Il sistema endocrino regola diverse funzioni del nostro corpo. Conoscerlo ci aiuta ad affrontare meglio disturbi come diabete o ginecologici. E a capire il ruolo per la nostra salute di alcune sostanze e integratori
di Vita e Salute
Creare una rete sottile che trasmetta informazioni da una parte all’altra del nostro corpo, guidandone e influenzandone il funzionamento: è il compito degli ormoni, messaggeri chimici che regolano le nostre funzioni biologiche e che stiamo cominciando a conoscere sempre meglio. Sono loro i protagonisti dell’endocrinologia, la specialità medica che si occupa di ghiandole endocrine, quelle cioè la cui secrezione è rivolta all’interno dell’organismo anziché all’esterno, e che producono ormoni. Un ambito in cui la ricerca è in rapida evoluzione, come mostrano le nuove terapie che hanno rivoluzionato la gestione del diabete e la maggiore attenzione nei confronti della sindrome da ovaio policistico (Pcos) che si sta trasformando da malattia praticamente sconosciuta e intrattabile a problema gestibile.
Sono i temi cui è dedicato il recentissimo libro L’equilibrio Invisibile Verità e falsi miti sugli ormoni, i messaggeri chimici che danno ritmo alla nostra vita (De Agostini, pp. 176, € 16,90) dell’endocrinologa Ilaria Messuti.
Un approccio olistico
“L’endocrinologia richiede un approccio globale”, conferma Raffaella Pajalich, specialista in endocrinologia e psicoterapia cognitiva. “Il sistema endocrino è un sistema di comunicazione, il secondo dopo il sistema nervoso, che però si basa sull’elettricità mentre in questo caso si tratta di una rete chimica”. Pensiamo a una specie di Bluetooth, “il cui obiettivo è di mantenere l’equilibrio del nostro corpo regolandone le diverse funzioni, la temperatura, il battito cardiaco, i ritmi biologici”. Un meccanismo bidirezionale in cui corpo e cervello sono strettamente legati: “Anzi, gli ormoni sono lo strumento alla base di questo dialogo che oggi è studiato dalla psiconeuroendocrinologia”, prosegue Pajalich. “E se non possiamo pensare di controllare tutto ciò che avviene nel nostro organismo, è vero che il modo in cui viviamo le nostre malattie ha una sua importanza”.
Tiroide e altro ancora
Difficile definire l’ambito di azione dell’endocrinologia, in cui già all’interno della formazione universitaria si delineano sottospecializzazioni, come la diabetologia che spesso diventa una disciplina autonoma.
Per esempio, ci sono endocrinologi che si dedicano in particolare alle malattie dell’apparato riproduttivo femminile, e altri che seguono gli aspetti ormonali dell’obesità. Di solito è il medico di famiglia a inviare il paziente a un endocrinologo, soprattutto per tenere sotto controllo il diabete o per patologie della tiroide, come ipotiroidismo o noduli spesso benigni ma che richiedono un controllo”, spiega Messuti.
Consideriamo poi quanto il corpo femminile sia più complesso del maschio dal punto di vista endocrinologico: pensiamo solo a quel meccanismo meraviglioso che è il ciclo mestruale, una sorta di concerto in cui ogni giorno si inserisce uno strumento diverso, gli estrogeni, il progesterone l’LH….
E tra le patologie che riguardano le donne gioca un ruolo importante l’ovaio policistico, uno dei disordini endocrini più diffusi in età riproduttiva, che può provocare sintomi diversi e poco riconoscibili. “Per molto tempo è stata una malattia poco conosciuta e difficile da diagnosticare, oggi stiamo cominciando a capirla meglio”, spiega Messuti. Con progressi anche sul fronte delle terapie: “In particolare”, aggiunge Pajalich, “penso agli inositoli, molecole naturali presenti sul mercato come integratori che hanno cambiato l’approccio terapeutico a questa malattia”.
C’è poi la fase della menopausa, che è una vera tempesta ormonale: “Un aiuto può venire dalla terapia sostitutiva ormonale”, ricorda Pajalich: un tema su cui siamo passati da posizioni estreme e antitetiche – prima un’adesione acritica, poi un rifiuto altrettanto netto – a un punto di vista più articolato che richiede di valutare rischi e possibili benefici. “Che riguardano la qualità della vita, ma anche l’apparato cardiovascolare, e devono essere considerati caso per caso, tenendo conto anche dell’aumentata durata della vita”, spiega Pajalich. “Non dimentichiamo che tutte le terapie endocrinologiche sono in qualche modo terapie sostitutive, che rimpiazzano un ormone carente”. E anche il problema dell’osteoporosi interessa gli endocrinologi, “Perché la vitamina D, anche se la chiamiamo così, in realtà è un ormone, perché non l’assumiamo dall’esterno ma la produce il nostro organismo, spesso in quantità insufficiente, il che richiede di valutare la necessità di assumere supplementi”, spiega Messuti. In questo caso, la soluzione può venire da un’adeguata esposizione al sole, “ma in generale lo stile di vita, soprattutto l’alimentazione e l’igiene del sonno, influisce sull’equilibrio biochimico che sta alla base della salute degli ormoni”, ricorda Pajalich. “In questo modo si possono prevenire molte malattie”.
Bufale da smascherare
“Siamo abituati a pensare agli ormoni come a qualcosa di cui siamo in balia, e non ci rendiamo conto che anche noi con piccoli gesti possiamo dare loro una mano”, aggiunge Messuti.
Ma è importante anche non farsi sedurre da ricette miracolose dando ascolto a fonti non attendibili.
Ancora più allarmante il ricorso indiscriminato agli integratori: “C’è questa idea che sia importante attivare il metabolismo per cercare di dimagrire, solo che spesso si rischia di avere un effetto tossico”, spiega Messuti. “Lo stesso succede con il testosterone, che è legato all’idea di virilità e salute ma se in eccesso può causare problemi anche gravi”.
“C’è questa idea che trattandosi di sostanze naturali non ci siano rischi, e le persone prendono di tutto per dimagrire, senza sapere che stimolare la tiroide con un eccesso di iodio – per esempio con integratori a base di alghe – ne blocca l’attività o induce ipertiroidismo”, conferma Pajalich. “Mentre alcuni integratori presi seguendo le indicazioni dell’endocrinologo possono essere utili per riequilibrare carenze”. È come se le persone fossero alla ricerca di una pillola magica che risolve i loro problemi dall’esterno. “Ma se fa paura l’idea che la nostra salute dipenda almeno in parte da noi”, conclude Messuti, “può essere anche un dato tranquillizzante: ci sono tante piccole cose che possiamo fare per stare meglio, o perlomeno – pensiamo per esempio alla gestione di una malattia genetica – il meglio possibile”.
Le ghiandole endocrine: quali sono e a che servono
- Ipotalamo/Ipofisi. Si trovano nell’encefalo e svolgono una funzione di controllo del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino: producono due ormoni, ossitocina e vasopressina, oltre a diversi fattori di rilascio di altri ormoni.
- Tiroide. È una delle ghiandole più importanti, si trova sulla parte anteriore del collo e produce ormoni tiroidei (triiodotironina e tiroxina).
- Paratiroidi. Si trovano dietro alla tiroide, producono il paratormone che regola il calcio presente nell’organismo.
- Timo. È posto dietro lo sterno, contribuisce al funzionamento del sistema immunitario anche attraverso la produzione di ormoni.
- Surreni. Sono appoggiate sui reni e producono vari ormoni (tra i più importanti, cortisolo, aldosterone, adrenalina e noradrenalina).
- Pancreas. Si trova al centro dell’addome e ha due diverse funzioni, si occupa di produrre ormoni (insulina, glucagone, somatostatina) ma anche della nostra digestione.
- Ovaie. Producono gli ormoni femminili e sono responsabili dell’ovulazione
- Testicoli. Producono ormoni maschili (soprattutto testosterone) e spermatozoi.