Quanto costa aprire una partita IVA e soprattutto mantenerla? E come i buoni pasto possono essere un vantaggio fiscale? Scopri tutto nella nostra guida.

Come si apre la partita IVA? E soprattutto quali sono i suoi costi? Queste le domande più comuni per chi intende avviare una nuova attività di impresa, un’arte o una professione in Italia. Proviamo, quindi, a capire quale sia la procedura operativa per l’apertura della partita IVA e quali siano i costi da preventivare.

Cos’è una partita IVA?

Prima di indicare i passi da compiere per aprire una partita IVA e i relativi costi, è opportuno sapere di cosa di tratta.

La partita IVA è una seria numerica di 11 cifre. Le prime 7 rappresentano il numero progressivo del contribuente nell’ambito dell’ufficio; l’ottava, la nona e la decima cifra rappresentano il codice identificativo ai fini IVA; l’undicesima cifra è generata automaticamente dal sistema Anagrafe Tributaria e ha la funzione di controllo dell’esatta trascrizione delle prime 10 cifre. Nei rapporti con l’estero, inoltre, il numero di partita IVA è preceduto dal prefisso di identificazione dello Stato membro (in Italia, “IT”).

La partita IVA persegue due finalità: identificare il soggetto e attestare il suo status fiscale, relativamente alle operazioni effettuate in Italia e all’estero e agevolare il controllo dell’Ufficio competente per assicurare la riscossione dell’imposta. 

Come aprire partita IVA: i passi da compiere

Aprire una partiva IVA è molto semplice e del tutto gratuito. Non richiede l’intervento di un intermediario abilitato (es. iscritti agli albi dei commercialisti, ragionieri, ecc.) e avviene presentando un’apposita istanza.

I soggetti obbligati ad aprire una partita IVA, in base alla disciplina contenuta all’art. 35 del D.P.R. n. 633/1972 (“Decreto IVA”), sono i soggetti residenti in Italia che intraprendono attività d’impresa, arte e professione in Italia, ovvero vi istituiscono una stabile organizzazione. Si tratta di soggetti che svolgono attività in forma autonoma, in quanto non titolari di reddito da lavoro dipendente.

Tali soggetti saranno tenuti alla presentazione di una dichiarazione di inizio attività entro il termine di 30 giorni mediante uno dei seguenti modelli scaricabile dal sito dell’Agenzia delle entrate:

  • modello AA7 (per i soggetti diversi dalle persone fisiche);
  • modello AA9 (per gli imprenditori individuali e i lavoratori autonomi).

In ogni caso, la dichiarazione di inizio attività dovrà avere un contenuto prefissato, ovvero:

  • per le persone fisiche: il cognome e nome, il luogo e la data di nascita, il codice fiscale, la residenza, il domicilio fiscale e l’eventuale ditta;
  • per i soggetti diversi dalle persone fisiche: la natura giuridica, la denominazione, ragione sociale o ditta, la sede legale, o in mancanza quella amministrativa, ed il domicilio fiscale. Deve inoltre essere indicato il codice fiscale per almeno una delle persone che ne hanno la rappresentanza;
  • per i soggetti residenti all’estero: anche l’ubicazione della stabile organizzazione;
  • il tipo e l’oggetto dell’attività ed il luogo o i luoghi in cui viene esercitata, anche mediante sedi secondarie, filiali, stabilimenti, succursali, negozi, depositi e simili, il luogo/luoghi in cui sono tenuti e conservati i libri, i registri, le scritture e i documenti richiesti dalla normativa;
  • per i soggetti che intendono effettuare operazioni intra-UE, la volontà di effettuare tali operazioni;
  • ogni altro dato richiesto dal modello, eccetto quelli che possono essere conosciuti autonomamente dall’Agenzia.

Modalità di adempimento e attribuzione

Fatte tali premesse, il contribuente dovrà trasmettere la dichiarazione di inizio attività, scegliendo in via alternativa tra le diverse modalità di adempimento:

  • presentando la dichiarazione (in duplice copia e accompagnata da documento di riconoscimento) presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, anche diverso da quello di domicilio fiscale;
  • inviando a mezzo servizio postale e con raccomandata a qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento;
  • inoltrando per via telematica, in prima persona o avvalendosi di un intermediario abilitato.

Alla presentazione della dichiarazione è collegata l’attribuzione al contribuente del numero di partita IVA, destinato a rimanere invariato fino alla cessione dell’attività.

In particolare, a seguito della presentazione della dichiarazione, la partita IVA è attribuita in via telematica dall’Agenzia delle Entrate ed è attestata al dichiarante mediante il rilascio o l’invio del relativo certificato di attribuzione. Ove la dichiarazione sia presentata da un soggetto incaricato della trasmissione telematica, inoltre, è previsto a carico di quest’ultimo l’impegno alla trasmissione del certificato di attribuzione della partita IVA nei confronti del contribuente.

Come scegliere il codice Ateco per l'apertura di una partita IVA

La scelta del codice ATECO è una fase importante nella procedura operativa per l’apertura della partita IVA, in quanto il codice è usato per classificare, sia ai fini statistici sia ai fini fiscali, le diverse attività che possono essere svolte in forma autonoma. 

Per scegliere quello giusto, occorrerà descrivere la propria attività nella maniera più chiara possibile e vedere quale codice si adatta di più. Per esempio, nel caso in cui si intenda aprire una gelateria o una pasticceria, il codice ATECO sarà 56.10.3.; diversamente, ove si intenda avviare un’attività di lavanderia, il codice sarà 96.01.2. Anche qualora non esistesse un codice specifico, il contribuente avrà la possibilità di inserire più di un codice attività per la propria partita IVA, sempreché i codici non siano tra di loro incompatibili. 

Inoltre, sul sito Codiceateco.it ti basta inserire la tua attività per avere il codice ATECO più adatto alla tua attività: ti basta descrivere quello che hai intenzione di fare e la ricerca guidata ti aiuterà a individuarlo.

Fatto ciò, dovrai indicare nella dichiarazione di inizio, da presentare all’Agenzia delle entrate, il codice ATECO correlato alla tua attività sulla base della tabella di raccordo codici ATECO 2007. Lo stesso dovrà essere indicato anche nell’eventuale comunicazione di variazione dell’attività svolta, nel caso il cui tu decida di cambiare attività, richiedendo un nuovo codice.

Si possono avere più codici Ateco?

Come anticipato, i soggetti obbligati ad aprire una partita IVA devono indicare, nella dichiarazione di inizio attività da presentare all’Agenzia delle entrate, il codice ATECO che identifica, ai fini IVA, l’attività svolta

Nel caso di multiattività, ossia nel caso in cui il titolare della partita IVA eserciti contemporaneamente più attività d’impresa, arte o professione, è necessario registrare, all’apertura della partita IVA, tutti i codici ATECO relativi a ogni attività svolta, attraverso l’invio del modello AA9 (per le persone fisiche) o AA7 (per le persone giuridiche).

La nuova attività può anche essere intrapresa successivamente all’apertura della partita IVA; in questo caso, il titolare deve provvedere ad aggiungere il nuovo codice ATECO e a comunicare la variazione all’Agenzia delle entrate – mediante i modelli AA7/12 o AA9/12 – entro trenta giorni dall’inizio dell’attività.

Cosa accade se si aggiunge un nuovo Codice Ateco ad una Partita IVA che segue il regime forfettario? 

Come si avrà modo di analizzare successivamente, nel regime previsto dall’art. 1, commi da 54 a 89, l. n. 190/2014) il reddito è determinato in modo forfettario, ossia applicando il coefficiente di redditività, legato a un codice Ateco previsto per la specifica attività svolta, all’ammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta. 

Il coefficiente di redditività è una percentuale associata al Codice Ateco.
Nel caso di multiattività relative a una sola partita IVA, si possono verificare due ipotesi:

  • le attività appartengono allo stesso settore e alle stesse è attribuito il medesimo codice ATECO a cui corrisponde un unico coefficiente di redditività. In questo caso non è necessario distinguere le attività e, per ottenere il reddito imponibile basterà sommare i ricavi conseguiti dallo svolgimento delle molteplici attività appartenenti allo stesso settore e alla somma di essi applicare il coefficiente di redditività previsto per quel Codice Ateco. Sul reddito imponibile così determinato viene applicato l’imposta sostitutiva;
  • le attività appartengono a settori diversi e corrispondono a differenti codici ATECO e coefficienti di redditività. In questo caso, dovranno necessariamente