Il progetto che Ai.Bi. sta realizzando in El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana entra nella fase più intensa della sua realizzazione, con cento ore di formazione per duecentoquaranta operatori e funzionari dei sistemi di protezione dell’infanzia

Ricerca accademica, formazione e condivisione di buone prassi sono i tre pilastri su cui si basa il progetto Università delle buone prassi in Centro America, il primo intervento di cooperazione internazionale di Ai.Bi. in mesoamerica. Le tre azioni, iniziate lo scorso novembre con l’avvio delle collaborazioni tra l’Università Cattolica di Milano e quattro Università di El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana per una ricerca sull’abbandono e la migrazione di bambini, bambine e adolescenti, hanno l’obiettivo specifico di collaborare con operatori e funzionari dei quattro sistemi di protezione alla gestione dei fenomeni in corso e all’individuazione di opportunità di miglioramento e buone prassi.
Nel mese di giugno i dipartimenti di Psicologia e Giurisprudenza delle quattro Università locali, la Centroamericana di El Salvador, la Nacional Autónoma dell’Honduras, la Autónoma de Tegucigalpa in Messico e la Nacional APEC della Repubblica Dominicana, hanno presentato ai partner del Progetto le proprie analisi sugli aspetti politici, economici, sociali, ambientali, legislativi e giuridici che influenzano la vita di bambini, bambine e adolescenti nei quattro paesi. Contemporaneamente, i referenti di Ai.Bi. in loco hanno effettuato uno studio di fattibilità per coordinare le attività in corso con quanto realizzato da parte delle Istituzioni governative, le Agenzie ONU e le altre organizzazioni internazionali, dall’altro, per ottenere informazioni sui fenomeni sui quali ancora non esistono dati o si riscontra una maggiore necessità di studio e ricerca.

La condivisione di conoscenze e competenze

Sulla base del consueto approccio di rete e partecipativo, i quattro gruppi multidisciplinari composti dai tecnici di Ai.Bi. e dai docenti italiani e locali hanno condiviso i dati e le informazioni emerse, li hanno rielaborati e compendiati, procedendo poi con la stesura di quattro tracce d’intervista semi strutturata da sottoporre a operatori e funzionari dei quattro paesi. I destinatari delle interviste sono stati individuati sulla base di criteri specifici, fissati per approfondire gli aspetti più concreti e autentici dell’abbandono, le sue cause, i contesti in cui si produce e per tradurre in azioni efficaci quelle opportunità di miglioramento che ancora si celano nell’enorme lavoro delle persone che tutti i giorni si impegnano per la salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per la somministrazione delle interviste semi strutturate il Progetto prevede una componente di capacity building, che nel gergo della cooperazione internazionale consiste nella messa a disposizione delle conoscenze e competenze di professionisti di grande esperienza in un settore o tematica per colleghi meno esperti, che se ne appropriano e le adattano per renderle pertinenti al proprio contesto di riferimento, efficaci ed efficienti.
Nel caso del Centro America, una Docente dell’Università Cattolica ha formato quattro coppie di ricercatori sociali provenienti dalle scuole di dottorato delle Università partner, ai quali è stata affidata l’attività di somministrazione delle interviste. L’attività, che oltre alle domande prevede l’elaborazione di schemi e diagrammi per l’analisi delle informazioni raccolte, è stata concepita per essere realizzata agevolmente sul campo, a contatto con le realtà locali e, per questo motivo, per la raccolta dei dati e per le successive fasi di archiviazione, elaborazione e condivisione sono stati consegnati dei tablet.
La vasta partnership pubblico-privata tessuta da Ai.Bi. durante i mesi di coordinamento del Progetto nella regione centroamericana ha  permesso di raggiungere operatori e funzionari delle Autorità nazionali per la Famiglia, dell’Agenzia ONU per le Migrazioni, di UNICEF, UNHCR e di numerose Reti composte da organizzazioni della società civile, come la Croce Rossa, ActionAid, WorldVision, RROCM in El Salvador e COIPRODEN in Honduras, che hanno esperienze decennali nel campo della protezione dei diritti dei più piccoli.
Le tematiche prioritarie che emergeranno dalle interviste saranno integrate nei moduli di formazione specifica per ogni paese che prenderà il via nel mese di settembre e proseguirà fino a febbraio 2025, coinvolgendo duecentoquaranta partecipanti individuati tra magistrati, avvocati, psicologi, assistenti sociali e funzionari di polizia. Il gruppo di formatori, composto da docenti dell’Università Cattolica, da esperti di Ai.Bi, di Soleterre e dell’Istituto Don Calabria sarà integrato da esperti locali provenienti da istituzioni e organizzazioni operanti nel contesto della salvaguardia di bambini, bambine e adolescenti, che saranno coinvolti per condividere esperienze, buone prassi e raccomandazioni durante l’ultima fase del Progetto.

Pierandrea Turchiuli
Cooperante Ai.Bi. in Centro America

Nella foto in alto: La consegna del tablet alla Prof.ssa Larissa Brioso, Coordinatrice della ricerca per la Scuola di Psicologia della UCA, in El Salvador

Il tuo aiuto per i progetti di Ai.Bi. in Centro America

Chiunque può sostenere le attività che Ai.Bi. sta portando avanti in Centro America per garantire il diritto di tutti i minori a crescere in una famiglia che li ami. Lo si può fare attraverso una donazione libera.

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