SOL INVICTUS: Sounds and performances for the winter solstice in Roma, Istituto Svizzero

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L’Istituto Svizzero celebra il solstizio d’inverno attraverso una programmazione di performance e DJ set a Palermo, Roma e Milano.

Il giorno più corto dell’anno: il solstizio d’inverno, per convenzione, è il momento in cui, a causa della posizione del Sole rispetto all’equatore, corrispondono la notte più lunga e il giorno più corto. Un evento astronomico ricco di significati simbolici, a volte anche controversi, che veniva celebrato nell’antichità dalle popolazioni pagane prima dell’avvento del Cristianesimo: i Romani celebravano il Sol Invictus, gli Egizi la nascita di Horus, i Greci adoravano Helios. Dopo le ore prevalenti di oscurità invernale, il Sole sembrava rinascere e diventava invincibile (dal latino Sol Invictus). Un periodo dell’anno che, ancestralmente, segna il passaggio dall’oscurità alla luce. Ed è proprio a questa speranza, a questa ricerca di luce nei momenti bui, che l’Istituto Svizzero dedica queste tre serate.


13.12.2024 H19:00-24:00
Istituto Svizzero, Via Liguria 20, Roma

Per partecipare si consiglia di registrarsi qui.
Le performance e il DJ set si terranno nelle sale interne dell’Istituto.
Ingresso gratuito

Performance di:

Giulia Essyad, dear diary, 20’

Emma Saba, La fine di tutte le cose/l’inizio di tutte le altre , 40’

Diana Policarpo, Visions of Excess, 30’

Sultan Çoban, I came knowing, I would show up again, 30’

DJ set:

Bunny Dakota, PARTITURE PER ANDARE OLTRE

Le bevande fornite da FISCHIO  e il cibo fornito da BECCO possono essere acquistate sul posto.


La ricerca di Giulia Essyad ruota attorno alle rappresentazioni del corpo umano, impiegando video, fotografia, scultura, poesia e performance come suoi mezzi espressivi. Le sue opere utilizzano il suo stesso corpo come materia prima, esplorando le varie forme di alienazione inerenti alla produzione e al consumo di immagini corporee. Nel suo ciclo in corso, BLUE PERIOD, impiega il colore blu come lente per esplorare i lessici visivi dell’alterità, che spaziano dal liquido blu che sostituisce il sangue nelle pubblicità di prodotti per il ciclo mestruale all’ossessione erotica per il personaggio fittizio Violet Beauregarde, famoso per l’associazione con l’“inflazione da mirtillo”. Nei suoi lavori più recenti, presentati come parte del ciclo ROSE PERIOD, Essyad esplora le rappresentazioni del sensoriale: quegli elementi che, all’interno del corpo, rimangono invisibili. Dolore, piacere, emozioni e pensieri affiorano in superficie attraverso intricate riferimenti a media medici, spirituali e pornografici.

Coreografa e danzatrice, Emma Saba ha collaborato con Collettivo Cinetico, Clara Delorme, Cosima Grand e Marie Jeger. Nel 2022 ha creato il suo primo solo, la fine di tutte le cose / l’inizio di tutte le altre, coprodotto da Emergentia. È membro del Collectif Foulles, con cui ha co-creato Medieval Crack (2022) e Le cerveau mou de l’existence (2024). Laureata in danza contemporanea alla Manufacture di Losanna (2021), unisce danza, canto e autoipnosi per rileggere il suo patrimonio musicale classico. Sostenuta da Reseau Grand-Luxe e (ac)compagnons nel 2024-2025, presenterà il suo prossimo lavoro al Pavillon ADC nella stagione 2025-2026.

Diana Policarpo è un’artista visiva e compositrice che lavora con il disegno, video, scultura, testo, performance e installazioni sonore multicanale. Il suo lavoro esplora politiche di genere, strutture economiche, salute e relazioni interspecie attraverso una ricerca speculativa, creando performance e installazioni su vulnerabilità ed empowerment nel mondo capitalista. Ha esposto a livello globale, con recenti personali a Manifesta 15 (Barcellona), McaM Shanghai, Kunsthal Aarhus, Helsinki Biennial e Whitechapel Gallery (Londra). Vincitrice del Prémio Novos Artistas Fundação EDP 2019 e illy Present Future Prize 2021.

Sultan Çoban lavora all’incrocio tra le arti visive e performative. La sua pratica è caratterizzata da un’esplorazione formalmente consapevole dello spazio, del tempo e del suono, e affronta la questione di come l’identità culturale venga messa in scena e performata. Nella maggior parte delle sue opere, attinge a elementi da contesti culturali specifici per rappresentare e ricreare un certo periodo nel tempo. Esamina la traduzione e la trasferibilità delle emozioni tra diversi contesti linguistici e sociali, nonché l’identità performata. Sultan indossa molte facce, ma raramente la propria.

Bunny Dakota metà del duo di arti visive e performative Industria Indipendente, performer e creatrice/dj resident dell’happening Merende, uno dei queer party più frequentati e in continua trasformazione in Italia. Il suo approccio alla musica somiglia a una scrittura: nota per i suoi long set mescola archivi sonori e beat ad alta intensità, collabora artisticamente con vocal e sound artist. Nel 2020 fonda, insieme a un gruppo di artisti della scena performativa italiana, Radio India, per cui cura vari programmi musicali. Insieme a Steve Pepe e Yva & Toy George firma il disco edito da NERO Klub Taiga (2021). Nei suoi set e creazioni sperimenta lunghi viaggi sonori, agitando il dancefloor come un superorganismo in movimento, dando vita a mondi fittizi fatti di sud, elettricità, romanticismo, alte maree e sensualità scomposta.

Recapiti
Valeria