Parte il 24 giugno una missione di Caritas Italiana e del servizio Interventi caritativi per lo sviluppo integrale dei popoli in Terra Santa. Si tratta innanzitutto di portare un messaggio di vicinanza e solidarietà alla popolazione stremata dal conflitto in corso, come anche di ascoltare, condividere, vedere direttamente la complessità della situazione in uno scambio diretto con i colleghi di Caritas Gerusalemme e con le persone impegnate sul campo.
Tra gli obiettivi del viaggio la condivisione dei progetti in corso e dei piani futuri di Caritas Gerusalemme, per rafforzare la collaborazione presente e quella futura di lungo periodo. Si prevede di operare in particolare per l’assistenza umanitaria a Gaza e in Cisgiordania, nella riabilitazione e ricostruzione socioeconomica post-conflitto – anche con lo sviluppo dei pellegrinaggi e delle relazioni con le parrocchie palestinesi e israeliane – e nello sviluppo di una cultura di pace e convivenza, affinché il ricorso alla violenza non sia l’unica prospettiva nella risoluzione dei conflitti.
Partecipano alla missione, che si conclude giovedì 27 giugno – il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, il vicedirettore Paolo Valente, il responsabile di Caritas Italiana per il Medio Oriente, Danilo Feliciangeli, e don Gabriele Pipinato, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della CEI. Di seguito le tappe.
24 giugno
Oasi tra guerra e pace
Prima tappa della missione di Caritas Italiana e servizio Interventi caritativi in Terra Santa nel villaggio di “Nevé Shalom – Wahat as-Salam” che significa “Oasi di Pace”. Quasi un miraggio in tempo di guerra.
Per capire che la violenza avvelena la vita di tutti e non è terreno da costruzione. Che non ci sono due parti in campo, ma una complessità di situazioni e di posizioni che deve essere conosciuta. Che si può cominciare dal poco per puntare in alto. E che molto, tutto parte dalla capacità di avere buone relazioni con le altre persone. Che si può agire per speranza o per responsabilità. Che la violenza la si ferma insieme. Che la radicalizzazione va fermata in Terra Santa come in Europa e nel mondo. Che non è il momento di abbandonare, ma di stare vicino, di camminare insieme.
Diritti e dignità
Incontro con i membri del Comitato esecutivo di Caritas Gerusalemme, il gruppo è presieduto dal vescovo Ephrim Semman.
Al centro dell’informazione in particolare la lesione dei diritti umani nel campo dei ricongiungimenti familiari che sono resi particolarmente difficili, spesso impossibili.
Quanto ai progetti di Caritas Gerusalemme, l’ottica è quella di non rendere le persone dipendenti dagli aiuti della Caritas e di offrire piccole occasioni lavorative. Le persone non ambiscono vivere di aiuti umanitari, anche se ne hanno bisogno particolarmente in questo momento, ma vogliono poter prendere in mano la loro situazione.
25 giugno
Un pensiero a chi non c’è più
La delegazione italiana (Caritas e servizio Interventi caritativi), nella sede di Caritas Gerusalemme. Il ricordo di chi non c’è più, gli operatori di Caritas Gerusalemme Viola e Issam. Guardando avanti. Con speranza e responsabilità.
Aggiornato il 25 Giugno 2024