In Valsabbia, nella provincia di Brescia, un gruppo di 20 famiglie si impegna quotidianamente per il bene dei ragazzi più fragili. Un esempio eccezionale per tutta la comunità, partito dal “battito d’ali” di un’adozione

All’inizio degli Anni ’60, il matematico e meteorologo Edward Lorenz teorizzò il famoso “effetto farfalla”, ovvero quello secondo il quale un battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo.
Nel 2006, in un piccolo paese della Valsabbia, forse senza saperlo, un gruppo di persone ha dato una dimostrazione pratica di questa teoria. Il “battito d’ali” da cui tutto è partito si trovava in Moldova, e aveva il volto di un bambino vittima di abbandono che finalmente trovava la sua nuova famiglia grazie al “sì” di due genitori che arrivavano da Roè Volciano.

“L’uragano” di gioia di Roè Volciano

Ok, effettivamente si può obiettare che un’adozione non è propriamente un “battito d’ali”, ma è già di per sé una sorta di uragano che dà una svolta irreversibile a molte esistenze che si intrecciano, ma il senso della similitudine rimane. Perché, una volta arrivati in Italia, quel bambino e quella famiglia rinnovata scatenano una gioia inarrestabile che contagia parenti, amici e conoscenti e, nell’arco di un anno, dà vita al gruppo Ai.Bi. di Roè Volciano, creato con lo scopo di aiutare i bambini che nel mondo vivono ancora nel limbo degli orfanotrofi.
Nel giro di pochissimo tempo, partono le raccolte fondi con i banchetti allestiti sul sagrato della Chiesa per sostenere i progetti di Amici dei Bambini; vengono organizzate attività nelle scuole e nei gruppi scout per sensibilizzare i bambini e i ragazzi al tema della povertà nel mondo; si formano i primi gemellaggi tra scout, scuole e gli orfanotrofi in cui Ai.Bi. è presente: uno è quello con l’Istituto di Volodarka, in Ucraina.
Ma le attività si allargano ben presto a coinvolgere altri Comuni e l’intera Comunità Montana Valsabbia, con le richieste al gruppo di famiglie di presenziare agli incontri di formazione sull’affido e sull’adozione e mettersi a disposizione per essere “famiglie aperte” all’accoglienza.
Ormai, “l’uragano” è inarrestabile e nel 2013, sollecitati dai Comuni e dalla stessa Ai.Bi., nasce il primo Pan di Zucchero di Amici dei Bambini, un luogo dove i bambini e i ragazzi con difficoltà scolastiche, inseriti in nuclei familiari fragili e segnalati dai servizi sociali, possono fare i compiti insieme e svolgere altre attività di laboratorio per tre pomeriggi alla settimana.

Fare la propria parte

Oggi, a 11 anni di distanza, il Pan di Zucchero non solo è ancora presente, ma ha coinvolto ancora più persone sul territorio e moltiplicato le proprie attività, occupandosi del trasporto dei bambini che altrimenti non saprebbero come spostarsi, garantendo la presenza di educatori alle attività e al mantenimento degli spazi e trovando il pieno sostegno delle scuole, che confermano la bontà del progetto segnalando come i risultati scolastici dei bambini e dei ragazzi che vanno al Pan di Zucchero siano effettivamente migliorati.
Il gruppo ha organizzato anche concerti, musical e ogni anno propone l’immancabile serata dello spiedo, che è un momento di festa e di condivisione davvero incredibile!
Questo ha anche permesso di trovare altri donatori e altre aziende che sostengono il progetto e i costi che il crescere delle attività comunque richiede, sempre nell’ottica di garantire il miglior servizio possibile alla comunità, la prevenzione del disagio minorile e il contrasto della povertà educativa.
L’uragano è ormai evidente a chiunque capiti di passare da Roè Volciano e incrociare la propria strada con una delle tantissime persone, o delle tantissime attività, che questa realtà ha promosso e continua a promuovere. Il tutto, tenendo ben in mente che davanti a qualsiasi situazione di difficoltà o di disagio non possiamo non chiederci: “Cosa abbiamo fatto noi per evitare che sul territorio in cui viviamo non crescessero adolescenti fragili o violenti”?

Un riconoscimento meritato

Per tornare ad affidarci alla forza delle parole dalla quale siamo partiti, scriveva il grande scrittore Mario Rigoni Stern: “A quelli che parlano di grandi sfide e si esaltano, rispondo che non c’è sfida più bella di quella di non perdere nessuno per strada, di non lasciarlo indietro”.
O ancora, come diceva il Cardinale Carlo Maria Martini: “Chi è orfano della casa dei diritti, difficilmente sarà figlio della casa dei doveri”. Questi sono i due pensieri che da sempre guidano il gruppo di Roè Volciano, con la consapevolezza che ciò che si fa non può salvare tutti, ma forse qualcuno sì.
Dopo tanti anni di attività, di progetti, di generosità e di amicizia, quel “forse” siamo piuttosto certi che si possa togliere, ed è anche per questo che durante la serata de Il Bello che Fa Bene 2024, i volontari di Roè Volciano sono stati premiato con il premio “Amico dei Bambini”, un piccolo segnale della riconoscenza per tutto il bene fatto e per l’esempio che sono stati e continuano a essere per tante altre persone.
Sul palco, a ritirare il premio, sono saliti Gina e Cleme, che organizzano, in particolare, gli eventi musicali; Mirella, che da nonna ha aperto anche un’adozione a distanza per i suoi nipotini, e Marco, il papà adottivo di quel bambino da cui è nato il gruppo.
L’augurio, e la certezza, è che il Pan di Zucchero di Roè Volciano possa essere a sua volta il “battito d’ali” responsabile di qualche uragano di gioia e di accoglienza che si scatenerà ovunque qualcuno deciderà di seguirne l’esempio.

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