Correttivo Codice Appalti, passo verso CCNL di qualità

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Il nuovo decreto legislativo correttivo del Codice Appalti, di cui al D.Lgs. 36/2023, rappresenta un importante intervento legislativo finalizzato a razionalizzare e semplificare ulteriormente le disposizioni del codice vigente, a un anno dalla sua entrata in vigore. Tra le novità più rilevanti, si segnala la disciplina dell’“equivalenza” dei contratti collettivi nazionali di lavoro e l’attenzione posta sulle piccole e medie imprese, con l’introduzione di misure che ne facilitano l’accesso al mercato degli appalti pubblici. 

Misure per favorire l’accesso delle PMI agli appalti pubblici

Il decreto sul Codice Appalti tiene conto del processo di interlocuzione con gli stakeholder svoltosi presso il Ministero a cui anche Conflavoro ha preso parte, e contemporaneamente intende operare i dovuti aggiustamenti al fine di scongiurare eventuali ulteriori procedure di infrazione.

Una delle principali novità riguarda l’attenzione alle piccole e medie imprese (PMI), spesso escluse dalle gare per le loro dimensioni. Il nuovo decreto introduce misure per favorire l’accesso delle PMI agli appalti pubblici, prevedendo verifiche delle stazioni appaltanti per garantire la loro partecipazione, riservando agli affidamenti sotto soglia europea il diritto di accesso per le PMI e vincolando almeno il 20% del subappalto alle PMI.

Il concetto di ‘equivalenza’ per i contratti collettivi nel correttivo al Codice Appalti

Come detto, un’importante novità consiste inoltre nella disciplina dettagliata, introdotta con il nuovo allegato I.01, del concetto di “equivalenza” riferito alle tutele in materia di contratti collettivi nazionali di lavoro, rispondendo a determinati parametri economici, tra cui la retribuzione tabellare annuale ed eventuali mensilità aggiuntive, e normativi, come ad esempio la disciplina del lavoro straordinario, con particolare riferimento ai limiti massimi e la disciplina compensativa relativa alle festività soppresse.

Le disposizioni contenute nel suddetto allegato puntano così a disciplinare i criteri e le modalità per l’individuazione, nei bandi e negli inviti, del contratto collettivo da applicare. Ciò rappresenta così un intervento legislativo consapevole volto ad incrementare, in ultima istanza, il numero dei ccnl che possono essere inseriti o richiamati nei bandi di gara, tenendo dunque conto del fatto che il panorama di riferimento oggi si è evoluto ed ampliato, senza tuttavia tralasciare l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul dumping, perseverando nell’obiettivo di contrastarlo. 

Capobianco: “Passo avanti per liberalizzare comparto edile, ma non basta”

“Tutto ciò giova anche al settore edile – asserisce il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco – ma in questo caso non basta. Il correttivo al Codice Appalti infatti è un primo importante passo verso una libertà sindacale responsabile e consapevole per tutti i settori economici, tuttavia non è sufficiente a liberalizzare completamente il comparto edile, da sempre storicamente vincolato all’esistenza di un unico CCNL di riferimento e all’obbligo di versamento alla Cassa Edile ai fini dell’ottenimento dei Durc fondamentali e propedeutici allo svolgimento delle attività lavorative”. 

L’alternativa di Conflavoro per l’Edilizia

Proprio in questo senso Conflavoro sta interloquendo con le Istituzioni sulle modalità di raggiungimento di un obiettivo fondamentale: creare una reale e tangibile alternativa per aziende e lavoratori dell’edilizia, altrettanto valida e tutelante, nella consapevolezza che le esigenze delle imprese edili e dei relativi lavoratori siano negli anni mutate e che il meccanismo ad oggi vigente necessiti di una revisione, nell’ottica di favorire un allineamento alle contemporanee mutate esigenze – e porre fine, quindi, al monopolio sindacale sino ad oggi esistente. 

“Lotta al dumping è prioritaria”

“Aprire a nuovi soggetti non vuol dire automaticamente meno diritti e più dumping o ambire ad una deregulation volontaria. Conflavoro in primis osteggia e contrasta in modo convinto tali azioni, operando nella tutela della legalità, stimolando un intervento consapevole di apertura del sistema, nel pieno rispetto della legge e della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, i cui standard devono rimanere elevati, garantendo professionalità e terzietà”, conclude Capobianco. 

Recapiti
Gabriele Tolari