“Gli aiuti alle aziende editoriali previsti dagli anni ’80 dovrebbero valere per tutti, inclusa l’editoria del Terzo Settore”: il punto di vista di Ivano Maiorella, Giornale Radio Sociale

Nel panorama dell’editoria contemporanea, il Terzo Settore gioca un ruolo cruciale, ma spesso trascurato, nel comunicare il bene e promuovere la cultura della solidarietà. Ivano Maiorella, giornalista de il Discobolo, Uispress, Giornale Radio Sociale, condivide le sue riflessioni su come le attività editoriali del Terzo Settore debbano essere sostenute per evolversi e così corrispondere sempre meglio alla propria missione di comunicare il bene.

Criticità nel Terzo Settore dell’associazionismo

Il Terzo Settore, regolato da una legge che ne definisce il ruolo nell’ordinamento giuridico italiano, ha una missione editoriale unica e peculiare. Tuttavia, le leggi che lo governano sono datate e inadeguate per rispondere alle esigenze attuali. Maiorella evidenzia come “gli aiuti alle aziende editoriali previsti dagli anni ’80 dovrebbero valere per tutti, inclusa l’editoria del Terzo Settore.”
Un problema significativo è la diminuzione delle testate registrate, spesso ignorata dall’opinione pubblica, con la falsa credenza che i social media gratuiti possano sostituire il giornalismo tradizionale del Terzo Settore. Inoltre, la transizione al digitale ha privato queste testate di molti dei benefici fiscali riservati all’editoria stampata, come l’IVA agevolata e le tariffe postali ridotte.
L’editoria del Terzo Settore, diffusa prevalentemente online, affronta costi di produzione elevati, aggravati da un’IVA al 22%. Maiorella sostiene che questa situazione crea un’ulteriore disparità tra il Terzo Settore e i grandi gruppi9 editoriali, che continuano a godere di agevolazioni fiscali e previdenziali.

Proposte per il sostegno all’editoria del Terzo Settore

Per rilanciare l’editoria del Terzo Settore, Maiorella propone un sostegno mirato all’autoimprenditorialità editoriale, riconoscendo che molte testate sono gestite da piccoli gruppi o singoli individui. “Serve un’analisi approfondita dell’attuale situazione per sostenere i giornalisti e i piccoli gruppi editoriali che operano nel Terzo Settore,” afferma.
Un’altra proposta riguarda la promozione di bandi specifici sulla comunicazione sociale, con criteri di valutazione aggiornati per la realtà digitale. “Oggi, i criteri di valutazione sono ancorati a un modello superato, come quello delle copie vendute,” sottolinea Maiorella. “Occorre aggiornare questi criteri per la nuova editoria digitale e valorizzare chi comunica i progetti.
“Comunicare è fondamentale, e farlo bene significa sostenere la trasparenza e la crescita culturale del Paese.”
L’editoria del Terzo Settore deve essere riconosciuta come parte integrante dell’industria culturale italiana, con un sostegno adeguato che valorizzi il lavoro dei giornalisti e delle organizzazioni che, ogni giorno, si impegnano a raccontare il bene e a promuovere il cambiamento sociale.

Ascolta l’intervista completa, QUI.

Leggi anche: