita di potere d’acquisto causata dall’elevata inflazione che ha colpito il Paese. Per il distretto orafo risultano trainanti anche gli Emirati Arabi Uniti, il Sudafrica (+25%), la Malaysia (+33%) e il Messico (+31%), mentre rallentano ulteriormente le esportazioni verso gli Stati Uniti (-12% dopo un primo trimestre che aveva toccato già un -10%).
Moda
L’andamento negativo dei distretti del sistema moda veneto (-4,0% nel 2° trimestre 2024) risente sia del peggioramento dell’Occhialeria di Belluno (-6,8%, in calo diffuso in tutti i mercati di sbocco, fanno eccezione Regno Unito, Cina ed Emirati Arabi Uniti), del Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene e Valdagno (-7,3%) e del Tessile e abbigliamento di Treviso (-10,9%), sia soprattutto dei distretti della filiera pelle (-7,5%) che confermano i cali già osservati tra gennaio e marzo anche se con alcune differenze.
Rimangono su riduzioni più contenute dell’export la Concia di Arzignano (-3,6%) e le Calzature del Brenta (-5,9%), queste ultime in leggero recupero rispetto al primo trimestre: entrambi i distretti della filiera pelle sono i più coinvolti nella fascia alta del lusso sia a monte con i pellami che nella produzione destinata ai grandi brand francesi. È stato infatti proprio nel mercato francese che si è verificata larga parte del calo di vendite dei due distretti veneti.
Nel distretto conciario vicentino, dove la destinazione d’uso prevalente è legata principalmente alle calzature e alla pelletteria di lusso, i maggiori cali si sono registrati non solo in Francia ma anche negli Stati Uniti e in Germania, dove il distretto esporta anche verso il settore automotive per gli allestimenti delle linee di alta gamma; segnali positivi sono arrivati invece da Vietnam, Serbia, (con cui il distretto intreccia rapporti di esternalizzazione) e Cina. Cali più rilevanti si sono invece osservati nella Calzatura veronese (-9,0%) e nella Calzatura sportiva e sportsystem di Montebelluna (-13,9%), anche se con segnali di miglioramento rispetto al primo trimestre: il primo distretto cresce in Polonia (+50%), in Francia (+28%) e in Spagna (+26%) attenuando il calo delle vendite nei primi due mercati di riferimento di Germania e Svizzera; il secondo cresce in Polonia (+56%), Spagna (14%), Cina (+26%) e Paesi Bassi, compensando in parte le diminuzioni nei primi tre mercati di sbocco (Francia, Germania e Stati Uniti).