Traduzione di cortesia
A cura del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani.
Di fronte ad una situazione internazionale sempre più imprevedibile, il G7 resta un formato essenziale. Il rispetto del diritto internazionale guida le nostre azioni in questo anno di Presidenza italiana del Gruppo. Purtroppo, questi principi rischiano oggi di essere offuscati dal ritorno della politica di potenza e dal riemergere di nuove crisi.
Ovviamente, l’agenda del G7 è in parte dettata dall’attualità. La guerra russa contro l’Ucraina e la crisi in Medio Oriente stanno già dominando i nostri dibattiti.
L’aggressione brutale e illegale della Russia contro l’Ucraina ha segnato una svolta funesta in questo senso. È fondamentale contrastare questa degenerazione e riaffermare i valori che consentono la coesistenza pacifica tra le nazioni. Dopo la brutale fine di Alexei Navalny – che ha dedicato la sua vita ai valori del diritto e della democrazia – è ancora più importante sostenere la lotta di Kiev per la libertà e l’indipendenza.
È chiaro che il futuro dell’Ucraina è tracciato all’interno della famiglia europea. Da questo punto di vista, la Russia ha già subito una dura sconfitta. Il Consiglio europeo ha preso la storica decisione di avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’UE, con il nostro sostegno, ed è stato appena approvato un nuovo, importante pacchetto di aiuti europei. Il G7 ha inoltre dato seguito alle decisioni prese a Vilnius per definire gli impegni per la sicurezza e il sostegno a lungo termine dell’Ucraina, e diversi Stati membri sono ormai prossimi a concludere accordi bilaterali in tal senso. Il nostro impegno proseguirà anche l’anno prossimo: nel 2025 l’Italia organizzerà la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, che la Germania ospiterà quest’anno.
L’altra questione scottante per il G7 rimane la drammatica crisi umanitaria a Gaza. Israele ha il diritto di difendersi in conformità al diritto internazionale umanitario. Non può esserci giustificazione per l’atroce attacco terroristico di Hamas e la presa di ostaggi. Ma la protezione della popolazione civile rimane una priorità, così come il flusso continuo e la distribuzione degli aiuti umanitari. L’Italia è in prima linea in questo senso, con misure di sostegno molto concrete. In una delicata operazione coordinata dalla nostra Unità di Crisi con il supporto delle nostre Ambasciate a Il Cairo e a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme, oltre che dei Ministeri della Difesa e della Salute, abbiamo evacuato dal valico di Rafah diversi bambini palestinesi feriti, che sono stati imbarcati sulla nave Vulcano della Marina Militare e portati in Italia per essere curati nei nostri ospedali.
È chiaramente necessario sviluppare una strategia più ampia per uscire dalla fase attuale e investire in una prospettiva politica per una soluzione “due popoli, due Stati”. L’Italia sostiene tutti gli sforzi di mediazione in corso, volti a stemperare e a ridurre le tensioni, per evitare di regionalizzare la crisi. Il G7 ha l’ambizione di contribuire a una soluzione diplomatica e noi tutti siamo già fortemente impegnati in questa impresa. Io stesso ho visitato di recente la regione, compreso il Libano, e ho invitato tutti i miei interlocutori a concentrarsi su questa visione del futuro.
Il ricatto e la minaccia alla navigazione nel Mar Rosso da parte degli Houthi devono metterci in guardia dai rischi di un allargamento del conflitto. Gli attacchi alle navi in transito mettono in pericolo una delle rotte commerciali più importanti del mondo. L’impatto economico di un’interruzione della navigazione in quest’area potrebbe avere ripercussioni gravi sulla stabilità delle nostre economie.
Italia, Francia e Germania hanno fortemente auspicato che l’Unione Europea svolga un ruolo – con l’operazione militare navale “Aspides” – nella difesa delle navi mercantili che attraversano quest’area strategica per il commercio internazionale. Altri membri del G7, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, sono già attivi nella “Prosperity Guardian”. I nostri sforzi convergono: proteggere il commercio e fare tutto il possibile per trovare una soluzione diplomatica.
La prosperità e la stabilità nell’Indo-Pacifico sono tradizionalmente nell’agenda del G7 e questa regione strategica sarà una priorità anche per la nostra Presidenza. Il rispetto del diritto internazionale, basato sul principio della libertà di navigazione, è altrettanto necessario nell’Indo-Pacifico quanto nel Mar Rosso o nel Mediterraneo.
La nostra Presidenza desidera portare una rinnovata attenzione sul partenariato del G7 con l’Africa. È indispensabile investire in Africa in settori chiave come l’istruzione, la salute, la sicurezza alimentare, l’energia e le infrastrutture. Abbiamo recentemente organizzato il Vertice Italia-Africa a Roma e lanciato il “Piano Mattei” per identificare le priorità con i nostri partner africani. Si tratta di un’iniziativa che desideriamo integrare in una più ampia azione del G7 e dell’UE. Il futuro del mondo si gioca in gran parte in Africa, nostro vicino e continente più giovane del mondo. Dobbiamo riconoscere il legame tra crescita e migrazioni e promuovere lo sviluppo sostenibile del continente.
La Presidenza del G7 deve dare nuovo slancio all’azione del Gruppo di fronte alle sfide globali che la comunità internazionale deve affrontare. Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, ovviamente, così come la transizione verde e in particolare la transizione energetica. Ma anche lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.
Tutte queste sfide richiedono innanzitutto una stretta collaborazione tra di noi. Il G7 è soprattutto uno sforzo collettivo. La sua forza risiede nella sua coesione. La Presidenza italiana intende incoraggiare un dialogo aperto e costruttivo, in nome del bene comune della comunità internazionale. Contiamo sul sostegno dei nostri amici, a cominciare dalla Francia.