Guerra Israele-Gaza: la situazione oggi - Azione contro la Fame

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La guerra tra Israele e Gaza sta creando una crisi umanitaria di portata apocalittica davanti ai nostri occhi.
Il blocco imposto e la mancanza di corridoi umanitari sicuri hanno lasciato Gaza isolata. Questo ha un impatto sull’accesso alle forniture di energia elettrica, all’acqua, alle comunicazioni, al cibo, ai servizi sanitari e sulla maggior parte dei bisogni primari. Gaza è piombata nell’oscurità.

L’escalation della guerra tra i gruppi armati palestinesi e Israele dà testimonianza di violazioni incontrollate del Diritto Internazionale Umanitario da entrambi le parti.

Insieme ad oltre 500 organizzazioni internazionali, abbiamo aderito all’appello #CeasefireNOW per il cessate il fuoco immediato e la protezione dei civili a Gaza. Firma anche tu!

AGGIORNAMENTO 24 maggio 2024

La situazione a Gaza resta critica.

L’OCHA – Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari – stima che, da inizio maggio, oltre 800.000 persone siano state sfollate da Rafah e abbiano cercato rifugio più a nord, a Khan Younis e Deir al Balah. Sono sorti numerosi siti di sfollamento informali, in cui mancano le infrastrutture e i servizi di base necessari a sostenere l’accesso a cibo, acqua e assistenza sanitaria.

Lo spostamento di oltre 800.000 palestinesi affamati, feriti e traumatizzati avrà conseguenze catastrofiche indicibili. È necessario che venga data la priorità alla distribuzione degli aiuti via terra e che le organizzazioni umanitarie abbiano un accesso libero e sicuro per far arrivare acqua, cibo, medicinali e carburante salvavita alle popolazioni civili che dipendono totalmente da questa assistenza.

In questa gravissima situazione, i bambini sono i soggetti i più a rischio: nel nord di Gaza, 1 bambino su 6 di età inferiore ai 2 anni è gravemente malnutrito, e si stima che circa il 3% sia affetto dalla forma più grave di malnutrizione acuta e necessiti di cure immediate. Prima del 7 ottobre, ne soffriva solo lo 0,8% dei bambini sotto i cinque anni.

Chiediamo l’immediato aumento del flusso giornaliero di aiuti umanitari in arrivo a Gaza, compresi cibo, carburante, articoli commerciali e tutti i materiali necessari per la riparazione delle strutture e delle infrastrutture idriche.

AGGIORNAMENTO 6 maggio 2024

“A seguito del recente ordine di evacuazione, condanniamo una possibile offensiva di terra a Rafah, che provocherà migliaia di morti, aumenterà notevolmente il rischio, ancora una volta, di sfollamento forzato di milioni di palestinesi e impedirà agli aiuti salvavita di raggiungere le persone più vulnerabili a Gaza"

Mentre continuiamo a lavorare per fornire aiuti alla popolazione in tutta la Striscia di Gaza e per garantire la sicurezza del nostro personale, ricordiamo alla comunità internazionale che a Gaza non esiste un luogo sicuro.

Ribadiamo con urgenza la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, che comprenda un accesso umanitario sicuro ed efficace e la protezione dei civili e delle infrastrutture civili, come unico modo per prevenire un’ulteriore catastrofe.

AGGIORNAMENTO APRILE 2024

A sei mesi dall’inizio del conflitto, la guerra a Gaza continua a infliggere devastanti sofferenze a oltre due milioni di palestinesi, causando morti e fame e sfollando dalle proprie case la quasi totalità della popolazione.

  • L’85% della popolazione della Striscia di Gaza è stata costretta a fuggire dalle proprie case
  • Oltre 1 milione di persone affronta livelli catastrofici di insicurezza alimentare, ad un passo dalla carestia
  • Il conflitto ha causato la morte di almeno 196 operatori umanitari
  • L’accumularsi di rifiuti solidi e acque di scarico nelle strade rischia di far esplodere un’epidemia di colera

Dal 7 ottobre 2023, a fronte di numerosi ostacoli causati dalle difficili condizioni di sicurezza, noi di Azione contro la Fame abbiamo aiutato oltre 800.000 persone, circa il 40% della popolazione.

Inoltre, stiamo per lanciare un programma di nutrizione per raggiungere ogni mese oltre 13.000 bambini e donne in allattamento, distribuendo nutrienti supplementari per prevenire la malnutrizione.

AGGIORNAMENTO 25 MARZO 2024

Accogliamo con favore la notizia che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione su Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato durante il mese di Ramadan che porti a un cessate il fuoco permanente e duraturo, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e un aumento degli aiuti umanitari salvavita a Gaza. A seguito della risoluzione, è necessario intraprendere azioni immediate.

AGGIORNAMENTO MARZO 2024

A cinque mesi dall’escalation del conflitto, la situazione attuale a Gaza continua a peggiorare:

  • Il cibo scarseggia sempre di più e i prezzi di ciò che è rimasto sono saliti alle stelle a causa dell’inflazione: 1kg di farina ora costa 30 euro.
  • Almeno 20 persone sono morte per malnutrizione e disidratazione nel nord, la maggior parte delle quali sono bambini.
  • Ogni giorno a Gaza vengono uccise 63 donne, 37 delle quali sono madri.
  • L’81% delle famiglie di Gaza non ha accesso all’acqua pulita e ogni persona ha a disposizione solo 2l di acqua al giorno.

La capacità di fornire una risposta umanitaria tempestiva ed efficace a Gaza non solo rimane estremamente difficile, ma diventa sempre più impegnativa con il passare del tempo. Nonostante queste sfide, noi di Azione contro la Fame continuiamo a fornire assistenza salvavita alle popolazioni della Striscia di Gaza, compresa la raccolta dei rifiuti solidi e la distribuzione di cibo a Rafah, nonché l’assistenza alimentare nel nord di Gaza, dove solo cinque organizzazioni, tra cui la nostra, hanno attività di distribuzione di cesti alimentari e pasti caldi. 

Aiuta le famiglie di Gaza con cibo e altri aiuti salvavita:

AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2024

Gli attacchi a Rafah stanno mettendo a rischio il nostro lavoro umanitario!

Questa è una delle aree in cui abbiamo le operazioni più attive e dove si trovano molti dei nostri colleghi con le loro famiglie, che come il resto della popolazione saranno costretti a fuggire di nuovo.

Negli ultimi quattro mesi, abbiamo fornito cesti di cibo, assistenza in denaro e servizi idrici e igienici per evitare la diffusione di malattie a circa 320.000 persone intrappolate a Rafah, tra cui donne incinte, madri che allattano, neonati e famiglie con bambini a carico.

L’interruzione di queste attività avrebbe ripercussioni incalcolabili, soprattutto perché più di mezzo milione di persone sono sull’orlo della carestia.

Qualsiasi iniziativa che non sia un cessate il fuoco immediato e un massiccio aumento degli aiuti rappresenterebbe un fallimento storico nella protezione dei civili.

AGGIORNAMENTO GENNAIO 2024

A seguito dell’importante decisione della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) di ordinare misure provvisorie su richiesta del Sudafrica, che evidenzia la gravità della situazione a Gaza, noi di Azione contro la Fame invitiamo i leader mondiali a sostenere la decisione della CIG. 

Nel farlo, i leader mondiali devono compiere tutti gli sforzi di attuazione necessari a realizzare tali misure per aumentare gli aiuti umanitari che entrano a Gaza.

AGGIORNAMENTO 1 DICEMBRE 2023

Durante quasi una settimana di cessate il fuoco temporaneo a Gaza, le nostre squadre sul campo hanno potuto ampliare la loro risposta umanitaria con interventi come la costruzione di un’unità igienico-sanitaria nell’ospedale Al Aqsa di Deir Al Balah. Hanno inoltre continuato a distribuire beni di prima necessità come acqua, cibo, prodotti per l’igiene, pannolini, coperte e materassi, nel modo più efficiente e rapido possibile, in coordinamento con gli attori locali e internazionali.

È necessario un cessate il fuoco permanente per soddisfare i bisogni più elementari della popolazione di Gaza.

Se si raggiungesse un cessate il fuoco permanente e aumentasse il numero di camion che trasportano carburante e articoli necessari per i nostri interventi, potremmo:

  • valutare le reti idriche danneggiate e coordinarci con i nostri partner locali per identificare ciò che è necessario per riparare le infrastrutture, essenziale per migliorare i servizi igienici e prevenire epidemie e diarrea nella popolazione;
  • iniziare a riparare le reti idriche dove possibile, in modo che le famiglie abbiano acqua sufficiente per bere, cucinare e per l’igiene;
  • sostenere gli sfollati interni, le famiglie che vivono in condizioni estreme, per prepararsi al prossimo inverno, distribuendo materassi, coperte e teli di plastica;
  • aumentare gli aiuti alimentari agli sfollati interni;
  • sostenere gli agricoltori colpiti nel ripristino delle loro terre e dei loro beni agricoli, nonché dell’accesso all’acqua, in modo che possano riprendere rapidamente il loro lavoro: coltivare, raccogliere e vendere i loro prodotti.

AGGIORNAMENTO 16 NOVEMBRE 2023

Da oggi si prevede che tutte le rimanenti infrastrutture idriche critiche – sostenute nelle ultime settimane da una limitata fornitura di carburante dell’UNRWA situata all’interno di Gaza – smetteranno di funzionare. Non sarà più possibile pompare l’acqua dai pozzi, desalinizzare l’acqua potabile o pompare l’acqua attraverso le condutture.

Le piogge previste nelle prossime ore si aggiungeranno ai liquami che già scorrono per le strade. L’acqua piovana mescolata alle acque reflue potrebbe portare a un aumento delle malattie e a possibili epidemie, che si diffonderanno rapidamente a causa del sovraffollamento nei rifugi degli sfollati.

"Abbiamo notizie che il carburante disponibile a Gaza è completamente esaurito, il che significa che tutti i servizi essenziali, comprese le telecomunicazioni, saranno totalmente interrotti. Questo avrà gravi ripercussioni sulla popolazione di Gaza e sulla nostra capacità di fornire aiuti umanitari. Le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie critiche saranno paralizzate, esponendo le famiglie sfollate e vulnerabili a maggiori rischi per la salute e riducendo le loro possibilità di sopravvivenza”.

Stiamo lavorando con i fornitori locali all’interno di Gaza per distribuire forniture di base come acqua, cibo, prodotti per l’igiene, pannolini, coperte e materassi nel modo più efficiente e rapido possibile. 

AGGIORNAMENTO 2 NOVEMBRE 2023

Maya, la nostra collega italiana sul campo, ha lasciato la striscia di Gaza e arriverà a breve in Italia, dove la sua famiglia la sta aspettando.

"È un sollievo perché la situazione a Gaza è stata davvero difficile, ma sono molto preoccupata per il resto del team e per la popolazione. Dopo aver lavorato lì per mesi e aver vissuto in prima persona questa terribile crisi, io e i miei colleghi abbiamo una visione chiara della risposta umanitaria che deve essere attivata con urgenza"

Siamo felici e sollevati per il suo ritorno e ringraziamo vivamente le autorità competenti per gli sforzi c

Recapiti
Veronica Sala