Repubblica Democratica del Congo, il Corridoio di Lobito diventa ponte tra continenti

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Il Corridoio di Lobito, un’antica via commerciale rimodernata, si rivela oggi un asset strategico per l’Africa. Questa infrastruttura, che collega le ricche regioni minerarie del Katanga in Repubblica Democratica del Congo e del Copperbelt in Zambia al porto angolano di Lobito, promette di rivoluzionare il commercio e lo sviluppo economico dell’Africa centrale.

Dopo essere caduta in disuso, la ferrovia di Benguela, costruita all’inizio del XX secolo per trasportare i minerali dal Congo, è stata riabilitata e modernizzata negli ultimi anni grazie a ingenti investimenti, inizialmente cinesi, e più recentemente europei. Anche il porto in acque profonde di Lobito, punto d’arrivo atlantico di questa arteria vitale per il trasporto di materie prime – in particolare rame e cobalto – verso i mercati internazionali, è stato ampliato e migliorato per gestire un volume crescente di traffici.

In linea con l’attuazione della sua strategia Global Gateway in Africa – piano infrastrutturale di natura globale volto ad aumentare la connettività dell’Europa con il resto del mondo – l’Unione  Europea (UE) si mostra interessata alle opportunità di investimento legate al progetto di riabilitazione del Corridoio ferroviario di Lobito, come testimoniato dal rapporto “Analisi del clima degli investimenti per l’attuazione Global Gateway in Repubblica Democratica del  Congo – Corridoio di Lobito” realizzato dallo Strumento TPSDE, un programma della Commissione europea per il commercio, lo sviluppo e l’impegno del settore privato e il mercato del lavoro. Il documento pone principalmente l’accento sulla sezione in questione da ristrutturare: la tratta Kolwezi-Dilolo, in Repubblica Democratica del Congo (RDC), che, lunga 427 chilometri, richiede una riabilitazione completa, stimata in 400 milioni di dollari, poiché le infrastrutture ferroviarie attuali sono inadeguate per supportare i volumi e il carico delle merci trasportate.

La riabilitazione è supportata da un consorzio internazionale composto dalle europee Trafigura, Mota-Engil e Vecturis, in collaborazione con la società che gestisce il porto di Lobito AGL (del gruppo MSC). Queste ultime hanno annunciato investimenti significativi, che si aggiungono a quelli promessi da altri partner, inclusi Italia, Stati Uniti, Banca Africana di Sviluppo (AfDB) e African Finance Corporation (AFC). Il progetto, che rientra anche nell’iniziativa della Global Partnership for Infrastructure and Investment (GPII) del G7, mirata a migliorare le infrastrutture e le catene del valore strategiche a livello globale, promette inoltre di soddisfare i requisiti del Critical Raw Materials Act (CRMA), di recente adozione in seno all’UE allo scopo di rafforzare le capacità europee nelle catene di approvvigionamento di materie prime critiche e di consolidare la conclusione di partenariati strategici con Paesi terzi ed emergenti, in particolare nel quadro strategico del Global Gateway.

Il Corridoio di Lobito diventa così una valida alternativa ad altri progetti, consentendo sia all’UE sia agli Stati Uniti di rafforzare i propri legami con l’Africa e al contempo di facilitare l’accesso alle materie prime critiche necessarie per la transizione energetica globale. Di fatto, secondo le stime, per raggiungere i mercati europei e statunitensi, il rame e il cobalto estratti nelle miniere del Katanga dovranno trascorrere soli 20 giorni in suolo africano fino al porto di Lobito, contro 45 giorni attraverso il Corridoio Tazara fino al porto tanzaniano di Dar-Es-Salaam, sull’Oceano Indiano. Oltre a diventare un ponte tra l’Africa e il resto del mondo collegando il porto angolano alle città minerarie congolesi di Lubumbashi e Kolwezi, il Corridoio di Lobito rappresenta uno strumento di integrazione regionale e un volano per lo sviluppo economico locale nell’Africa centrale.

Nonostante le prospettive rosee, la realizzazione del pieno potenziale del Corridoio di Lobito non è priva di sfide, a cominciare dalla difficoltà a incoraggiare gli investimenti in un’area segnata da una lunga storia di instabilità politica e sociale.

Tuttavia, per trasformare in opportunità gli ostacoli, gli esperti dello Strumento TPSDE raccomandano innanzitutto di sostenere progetti specifici mirati allo sviluppo locale di catene del valore, come la produzione in situ di batterie per veicoli elettrici, anche in considerazione delle attualmente limitate capacità europee e statunitensi di raffinazione. Inoltre, simili progetti potrebbero fungere da catalizzatore per lo sviluppo di un tessuto industriale locale, basato sulla trasformazione delle materie prime e sulla fabbricazione di prodotti finiti.

Oltre i settori minerario, logistico, industriale e commerciale, dalla nuova infrastruttura ferroviaria trarrà beneficio anche il settore agricolo e zootecnico, attraverso lo sviluppo delle capacità locali che potrà derivare da partnership con aziende straniere destinate ad accrescere l’adozione di pratiche agricole sostenibili ma anche la professionalizzazione, ad esempio, dei coltivatori congolesi di mais del Haut-Katanga e del Lualaba. Considerando il deficit energetico che deve affrontare la RDC, esiste inoltre un grande margine di collaborazione per attuare attività di formazione tecnica e professionale nel settore delle energie rinnovabili, anche alla luce dei progetti energetici già in corso nell’area. Sempre nell’ottica di sviluppare le capacità locali, la ferrovia riabilitata richiederà una manutenzione costante e un continuo aggiornamento tecnologico per garantire la propria efficienza, creando nuove opportunità per formare esperti in grado di provvedere alla manutenzione e ai miglioramenti adatti all’infrastruttura.

Recapiti
Redazione tecnica