Sono stati inaugurati in El Salvador, Honduras. Messico e Repubblica Dominicana gli eventi di formazione sulle buone pratiche internazionali per minori a rischio abbandono, attività centrale del progetto di Amici dei Bambini finanziato dalla CAI
Dopo le intense fasi di colloqui e di preparazione, e dopo le prime sessioni online, sono cominciate le attività di formazione in presenza degli stakeholders locali sulle buone prassi internazionali di protezione di bambine, bambini e adolescenti a rischio abbandono in Centro America. Siamo entrati, dunque, nel cuore del progetto “Università delle buone prassi contro l’abbandono in Centro America: “Child protection e minori in transito” CUP J11H22000320008, approvato con Delibera CAI n. 37/2023/SG del 27 febbraio 2023., iniziato nel mese di novembre dello scorso anno e finanziato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali in quattro Paesi dell’America Centrale: El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana.
Nei primi giorni di ottobre, l’esperta giurista di Ai.Bi. – Amici dei Bambini è stata impegnata nella prima delle missioni che vedranno all’opera esperte ed esperti internazionali per i prossimi mesi di progetto.
Previste 60 ore di formazione in presenza
Per la definizione dell’offerta formativa è stato adottato lo stesso approccio partecipativo e di rete scelto per la realizzazione del primo progetto di Cooperazione Internazionale in Centro America di Ai.Bi., per questo l’esperta italiana, l’avvocata Enrica Dato, è stata affiancata da quattro esperti locali: l’avvocata Hellen Flamenco in El Salvador, l’Avv. Jorge Valladares in Honduras, la Docente di Diritto internazionale privato Maria Virginia Aguilar in Messico e la Magistrata Josefina Grullon in Repubblica Dominicana. Le prime sei delle sessanta ore di formazione previste in presenza sono state riservate all’approfondimento dei quattro quadri normativi nazionali di protezione dell’infanzia e l’adolescenza a rischio abbandono, all’analisi delle principali minacce ai diritti delle persone minori d’età più vulnerabili e allo studio di casi concreti. In El Salvador e Honduras, dove la formazione ha già avuto luogo, l’analisi del diritto comparato ha suscitato la partecipazione attiva delle persone partecipanti e ha stimolato la riflessione, sfociando in concrete proposte di buone prassi e interessanti spunti di riflessione sull’efficacia degli apparati normativi internazionali e la loro incorporazione nei sistemi nazionali.
Molto variegato il parterre dei partecipanti ai corsi di formazione, che comprende avvocati, magistrati, funzionari di istituzioni pubbliche, psicologi, sociologi, operatori di organizzazioni non governative, docenti e ricercatori universitari, giornalisti, pedagogisti, infermieri, traduttori e comunicatori sociali, tutti già coinvolti nei gruppi multidisciplinari di lavoro su casi di studio.
Dalla teoria alla pratica
Durante gli incontri, sono stati proposti loro alcuni esercizi di immedesimazione sia nel ruolo delle vittime di abbandono sia in quello dei rappresentanti delle istituzioni che lavorano ogni giorno per proteggerle. Un lavoro utile per rivelare i limiti imposti dalle cornici normative dei quattro Paesi, la loro evoluzione storica, i connotati culturali, le opportunità di sviluppo di sistemi sempre più votati alla garanzia dei diritti fondamentali di bambine, bambini e adolescenti.
La missione dell’avvocata Dato proseguirà nei prossimi giorni, quando l’esperta di diritto internazionale raggiungerà il Messico e la Repubblica Dominicana per completare il proprio viaggio attraverso le norme che reggono i sistemi di protezione centroamericani. Il testimone passerà, poi, al gruppo di lavoro della Prof.ssa Elena Cabiati, docente di Metodologia del servizio sociale presso l’Università Cattolica di Milano, che condurrà una investigazione sui casi di separazione di bambine, bambini e adolescenti dalle proprie famiglie e sulla partecipazione delle famiglie nella protezione contro l’abbandono.