Il Parlamento Europeo, nato come “Assemblea Parlamentare” della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) nel 1951 e della Comunità economica europea (CEE) nel 1957, acquista il suo attuale nome nel 1962. Nel corso della sua storia, ha visto un ampliamento dei suoi poteri e alcune modifiche ai processi per l’elezione dei membri: è solo dal 1979 che questa Istituzione è eletta a suffragio universale diretto. La sua funzione principale è quella di adottare atti legislativi europei, compreso il bilancio, in collaborazione con il Consiglio dell'Unione europea. Inoltre, approva gli accordi internazionali, elegge il Presidente della Commissione europea e nomina i Commissari. Infine, monitora e supervisiona le altre istituzioni europee, in particolare la CE, ed è l'istituzione incaricata di rappresentare gli interessi dei cittadini dell'UE.
Dal 6 al 9 giugno 2024 si tengono in tutta l’UE le elezioni per eleggere il nuovo Parlamento: questo approfondimento fa il punto sull'importante appuntamento alle urne “dalla A alla Z”, esplorando i principali temi che hanno accompagnato la campagna elettorale e l’agenda UE degli ultimi mesi e raccontando alcune caratteristiche e curiosità sul Parlamento europeo.
A - Allargamento
L’allargamento è riconosciuto dal Parlamento come uno strumento di stabilizzazione del continente europeo e risulta il più efficace nella promozione delle riforme politiche, economiche e sociali, nonché nel consolidamento della democrazia in tutto il continente. Esempio lampante di questo sforzo è il processo di stabilizzazione e associazione (PSA) dei paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. L’obbiettivo di questo piano ad hoc è preparare questi paesi all'adesione attraverso riforme economiche e investimenti. Con l’ingresso della Croazia (28esimo stato membro) nel 2013 l’Unione ha concluso il suo settimo processo di allargamento, mentre il 31 gennaio 2020 il Regno Unito è uscito dall'Unione (Brexit) riducendo a 27 il numero degli stati membri. Con la concessione all’Ucraina dello status di paese candidato nel 2022 e l’avvio dei negoziati di adesione l’anno successivo, una questione sul tavolo riguarda il cambiamento della ripartizione dei seggi interna al Parlamento a seguito dell’ingresso dell’Ucraina, in quanto Paese ad alta densità demografica. Anche per Bosnia-Erzegovina e Moldova sono iniziati i negoziati di adesione, rispettivamente a marzo 2024 e a dicembre 2023.
B - Bruxelles
Bruxelles, definita spesso "capitale d'Europa", è la sede della maggior parte delle istituzioni europee, ma non è la sede ufficiale del Parlamento europeo. Infatti, il Trattato di Amsterdam stabilisce che “il Parlamento europeo ha sede a Strasburgo, ove si tengono 12 tornate plenarie mensili.” A Bruxelles si riuniscono le tornate plenarie aggiuntive e le 20 commissioni, mentre il Segretariato generale del Parlamento ha sede in Lussemburgo. Lo spostamento mensile della sede e dei 720 eurodeputati, con i rispetti assistenti e funzionari, è una scelta considerata superata da molti politici. Anche se questo meccanismo potrebbe danneggiare l’immagine del Parlamento davanti all’opinione pubblica europea, è difficile pensare di trovare una soluzione per via dell’opposizione della Francia.
C - Cittadinanza
Come sottolineato da David Sassoli nel suo discorso di insediamento, il Parlamento europeo è “l’istituzione europea che più di ogni altra ha un legame diretto coi i cittadini e che ha il dovere di rappresentarli e difenderli”. Questo legame deriva dal suo essere l'unica istituzione comunitaria direttamente eletta da oltre 350 milioni di cittadini europei aventi diritto al voto, assumendo così il ruolo di voce e rappresentanza del popolo europeo. Negli ultimi anni, il Parlamento europeo ha visto un significativo rafforzamento dei suoi poteri, del suo ruolo e delle sue competenze. Questo processo di crescita è stato inteso anche come risposta al deficit democratico percepito da parte dei cittadini europei nei confronti delle istituzioni.
D - David Sassoli
David Sassoli, uno dei due italiani ad aver ricoperto la carica di Presidente del Parlamento europeo, ha guidato l'istituzione da luglio 2019 a gennaio 2022. Durante il suo mandato, ha posto l'accento sulla necessità di superare le ostilità derivanti dai nazionalismi, promuovendo un progetto che integrasse pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza, in risposta a coloro che, nei mesi precedenti alle elezioni europee del 2019, avevano scommesso sulla fine del progetto europeista. Durante la pandemia da Covid-19 ha coraggiosamente deciso di mantenere il Parlamento aperto garantendo il funzionamento della plenaria e delle commissioni parlamentari attraverso sedute in videoconferenza e votazioni a distanza. È deceduto l’11 gennaio 2022, appena una settimana prima della fine del suo mandato di Presidente.
E - Energia
Il tema dell’energia è stato centrale durante tutta la nona legislatura del Parlamento europeo (2019-2024), dapprima con il tema del Green Deal e successivamente in risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico globale causate dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La risposta della Commissione europea è stata il piano REPowerEU: questo piano mira non solo a ridurre la dipendenza energetica dell'UE dalla Russia, ma soprattutto a promuovere la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico e a rafforzare l'autonomia energetica a livello europeo. La strategia di diversificazione include anche l'accelerazione dello sviluppo delle energie rinnovabili come l'eolico e il solare e l'investimento in tecnologie innovative come l'idrogeno verde. Questi sforzi sono fondamentali per garantire la competitività dell’UE sul mercato globale, assicurando allo stesso tempo una transizione energetica sostenibile e resiliente.
F - Fondi strutturali
La politica di coesione mira a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale tra le diverse Regioni dell’Unione europea riducendo il divario fra quelle più avanzate e quelle meno sviluppate. La realizzazione della politica di coesione si basa su un sistema di cofinanziamento tra Unione e Regioni. I principali fondi strutturali di investimento europei sono: il Fondo sociale europeo (FSE e FSE+) che finanzia progetti legati alla crescita dell’occupazione e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) che contribuisce alla correzione dei principali squilibri regionali. Attualmente, i fondi destinati alle Regioni italiane sono erogati nell’ambito della programmazione 2021-2027.
G - Giovani
Negli ultimi anni, per affrontare le sfide del deficit democratico e la bassa affluenza alle urne, il Parlamento europeo ha intensificato significativamente la sua comunicazione e le sue attività rivolte ai giovani. Questo impegno si è tradotto non solo nel potenziamento delle iniziative già esistenti, ma anche nella creazione di nuovi programmi innovativi pensati per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni. Un esempio emblematico di questa attenzione è il programma Erasmus, che continua a offrire straordinarie opportunità di studio e lavoro all'estero, favorendo lo scambio culturale e l'acquisizione di competenze professionali in un contesto internazionale. La comunicazione rivolta ai giovani è un altro aspetto fondamentale dell'impegno del Parlamento europeo. Attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione, l'Unione europea cerca di rendere le elezioni più accessibili e comprensibili, utilizzando i social media e le nuove tecnologie per raggiungere un pubblico più ampio e diversificato.
H - Human rights
Le istituzioni europee garantiscono la protezione dei diritti umani tramite il Trattato di Lisbona e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE. Le priorità di Bruxelles in ambito di diritti fondamentali spaziano dal sostegno alla democrazia e allo stato di diritto fino al monitoraggio elettorale, dalla riduzione delle disuguaglianze all’assicurare la parità di genere. L’UE ha dimostrato il suo impegno in tal senso emanando il Piano d’Azione per i Diritti Umani e la Democrazia 2020-2024, per applicare questi principi anche al settore delle relazioni esterne, creando un’Europa più forte nel mondo.
I - Intelligenza Artificiale
L’UE è la prima entità politica al mondo a tentare di regolamentare l’Intelligenza Artificiale, scegliendo un quadro normativo in grado di garantire che i sistemi di IA siano sicuri e rispettino i valori e diritti fondamentali dell’Unione. Pur consapevole dei grandi impatti positivi che l’IA potrebbe avere in ambito economico, ambientale, educativo e di sicurezza, il Consiglio ne riconosce i potenziali rischi, cercando di apportare un approccio più etico e incentrato sull’uomo per l’impiego di tali tecnologie. Tra il 2020 e il 2024, le istituzioni hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo, fino ad arrivare, il 21 maggio 2024, all’adozione di un regolamento che diventerà operativo a partire dal 2026.
L - Lavoro
Alla luce delle ripercussioni sociali ed economiche della pandemia di Covid-19, le ambizioni sociali dell’UE devono essere rafforzate, dando priorità alla creazione di nuovi posti di lavoro. L’Unione intende migliorare le condizioni di vita e lavoro delle persone istituendo un quadro per salari minimi adeguati in Europa. Il testo della Direttiva adottata dal Consiglio nell’ottobre del 2022 prevede l’introduzione di nuove norme per aggiornare l’adeguatezza dei salari minimi legali e promuovere la contrattazione collettiva. L’obiettivo di lungo periodo di questo piano sarà l’abbattimento della povertà lavorativa e una maggiore tutela dei lavoratori, sostenendo la creazione di un’Europa sociale più forte.
M - Migrazione e asilo
Specialmente dopo la crisi migratoria del 2015, l’Unione ha intensificato i suoi sforzi per definire una politica migratoria efficace, umanitaria e sicura. Di conseguenza, l’UE ha adottato diverse normative per una gestione più sicura dei flussi migratori legali, per il trattamento delle domande d’asilo e per il rimpatrio dei migranti illegali. Questo processo decennale ha condotto all’adozione del Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo il 14 maggio 2024, che si propone di gestire gli arrivi in modo ordinato, creando procedure uniformi e garantendo un’equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri. Il tutto, basato sui pilastri del principio di responsabilità e solidarietà.
N - NextGenerationEU
NextGenerationEU non è solo il piano di ripresa che ha fatto seguito alla pandemia da Covid-19, ma rappresenta un’opportunità per realizzare un’Europa che funzioni per tutti a seguito della crisi. Il Piano, pari a 750 miliardi di euro, è finalizzato a incentivare la transizione verde, accelerare la trasformazione digitale, rafforzare i servizi sociali, agevolare l’accesso all’istruzione e alla formazione, sostenere la crescita inclusiva, la ricerca e lo sviluppo e l'innovazione per tutti, garantire servizi sanitari moderni, efficienti e accessibili. Con il NextGenerationEU, si vuole costruire un'Unione più sicura e sana, investendo in ricerca, innovazione, e modernizzazione dei sistemi sanitari.
O - Organizzazione del Parlamento
L’assegnazione dei seggi dopo le elezioni europee segue un sistema "digressivamente" proporzionale, da un minimo di 6 a un massimo di 96 seggi per stato a seconda della dimensione della popolazione dello Stato membro. Il numero massimo di europarlamentari previsto dai Trattati è 750 più il Presidente. I parlamentari si raggruppano per famiglie politiche, non per nazionalità, garantendo un'adeguata rappresentanza per ogni Stato membro. I gruppi politici europei attualmente esistenti sono sette, di cui i più numerosi sono il Partito popolare europeo (PPE) il Partito del socialismo europeo (PSE).
P - Padri e Madri dell’Unione
L’espressione viene utilizzata per indicare coloro che gettarono le basi tecniche, politiche e istituzionali del processo di integrazione euro