La situazione
A partire dal 2015 il Venezuela sta affrontando la crisi economica e sociale più grave della sua storia recente. Nel 2016, la drastica caduta del prezzo del petrolio ha determinato una scarsità di alimenti, una iperinflazione e il collasso del sistema sanitario, in un clima di crescente violenza. Gravi le conseguenze sul piano della salute e della sopravvivenza fisica: secondo i dati diffusi da Caritas Venezuela il 65% dei bambini presentano deficit nutrizionali. Solo il 15% delle famiglie del Paese può nutrirsi in maniera adeguata. La situazione ha provocato una massiccia ondata migratoria, la più grande mai registrata in America Latina nel corso degli ultimi 50 anni. Secondo l’OIM – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sono più di 8 milioni venezuelani fuori dal Paese, un quarto della popolazione totale del Venezuela. La crisi migratoria venezuelana è una delle più grandi al mondo. L’85% di questi migranti si trova nei Paesi limitrofi dell’America Latina e dei Caraibi. La tendenza di questo flusso migratorio inizia in Colombia, che accoglie il maggior numero di migranti venezuelani (2,8 milioni). Da lì molti si spostano verso l’Ecuador , Perù e Brasile , ma anche verso nord, attraverso la pericolosa rotta del Darièn, una foresta impervia che si estende per 266 chilometri ai confini tra Colombia e Panama, passaggio terrestre obbligato per i migranti diretti verso nord, dominata da animali pericolosi e bande criminali. Quasi il 90% di questi migranti in transito si trova in una situazione di bisogno umanitario: protezione; alloggio, assistenza alimentare e sanitaria, integrazione socioeconomica.
Dal 28 di luglio, dopo le contestatissime elezioni presidenziali dove Maduro si è nuovamente imposto al potere con una vittoria elettorale non riconosciuta dalla maggior parte della popolazione venezuelana né da buona parte della Comunità Internazionale , la già difficile situazione socio-economica è deteriorata. Recenti report affermano che l’85% della popolazione venezuelana è in uno stato di povertà e l’inflazione sta rendendo i prezzi dei generi di prima necessità ( ancora reperibili nel paese) elevatissimi.
Cosa sta facendo Caritas Italiana
Caritas Italiana è parte del Gruppo di Lavoro sulla Crisi Venezuelana (GTV), coordinato da Caritas Internationalis, che ha come obiettivo consolidare una rete di cooperazione tra le Caritas membro della Confederazione, così da aumentare l’impatto e la sostenibilità del lavoro svolto da Caritas Venezuela e dalle Caritas sorelle che operano a favore del popolo venezuelano colpito da questa crisi dentro e fuori dal paese.
Caritas Italiana, inoltre, continua il suo sostegno ad ALI Onlus– Associazione Latino-americana in Italia, per l’invio di medicinali e di materiale sanitario, di cui il paese bolivariano è sprovvisto. L’attuale contributo è rivolto a sostenere le spese di spedizione di due tonnellate di medicinali, inviate direttamente alle Caritas diocesane del Venezuela e ad altre associazioni della società civile che offrono servizi sanitari gratuiti alla popolazione più vulnerabile.
Cosa ha fatto Caritas Italiana
Caritas Italiana ha sostenuto l’Emergency Appeal di Caritas Internationalis nel 2017, contribuendo con 600 milioni di euro per aiutare 131.782 persone in Venezuela con interventi su sicurezza alimentare, igiene e salute. Nel 2021, ha finanziato un progetto da 30.000 euro nello stato brasiliano di Roraima, fornendo aiuti essenziali a 2.000 famiglie di migranti venezuelani e supportando un’accoglienza diffusa. Dal 2017, ha inviato oltre 6.000 kg di medicinali e prodotti sanitari tramite ALI.
Prospettive di intervento
- Costante monitoraggio della situazione interna e dei flussi migratori tramite partecipazione a GTV ed incontri regionali sulla crisi migratoria venezuelana
- Pianificazione di un intervento transfrontaliero per rispondere ai bisogni dei migranti venezuelani e non solo.
- Invio di farmaci tramite ALI
Aggiornato il 9 Gennaio 2025