Nel Bosco Tondo di Casirate D’Adda è stato fotografato per la prima volta un esemplare di questa specie. La sua presenza dimostra quanto la salvaguardia di quest’area naturale, monitorata anche dal WWF, sia fondamentale per la fauna locale e per l’intero habitat circostante. Simile a un lupo ma più piccolo, questo animale non attacca l’uomo, ma può predare pecore e galline se allevate senza recinzione.
In Lombardia, nel comune di Casirate d’Adda, è stato recentemente documentato un evento eccezionale: la presenza di uno splendido esemplare di sciacallo dorato, fotografato per ben tre volte nell’arco di pochi giorni!
Il suo avvistamento è stato possibile grazie a una fototrappola installata da Andrea Marotta, insegnante e naturalista, in occasione di uno studio commissionato al WWF sul Bosco Tondo, un’area boschiva di 39.000 metri quadrati di recente acquisizione comunale. In merito a questo territorio, Marcello Fattori, il presidente di WWF Bergamo-Brescia, ha chiarito che il loro lavoro si sta concentrando al momento su una valutazione ambientale e che i risultati determineranno le eventuali misure di protezione future, con la possibilità di integrare la zona tra le Oasi dell’organizzazione.
Ma quali sono le caratteristiche dello sciacallo dorato? Va sottolineato che il Canis aureus, questo il nome scientifico, è considerato una specie “a rischio minimo” di estinzione, poiché trova cibo e riparo con facilità in territori molto vasti. È simile nell’aspetto a un lupo, anche se più minuto e con la coda più corta; la definizione “dorato” viene dal colore del suo mantello, che d’inverno diventa rossiccio-dorato, appunto. Gli esemplari raramente superano i 15 chilogrammi, preferiscono habitat umidi o aree fluviali e tendono ad evitare le zone frequentate dai lupi.
I suoi avvistamenti, che negli ultimi anni sono avvenuti sempre più numerosi al Nord ma anche lungo gli Appennini e perfino nella zona del Circeo, nel Lazio, testimoniano un aumento di esemplari che preoccupa soprattutto gli allevatori. Recentemente lo sciacallo dorato ha colonizzato il Friuli e ora sta estendendo la sua presenza in Lombardia. La segnalazione di Casirate d’Adda è la prima per questa zona di pianura e solo la seconda per l’intera provincia di Bergamo, dopo un precedente avvistamento sulle Orobie.
Lo sciacallo dorato è onnivoro, per questo reperisce cibo con facilità ovunque: si nutre principalmente di invertebrati, ma anche di frutta, uccelli, rettili, piccoli mammiferi e rifiuti dell’uomo ed è originario dell’Europa dell’Est. Nonostante i timori che la sua presenza può suscitare, non rappresenta una minaccia per l’uomo: in letteratura scientifica non sono stati mai registrati casi di attacco alle persone. Per gli anmali di allevamento come pecore, capre, oche e galline può invece essere un predatore, ma solo se questi sono lasciati liberi: la presenza di un cane da guardia o di una recinzione lo tengono lontano.
Oltre allo sciacallo dorato, il monitoraggio in corso del WWF ha rilevato la presenza di altre specie rare e protette come il ramarro, il tritone crestato e la raganella italica, aspetto che conferma ancora di più quanto questo ambiente sia un habitat prezioso per la vita di tutti questi animali. Come ha spiegato il presidente Fattori in un’intervista, infatti, “l’area di Casirate è uno degli ultimi ambienti posti tra l’Adda e il Brembo che, grazie alla presenza di corridoi ecologici, ospita diverse specie di animali compresi nell’elenco della Direttiva Habitat”.
Lo stesso presidente ha però espresso anche una certa preoccupazione per l’impatto ambientale di alcune iniziative recenti (come la proposta dell’autostrada Bergamo-Treviglio), sottolineando l’importanza di preservare aree ambientali come la Valle del Lupo, il Bosco del Castagno e il Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Gera d’Adda, luoghi con risorse preziose per l’intero territorio.
In questo contesto, lo straordinario avvistamento dello sciacallo dorato mette in luce il valore della salvaguardia degli ambienti naturali, utilizzando dove necessario anche tecnologie moderne per monitorare e conservare la fauna selvatica: iniziative di questo tipo possono essere infatti centrali per garantire un futuro sostenibile alla biodiversità che caratterizza il territorio.
La presenza dello sciacallo, così come quella di altri animali selvatici, rappresenta un evento di rilevanza naturalistica ed evidenzia la necessità di promuovere una consapevolezza ambientale collettiva e l’adozione di pratiche sostenibili fondamentali per la salute e il benessere dell’ambiente.
Foto: IPA
Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati