Ancora brochure pubblicitarie stampate? Ma non erano estinte come i dinosauri? Sembra proprio di no, almeno ad ascoltare la voce di Media Central, l’organizzazione indipendente che lavora al servizio della distribuzione al dettaglio. Fondata nel 1997, ha oltre 900 impiegati all’interno del gruppo, 21 sedi in sette Paesi europei, clienti in oltre trenta, sede a Mönchengladbach ed oltre quindici milioni di brochures prodotte annualmente. Dopo un periodo di progressivo distacco dallo strumento di comunicazione stampato – a vantaggio dei canali digitali – la carta sta tornando progressivamente ad essere molto popolare. Grandi network come BabyOne – da oltre trentacinque anni uno dei leader nella distribuzione di prodotti per l’infanzia – Fressnapf – 2.600 negozi in tredici Paesi europei, dalla Danimarca alla Romania, per la distribuzione al dettaglio di prodotti e servizi per animali domestici – e Kik – oltre 4.000 punti vendita al dettaglio in quattordici Paesi Europei, per moda, arredamento e casalinghi – stanno tornando in forze, in questi ultimi due anni, sulle brochure stampate. Per quale motivo? Perché funzionano molto bene con i clienti. Soprattutto, sostengono le vendite e spingono i numeri al rialzo. In particolare, nei fine settimana, quando Media Central ha registrato, verso fine giugno, la più alta richiesta di prodotti pubblicitari stampati nel corso dell’ultimo biennio. I clienti si aspettano offerte locali alle migliori condizioni economiche possibili, e la carta stampata, con la sua penetrazione capillare, è uno strumento ancora straordinariamente efficace.
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