L’inno alla fine dei 20 anni targato Luca Galizia: anti-escapismo, fatto di piccoli altarini, critiche e soluzioni.
GENERIC ANIMAL
“IL CANTO DELL’ASINO”
IL NUOVO DISCO IN USCITA OGGI 25 OTTOBRE PER LA TEMPESTA DISCHI
Il nuovo animale “generico” è il più originale e incompreso della fattoria. Scelto per un disco fiabesco, epico e distopico, scritto con sarcasmo e placida ironia.
ASCOLTALO QUI: https://bfan.link/il-canto-dell-asino
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LE PRIME DATE:
25 gennaio 2025 Piacenza – Musici Per Caso
21 febbraio 2025 Roma – Alcazar
22 febbraio 2025 Terni – Baravai
26 febbraio 2025 Milano – ARCI Bellezza
28 febbraio 2025 Bologna – Covo
01 marzo 2025 Torino – sPAZIO 211
La cover de “Il canto dell’asino” – foto di Claudia Ferri
È il più sottovalutato della vecchia fattoria, e non solo. Quello bruttino, incompreso, spesso male interpretato. In un mondo di animali più esotici, eleganti e fascinosi, l’asino è lì con tutte le sue apparenti contraddizioni e la sua innegabile originalità ed è oggi copertina, titolo e animale guida del nuovo disco di Luca Galizia.
“Il canto dell’asino” – che nulla ha a che vedere con quello del cigno – esce oggi 25 ottobre per La Tempesta Dischi in vinile e in tutte le piattaforme digitali ed è il quinto album di Generic Animal, che lo ha interamente scritto e suonato. È coprodotto con Yakamoto Kotzuga, produttore e sound designer veneziano con cui è nata prima una nuova amicizia, poi un suono inedito.
Ascoltalo qui: https://bfan.link/il-canto-dell-asino
Tredici canzoni nate dopo tre anni di gestazione, qualche pezzo in embrione ancora più indietro nel tempo, un lavoro accurato che arriva due anni dopo l’ultimo disco “Benevolent” e a un anno di distanza dall’EP “Rosso”. Anticipato dai singoli Bobby Ballad, Tokyo20/Spirito ed Eric che fai?, ospita un’unica voce, quella di Marta del Grandi, brillantemente incastonata nel lungo finale di Karaoke, timida e irrequieta canzone d’amore.
Dopo un’estetica volutamente confusa (nel 2020 c’era l’omino viola di “Presto” e nel 2022 il simpatico mostro di “Benevolent”), qui l’animale generico è per la prima volta specifico.
Un suono potente fatto di carne e ossa, rock avvelenato di R&B isterico, cantautorato italiano contaminato da chitarre nervose, voci sgolate e pianoforti scordati. La chitarra regna sovrana ed esce dai soliti schemi: è reinventata e usata per scrivere e comporre anche per altri strumenti, come i pianoforti e i sax. È il suo disco “più suonato”: le batterie sono granitiche e ostinate, come nella cavalcata finale di Tokio 20; le chitarre suonano a volte baritone, come un crossover alla Deftones, altre volte apparentemente drammatiche come nel riff stile The Smiths ne I Grandi, e ancora ecco le incursioni di assoli acidi di un disco glam rock, Fleetwood Mac di un futuro passato.
Un genere difficile da definire, complesso da etichettare. Come l’asino, che non si riesce a mettere a fuoco se sia animale pacifico o irritabile; che quando raglia non si capisce se sia più arrabbiato o felice, così Generic Animal fugge agli schemi e rimane fedelmente ancorato alla sua originalità.
Detto con le sue parole: Sto ragliando o è solo il modo in cui parlo? È un lamentio o è solo il modo in cui canto? È un’abitudine malsana o solo il modo in cui ho imparato a sopravvivere, che mi fa rimanere incompreso?
In questo disco ci sono storie vere, autobiografiche o egoriferite che dir si voglia. Il suo autore, ormai prossimo alla soglia dei 30 anni, si guarda indietro e racconta quello che è stato, con urgenza e semplicità.
C’è la vita e la solitudine del fuori sede (Zero), una ballata sarcastica (Bobby Ballad) e un’inquieta canzone d’amore (Karaoke), ci sono gli anni delle medie e un amico scomparso (Eric che fai?), fa capolino la spiritualità (Spirito). C’è soprattutto “il rimuginare” alla Generic Animal: le riflessioni sospese di Tokyo 20, scritte su un volo intercontinentale; quelle arrivate di notte e a occhi sbarrati di 27; i sogni che prendono forma di Trampolini; la melodia (o forse il lamentio) di Giorgio Marrone, che ricorda l’importanza di prendersi cura di sé stessi e di chi si ama; diventare Grandi tra i grandi.
È un album fiabesco dove trovi tante storie e ti immedesimi con facilità. Che si snoda colorato come pagine di una graphic novel tra personaggi vestiti da Batman e vicini molesti. Un disco allo stesso tempo allegro e malinconico, calmo e arrabbiato, epico e distopico, scritto con un tocco di sarcasmo e placida ironia.
Il Canto dell’Asino è una riflessione (positiva) su quello che è stato e che sarà, sulla cura e il volersi bene, tra lo stare e il fuggire.
Questo disco ha cambiato tante cose dentro di me. É un inno alla fine dei miei 20 anni: anti-escapismo, fatto di piccoli altarini, critiche e soluzioni.
L’album è stato registrato tra l’Outside Inside studio, a Volpago del Montello (TV), Bleach Recording a Gittana di Perledo (LC) e Crossfade studio, a Milano. Mixato da Fight Pausa, masterizzato da Giovanni Versari, presso La Maestà studio. Alla costruzione e agli arrangiamenti del disco hanno collaborato tanti amici di Luca: Arianna Pasini, Fausto Cigarini, Giacomo Ferrari, Jacopo lietti, Marco Giudici.
Le prime date live di Generic Animal sono in calendario il 25 gennaio a Piacenza (Musici Per Caso); il 21 febbraio a Roma (Alcazar); il 22 febbraio a Terni (Baravai); il 26 febbraio a Milano (ARCI Bellezza); il 28 febbraio a Bologna (Covo) e il 1 marzo a Torino (sPAZIO 211).
Foto di Giovanni Benvenuti
TRACKLIST
ZERO
TOKYO 20
STARE 1 – intermezzo
BOBBY BALLAD
TRAMPOLINI
27
SPIRITO
STARE 2 – intermezzo
ERIC CHE FAI?
GRIGIO MARRONE
KARAOKE
I GRANDI
STARE 3 – intermezzo
BIOGRAFIA
Generic Animal è lo pseudonimo e progetto solista di Luca Galizia. Un nome nato da un disegnino di un animaletto che ha fatto qualche anno fa. Luca è del 1995 e fa musica da un po’ di tempo. Suona la chitarra, scrive cose, canta. Vive a Milano, viene dalla provincia di Varese. Arriva dall’hardcore e dall’emo. Nel 2018 esordisce con il suo primo omonimo disco, edito da La Tempesta; “Emoranger” è il secondo album, con un imprinting più trap ed edulcorato, lavorato in cooperazione tra La Tempesta e Bomba Dischi. Nel 2020 arriva “Presto”, uscito per La Tempesta/Universal, scritto da GA e arrangiato e suonato con l’amico e sodale Fight Pausa. È costruito tra sonorità trap che si fondono con il math rock, echi emo che sconfinano nel post-rock, sfumature soul/r’n’b e un’attitudine hip hop. “Benevolent” è il suo quarto album, sempre per La Tempesta, ancora con Fight Pausa. Il primo singolo del disco (Lifevest) è stato pubblicato in esclusiva per Colors Studios, la prestigiosa piattaforma tedesca che ha selezionato solo due italiani (insieme a lui Nitro) tra gli artisti di maggior talento e originalità. Qui si prendono le distanze da trap e rap per avvicinarsi al rock e post-rock, sonorità underground e pop. Un disco che ondeggia tra i pieni e i vuoti della vita umana e trova la propria dimensione in una terra di mezzo tra età adulta e infanzia, sogni e incubi. Nella primavera del 2023 pubblica l’EP “Mondo Rosso”. Il 2024 è l’anno de “Il canto dell’asino”, il suo quinto disco.