Blocco dello scrittore: come mettere a tacere il censore interno • Las Vegas edizioni

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Ci sono molti motivi che ci spingono a scrivere e altrettanti che ci impediscono di farlo: quante volte vi sarà capitato di dover (e voler) scrivere qualcosa e poi di procrastinare con infinite scuse?

Una delle cause è il censore interno, una vocina fastidiosa nella vostra testa che vi dice che non siete in grado, che non ce la potete fare, che così come state per fare non va bene.

Scrivere senza autocensurarsi

Ne parla Julia Cameron in La via dell’artista. Racconta di come un tempo per lei l’unico modo per scrivere fosse bere, perché l’alcol scioglieva qualsiasi inibizione e le permetteva di lavorare senza autocensurarsi. Peccato che questa strategia l’abbia portata ad avere un grave problema di alcolismo.
Insomma serviva un metodo più professionale e meno dannoso e pericoloso per liberarsi del blocco dello scrittore e mettere a tacere il censore interno.

In The War of Art Steven Pressfield parla della paura di creare, di una resistenza nel creare: c’è chi procrastina, chi deve informarsi su tutto altrimenti non può cominciare, chi deve prima fare quella cosa lì e poi quella là.
Pressfield afferma che non è paura di fallire, ma paura di riuscire e confrontarsi con chi si è veramente.

Scrivere senza paura di sbagliare o di essere criticati

Roberto Gagnor, docente del nostro corso di sceneggiatura cinematografica, ci parla anche della paura di sbagliare, che lui ha risolto così: provando tantissimo e sbagliando tantissimo.
Se fai una cosa e sbagli, hai sbagliato il 100% di quello che fai. Se fai 100 cose e ne sbagli 20 hai comunque fatto qualcosa di buono, tra le tante che hai provato a realizzare.
Bisogna fare i conti col fatto che siamo destinati a scrivere migliaia di pagine sbagliate prima di riuscire e che ci saranno giorni in cui la scrittura fluirà e ci sembrerà di essere dei premi Nobel e altri in cui ci verrà voglia di buttare via tutto (se a ragione o no è tutto da vedere).
Quello che importa non è tanto la singola seduta ma la media, la costanza.

Il censore interno secondo Andrea Malabaila, docente del corso di scrittura creativa, può presentarsi come un lettore frenante, cioè la persona che poi leggerà il manoscritto (la mamma? La moglie?) oppure i tuoi detrattori che sono pronti con la mannaia in mano a squartare la tua creazione.
Il lettore frenante non va ascoltato troppo, né chi è troppo pronto a sostenerti né a criticarti a prescindere.

La procrastinazione? Va gestita!

Roberto Gagnor ci suggerisce un trucco per gestire la procrastinazione. Stabilisce un tempo dedicato proprio a questo scopo: dalle 9 alle 9.30 procrastina e poi dopo comincia a lavorare, senza se e senza ma. Però mai, mai aspettare di arrivare vicino alla scadenza perché può succedere qualsiasi imprevisto a impedirci di consegnare.

John Swartzwelder, sceneggiatore dei Simpson, dice in un’intervista che butta giù una prima stesura in fretta e poi ci dorme sopra: “È come se un piccolo elfo schifoso si fosse intrufolato nel mio ufficio e avesse fatto, male, il lavoro al posto mio.”
Resta solo da aggiustare quello che non funziona.
Avere un punto di partenza può aiutarci: ci sblocca perché c’è qualcosa da cui partire.

Del blocco dello scrittore si parla spesso nella fiction: c’è sempre lo scrittore che ha avuto successo col primo libro e, inseguito da agenti ed editori, dovrebbe scrivere il secondo. Ma naturalmente non lo fa perché troppo impegnato a girare per feste e locali chic.
Difficile però, se ami scrivere, che tu non abbia idee. Il problema potrebbe essere la mancanza di metodo e struttura.
Lì il segreto sta tutto nella focalizzazione (cosa vuoi raccontare?), e la scaletta (come vuoi strutturare il racconto?). Anche quello può essere un ottimo punto di partenza.

L’importante è trovare un metodo che faccia per noi: buttare giù la prima stesura d’istinto per poi riscrivere interamente oppure lavorare di fino già da subito per poi cesellare ancora e ancora.
Conoscersi qui è essenziale.

Serve un’idea, poi una struttura

Avere le idee chiare, anzi un’idea chiara è il primo passo. Poi si passa alla struttura (sia al corso di sceneggiatura cinematografica sia in quello di scrittura creativa ne parliamo), una struttura chiara che puoi mettere alla prova e smontare se non funziona.
Ma si può anche partire da un personaggio e costruirci una storia intorno.
Insomma il lavoro preparatorio è fondamentale: ci permette di avanzare o tornare indietro senza dover per forza partire dalla ‘prima pagina’, e di seminare una serie di elementi durante la storia.
Insomma non lasciamoci incantare dall’immagine dello scrittore che si mette alla tastiera e pigia i tasti sull’onda dell’ispirazione. Altrimenti il rischio è di fermarsi a pagina 10.

Come farsi passare la paura di non essere capaci?

La paura di non essere capaci può essere un blocco enorme. Bisogna essere consapevoli di una cosa: sì, non siamo capaci ma possiamo imparare. E soprattutto c’è sempre qualcuno più capace di noi. Inutile paragonarsi e fare confronti, magari con persone che ce l’hanno fatta e sono rimaste nella Storia.
Anche perché una frase è potenzialmente migliorabile all’infinito, quindi meglio mettersi l’anima in pace e soprattutto porre un limite alla riscrittura.

Se hai voglia metterti alla prova e trovare un metodo guarda i nostri corsi di online:
Sceneggiatura cinematografica con Roberto Gagnor: partirai da un’idea per arrivare alla prima scena della sceneggiatura.
Scrittura creativa con Andrea Malabaila: tira fuori la tua idea dal cassetto e trasformala in racconto.

Qui c’è la diretta in cui abbiamo parlato del blocco dello scrittore con Roberto e Andrea.

Ha scritto il post

Si occupa di comunicazione. Aiuta chi ha un progetto interessante a raccontarlo online con parole belle, chiare e sue. Collabora con Las Vegas edizioni dal 2008 occupandosi di social media e ufficio stampa. Insegna e vive a Torino con un marito che fa l'editore, lo scrittore e lo Juventino e un Piccolo Gremlin.

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Carlotta