«L’export genera oltre un terzo del Pil italiano ed è l’architrave della nostra economia. Con 626 miliardi di euro di esportazioni registrati lo scorso anno, l’Italia si conferma una delle economie più dinamiche a livello globale. Nella prima parte dell’anno abbiamo addirittura superato il Giappone per valori di export, diventando il 4° esportatore mondiale», dice Antonio Tajani, in avvio della “Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle Imprese” che si terrà oggi e domani a Milano presso l’Università Bocconi guidata da Francesco Billari.
È la tappa conclusiva degli “Stati Generali della diplomazia”, ovvero della riunione annuale di tutti gli ambasciatori italiani: questa volta i capi missione saranno impegnati in molti incontri diretti con le imprese. Una conferma che la Farnesina è diventata sempre più «Ministero degli Esteri e del Commercio internazionale».
«Dobbiamo fare in modo che la spinta competitiva delle nostre imprese continui e si sviluppi in un contesto internazionale complesso e segnato da numerose crisi e fronti di instabilità», dice il ministro degli Esteri al Sole 24 Ore. «Il conflitto in Ucraina continua ad avere ripercussioni geopolitiche ed economiche profonde. La guerra in Medio Oriente e la perdurante mancanza di sicurezza nel Mar Rosso sono elementi di incertezza per chi deve vendere le proprie merci nel mondo».
Ma, osserva Tajani, ci sono altre incognite: «Il rallentamento di alcune economie europee, in particolare quella della Germania, che rimane il più grande partner commerciale e industriale dell’Italia e le cui filiere produttive sono fortemente integrate con le nostre, indebolisce la domanda di beni italiani in quei mercati. Preoccupazione ha destato poi nel sistema produttivo l’incertezza sulle prospettive del nostro export negli Stati Uniti in attesa delle decisioni che verranno prese in futuro».
Sul tema della percepita minaccia di dazi «vorrei rilevare che l’Italia è il Paese alleato degli Stati Uniti in Europa che ha il rapporto di fiducia più stretto con Washington. Come Governo siamo impegnati per fare in modo che i rischi legati ad eventuali dazi – rischi che ad oggi sono ancora teorici – non si tramutino in realtà. Questa per noi è una priorità».
L’export dopo una crescita sostenuta da due anni è abbastanza stazionario, ma per Tajani le prospettive ora sono buone: «Continuiamo a credere che sia raggiungibile un obiettivo di export ambizioso, in grado di trainare l’economia italiana: l’obiettivo di oltre 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura (2027, ndr). Per parte mia e del Governo esprimo qui l’impegno ad operare concretamente perché possiamo tagliare insieme questo traguardo per il Sistema Italia». Ma – aggiunge – c’è anche un altro obiettivo, «quello di aumentare il valore aggiunto delle nostre esportazioni, incrementando il contenuto tecnologico e innovativo di ciò che esportiamo, dato che questi prodotti risultano meno vulnerabili alla competizione e creeranno maggiore reddito e occupazione di più elevata qualità».
Quali sono gli obiettivi “geografici” dei prodotti per arrivare all’obiettivo dei 700 miliardi? «Anzitutto sui grandi mercati di sbocco dobbiamo fare un lavoro sempre più sofisticato per arrivare a nuovi compratori e nuovi clienti, entrando in nuove nicchie in cui c’è fame di prodotti “Made in Italy”. Per fare degli esempi, negli Stati Uniti dobbiamo arrivare in molti Stati lontani dalle due coste dove c’è ancora molto spazio di crescita. Nella stessa Germania, che è in fase di cambiamento strutturale verso le tecnologie verdi, dobbiamo portare più Made in Italy innovativo, che è uno dei nostri punti di forza. Inoltre – aggiunge – siamo impegnati a Bruxelles per stimolare un rilancio delle politiche industriali europee e un approccio più pragmatico in materia di cambiamento climatico, che sia sostenibile per l’industria europea, a partire dall’industria dell’auto. Allo stesso tempo, intendiamo appoggiare le nostre imprese del settore della componentistica affinché possano diversificare la propria produzione verso settori a più alto tasso di sviluppo ed espandere il proprio export in altri mercati».
La Cina è la grande incognita. «In Cina, occorre una strategia volta ad espandere la penetrazione dei nostri prodotti di lusso, che rimangono ancora indietro rispetto a quelli di altri paesi. Il rafforzamento dell’azione a sostegno dell’export verso il mercato cinese per le imprese italiane è stato al centro di molteplici iniziative: a settembre 2023 mi sono recato a Pechino per guidare il Comitato governativo congiunto, discutere l’uscita dalla Belt and Road Initiative e rilanciare su nuove basi il partenariato bilaterale. Ha fatto seguito, ad aprile 2024, la convocazione di un forum di dialogo imprenditoriale a Verona e la convocazione, a luglio 2024, del Business Forum Italia-Cina a Pechino».
Inoltre — aggiunge il ministro degli Esteri — «dobbiamo sapere accrescere sensibilmente il nostro peso in nuovi mercati emergenti: America Latina, Sud-Est asiatico, Paesi del Golfo — oltre ovviamente alle priorità politiche dei Balcani occidentali e dell’Africa. Il mio impegno è assoluto. La componente commerciale è sempre presente nelle mie missioni all’estero».
La conferenza di Milano sarà l’occasione, dice Tajani, per annunciare «due nuovi filoni di diplomazia della crescita». Anzitutto la «diplomazia dell’innovazione», che mira a promuovere la componente più innovativa e ad elevato valore aggiunto del Made in Italy che, come i dati dimostrano, contribuisce sempre di più al successo delle nostre esportazioni.
In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica è il principale motore dello sviluppo, i comparti della farmaceutica, delle biotecnologie, della meccanica avanzata, della sicurezza cibernetica, della microelettronica, della robotica, dell’intelligenza artificiale, delle tecnologie per la sostenibilità ambientale – per citarne solo alcuni – contribuiscono a collocare il nostro Paese sulla frontiera del progresso scientifico-tecnologico».
Altro filone è la «diplomazia dello sport». Su questo punto ricorda «il ruolo sempre più importante della diplomazia sportiva nella promozione del Sistema Italia. Gli eventi sportivi di levatura internazionale, per la loro capacità di attrarre l’attenzione globale, offrono un palcoscenico naturale per valorizzare il Made in Italy e per costruire nuove relazioni commerciali a livello mondiale».