Tra i generi musicali prediletti dai compositori romantici e tardoromantici, la Fantasia rappresenta la tela bianca su cui dare forma alle idee musicali con la massima libertà, senza rinunciare alla spontaneità dell’estro artistico, che si può così esprimere svincolandosi da rigide costrizioni strutturali. Pur trovando ampio impiego soprattutto nella prima metà dell’Ottocento con autori quali Schubert, Mendelssohn, Chopin e Schumann, già eredi di svariati antecedenti classici, la Fantasia pianistica fu esplorata anche da alcuni dei compositori successivi. Tra questi vi fu anche Anton Bruckner, noto in primo luogo per la sua imponente produzione sinfonica e corale, che nel 1868 scrisse la Fantasia in sol maggiore WAB 118, una breve composizione in due movimenti, che si succedono senza soluzione di continuità, entrambi nella forma ternaria ABA. Se nel primo movimento, Langsam und mit Gefühl («Lentamente e con sentimento»), il tono nostalgico e dolce della melodia, l’equilibrio della scrittura e la sobrietà armonica rievocano gli echi di un puro Romanticismo ormai lontano, nell’Allegro pare ci sia un vero e proprio ritorno al Classicismo, eluso solo dalla presenza di certe modulazioni armoniche tipicamente tardoromantiche.
L’autore che più di tutti elesse la fantasia a principio fondante della propria produzione artistica è stato sicuramente Robert Schumann, anche in virtù del suo forte interesse per la letteratura, che influenzò in maniera importante molte sue opere, come Kreisleriana, meraviglioso ciclo pianistico di otto Fantasie composto nel 1838, in pochissimi giorni, inizialmente come omaggio all’amata Clara Wieck, poi dedicato «all’amico Chopin». Il titolo denuncia l’ispirazione dell’opera, che trae origine da un personaggio fittizio nato dalla penna dello scrittore romantico E. T. A. Hoffmann, Johannes Kreisler, un direttore d’orchestra eccentrico e folle, costantemente animato dalle passioni più intense e contrastanti; una sorta di alter ego schumanniano, dunque.
Gli slanci ardenti e febbrili, così come i momenti visionari e sognanti del musicista immaginario, confluiscono naturalmente nella musica di Schumann, che ne amplifica l’essenza, raggiungendo con Kreisleriana uno dei vertici più alti della sua carriera di giovane compositore.
Al contrario di Schumann, Johannes Brahms si dedicò al genere della Fantasia durante la sua maturità, in seguito ad un periodo di distacco dalla composizione per pianoforte solo, rimasto in sospeso dal 1879, da quando aveva composto le due Rapsodie. Fu così che, nel 1892, il compositore tedesco pubblicò le sette Fantasie op. 116: una raccolta di tre Capricci dal carattere massiccio e ferreo, a tratti irrequieto, e quattro Intermezzi intrisi di nostalgica poesia, che anticipano la dimensione intimistica e sognante di quelle opere pianistiche brahmsiane successive che, insieme all’op. 116, costituiranno una sorta di testamento musicale pianistico.