L’alimentazione ideale per gatti sterilizzati  - News Petme

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Il gatto mantiene intatte le caratteristiche ancestrali dei predatori anche dopo l’operazione chirurgica che ne modifica gli equilibri ormonali, quindi richiede un’alimentazione ricca di proteine nobili, adeguata alle sue specifiche esigenze metaboliche. Gli esperti suggeriscono un approccio personalizzato che consideri molteplici fattori individuali come l’età, la razza e il livello di attività fisica. Ecco il parere della dottoressa Francesca Giulianelli, veterinario di Ca’ Zampa

La sterilizzazione (orchiectomia/ovariectomia) è uno degli interventi chirurgici più comuni che vengono effettuati nel gatto. Spesso viene effettuata in età prepubere, quando cioè l’animale è ancora in fase di accrescimento. La principale conseguenza di questo intervento è il cambiamento ormonale, con successive alterazioni sul comportamento sessuale e sul metabolismo.  

La sterilizzazione comporta sia una riduzione del fabbisogno energetico, di circa il 20% in meno rispetto ad un animale intero, sia un’alterazione nel metabolismo lipidico e proteico.  

Il testosterone (che nella femmina fa da substrato per la formazione di estradiolo) agisce sul metabolismo proteico promuovendo la divisione cellulare e lo sviluppo delle masse muscolari, mentre gli estrogeni presentano un’attività sul metabolismo del calcio (favorendo la deposizione di sali di calcio nell’osso e la saldatura delle cartilagini di accrescimento) e sul metabolismo lipidico, riducendo i lipidi circolanti e prevenendo la loro deposizione a livello epatico. 

Cosa dare da mangiare ad un gatto sterilizzato? 

Da ciò si evince che l’alimentazione dell’animale deve subire delle variazioni nel momento in cui esso viene sterilizzato. La scelta del tipo di alimento da assumere e della quantità è una scelta importante e delicata, soprattutto quando l’animale è ancora in fase di accrescimento. Fra i veterinari, però, non c’è una linea comune nel consigliare al proprietario cosa dare da mangiare a un gatto sterilizzato dopo l’operazione. C’è chi consiglia di continuare con lo stesso alimento e con le stesse quantità di prima, chi consiglia semplicemente di ridurne il dosaggio e chi invece pensa che la scelta più corretta sia quella di passare ad un alimento per animali adulti sterilizzati.  

Come mettere a dieta un gatto sterilizzato? 

Non esiste una soluzione univoca per mettere a dieta un gatto sterilizzato. Il medico veterinario dovrà, come sempre, tenere in considerazione, oltre all‘età dell’animale, anche la sua razza (gatti di razze “giganti”, come ad esempio i Maine coon o i Norvegesi, terminano l’accrescimento oltre l’anno di età), il livello di attività e, soprattutto, i tenori analitici dell’alimento che l’animale andrà ad assumere dopo l’intervento.  

L’ideale, se si deve mettere a dieta un gatto sterilizzato ancora cucciolo, sarebbe somministrare un alimento studiato appositamente per cuccioli sterilizzati, ma in commercio esistono pochissimi alimenti industriali con queste caratteristiche. Continuare con lo stesso alimento e con lo stesso dosaggio non deve essere considerata una soluzione plausibile, poiché, come detto in precedenza, la sterilizzazione implica una diminuzione del fabbisogno energetico dell’animale che si attesta intorno al 20%. Di conseguenza, se l’animale continuasse ad assumere le stesse chilocalorie che ha assunto fino a quel momento tenderebbe ad ingrassare, con un maggior rischio di sviluppare obesità. Non è nemmeno una soluzione ridurre le quantità dello stesso alimento assunto fino a quel momento (petfood “kitten”), in quanto si ridurrebbero, oltre alle calorie, anche l’apporto di proteine e di altri nutrienti come minerali e vitamine.  

I cuccioli, come indicato dalle tabelle FEDIAF, hanno fabbisogni mineral-vitaminici, proteici, lipidici ben specifici e spesso più elevati di un animale adulto, per cui ridurre eccessivamente il dosaggio di alimento potrebbe causare carenze di uno o più nutrienti.  

Particolare attenzione andrebbe rivolta al calcio, al fosforo e al rapporto tra le loro concentrazioni all’interno dell’alimento. Dobbiamo innanzitutto considerare che mettere a dieta un gatto sterilizzato richiede di tenere conto della sua natura carnivora: il gatto è un felino con una dieta basata quasi totalmente su alimenti di origine animale (piccoli roditori, uccellini, lucertole, topolini). La dentatura, l’apparato digerente e il comportamento si sono evoluti in funzione dell’attività predatoria. Anche se domestico, il gatto non ha cambiato il suo bisogno nutrizionale, quindi la sua alimentazione ha un maggior fabbisogno di proteine rispetto a molti altri mammiferi.  

Esse devono costituire almeno il 25% sulla sostanza secca. Ma meglio se di più. Devono avere un alto valore biologico: dovranno derivare perciò da carni, uova e latte. I felini domestici non hanno cambiato le abitudini comportamentali, ed è il motivo per cui è bene creare un ambiente adatto al gatto che soddisfi i suoi istinti primari (caccia, riposo, gioco ecc.).  

Per il gatto sterilizzato, meglio cibo secco o umido? 

Tra i fattori da considerare nell’alimentazione dei gatti sterilizzati c’è innanzitutto l’odore: un profumo invitante è sufficiente ad incoraggiare il gatto a consumare un alimento di per sé poco gustoso. I gatti hanno sulla lingua papille gustative poco sensibili al gusto dolce, ma molto sensibili ai gusti salato, acido e amaro, come ai componenti della carne.  

Anche la consistenza dell’alimento influenza l’appetibilità. I gatti non sono in grado di masticare in modo efficace: riducono le dimensioni del cibo lacerandolo in pezzi che possano essere ingeriti. Da ciò si osserva che il cibo in scatola, umido e gustoso, viene consumato rapidamente. I cibi secchi, con contenuto calorico più denso, sono consumati in modo più lento e costante.  

Per quanto riguarda la varietà della dieta, non c’è sempre coerenza: i gatti sono per lo più neofobi, cioè temono le novità, ma in certe circostanze, come per esempio in condizioni di stress, non amano nutrirsi con lo stesso alimento che li ha fatti star male, che ha indotto loro il vomito per esempio; in questo caso andrà loro offerto un cibo alternativo

Alimentazione casalinga per gatti sterilizzati

 Per quanto riguarda un’eventuale dieta casalinga per il nostro gatto sterilizzato, è importante ricordare alcune questioni. Il cibo deve essere a temperatura ambiente o tiepido, in modo da emanare profumo che lo invoglierà a mangiare. Meglio offrire piccole quantità di cibo gradevole e tiepido (con il passare delle ore il cibo nella ciotola ore rilascerà meno odore gradevole).   

Meglio, come detto, variare sapori e consistenza (umido o secco). Se per il trattamento di una malattia è necessaria una dieta speciale, è preferibile introdurla gradualmente, mescolandola con la sua alimentazione abituale, così da facilitare l’adattamento alla nuova alimentazione casalinga specifica per gatti sterilizzati

Dopo che avete fatto sterilizzare il vostro gatto, è possibile che notiate qualche cambiamento nel suo carattere e nel suo atteggiamento, anche in casa. Fra i cambiamenti, ci può essere un aumento di appetito: per mantenerlo in salute ed evitare che ingrassi, chiedete per lui al veterinario un nuovo piano nutritivo, che soddisfi il suo nuovo fabbisogno proteico e vitaminico, ma anche il suo palato. 

Dottoressa Francesca Giulianelli, veterinario di Ca’ Zampa 

Foto: IPA

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