Come si combattono il randagismo e la rabbia nel 2024? Con Google Street View! - News Petme

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Un’innovativa strategia per contrastare questa malattia letale emerge in Perù, sfruttando in modo creativo la tecnologia. Il metodo, ideato dal dottor Ricardo Castillo-Neyra dell’Università della Pennsylvania, ha permesso di censire efficacemente i cani randagi ad Arequipa, epicentro della rabbia nel Paese. Questa tecnica si è rivelata più efficiente del tradizionale conteggio “porta a porta”, e apre nuove prospettive: la sfida ora è vaccinare tutti gli esemplari

Risalgono al 2000 a.C. le prime testimonianze di una malattia che oggi chiamiamo rabbia e che già nella Mesopotamia dei Sumeri destava preoccupazione.
Il termine moderno deriva dal latino “rabies”, follia, e indica un’infezione virale trasmessa dal morso di canidi o di pipistrelli, che è mortale nella quasi totalità dei casi, specie se non si è vaccinati. 

Per fortuna questa patologia è maggiormente diffusa tra gli animali selvatici piuttosto che tra gli esseri umani ma ci sono, un po’ ovunque nel pianeta, aree rurali in cui il contagio è ancora tristemente all’ordine del giorno, al punto che nel mondo muoiono ancora ogni anno oltre 50 mila persone con la diagnosi di rabbia.

Ci sono ad esempio alcune zone del Perù in cui negli anni si è verificata la necessità di intervenire in maniera massiva per contrastare questo fenomeno dilagante tra i numerosi cani randagi; ma giunti a questo punto, la metodologia del “porta a porta” non è più sufficiente.

Per fortuna, soprattutto negli ultimi anni c’è stato un progresso tecnologico che ha permesso di ricorrere a tecniche di contenimento alternative, alcune delle quali grazie ad app o siti web che utilizziamo ormai nel quotidiano, come Google Street View.

Il software sviluppato da “The Big G” permette infatti di percorrere tutte le strade del mondo, come se fossimo fisicamente lì, stando però comodi in poltrona con il tablet in mano, o in metro mentre consultiamo lo smartphone. Questo è possibile grazie all’utilizzo di automobili attrezzate con speciali attrezzature che scattano filmati a 360 gradi, catturando le immagini di ogni via censita e ricostruendo intere città, Paesi e Stati. Ovviamente in questi scatti rientrano case, auto, persone, animali domestici e… cani randagi.

Il metodo che sfrutta le caratteristiche di Street View è stato inventato dal direttore scientifico del laboratorio di ricerca sulle malattie zoonotiche dell’Università della Pennsylvania, Ricardo Castillo-Neyra, ed è stato per la prima volta applicato nella zona di Arequipa in Perù, dove è necessario un intervento di contrasto al fenomeno del randagismo, soprattutto per rallentare la diffusione della rabbia, che si trasmette all’uomo proprio dal morso di cane infetto. Pensate che 78 degli 81 casi di rabbia individuati in Perù appartengono proprio alla città di Arequipo. 

Seppur efficace, il classico metodo del conteggio porta a porta che aveva censito poco più di 900 randagi nell’area, si è rivelato parecchio dispendioso sotto ogni punto di vista. Grazie all’intuizione di Castillo-Neyra, un’équipe di scienziati della Pennsylvania, coadiuvati da un gruppo di 22 “Street Viewers” volontari, ha portato all’identificazione di 868 cani, dimostrando lla bontà del progetto, con uno sforzo più contenuto.

Ora, il secondo step è quello di riuscire a vaccinare più esemplari possibili e anche di affinare il metodo per far sì che le immagini raccolte da Google Street View vengano aggiornate con una maggiore frequenza, anche per quanto riguarda le aree rurali, e che non sia più necessario effettuare controlli incrociati per essere certi di non includere più volte lo stesso cane nel conteggio finale, o peggio di tralasciarne alcuni.
Compito che non è così scontato , se ricordate la “polemica” scoppiata nel 2022 quando alcuni utenti notarono che Google oscurava anche i volti dei cani, oltre a quelli delle persone o alle targhe delle auto per motivi di privacy, a causa di un algoritmo dimostratosi, in determinati contesti, un po’ fallace. 

Se è vero che la strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo è ancora lunga, è altrettanto vero che il primo passo, quello più importante, è stato mosso nella direzione giusta. Con l’aiuto della tecnologia e delle persone dal cuore grande, anche la medicina diventa più efficace.

In apertura: alcuni cani randagi censiti in Perù grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Foto: IPA

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Pietro Santini