Perché i Labrador tendono spesso a ingrassare? La risposta è nel loro genoma - News Petme

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Intelligenti e amorevoli, i Labrador sono noti anche per la loro tendenza all’obesità. Secondo una recente ricerca svolta dall’università di Cambridge, il loro ingrassamento è causato dalla mutazione genetica di un singolo gene chiamato POMC, la cui produzione regola la sensazione di fame nel quattrozampe

I Labrador Retriever sono una delle razze di cani più amate e diffuse in tutto il mondo, noti per la loro dolcezza, intelligenza e grande affinità con l’essere umano.
A contraddistinguerli è però anche una frequente condizione di sovrappeso o obesità, un problema che si è rivelato più complesso di quanto si pensasse. Dietro questa tendenza all’ingrassamento si nasconde infatti una specifica mutazione genetica che altera la regolazione della fame e del consumo di energia.

Un recente studio dell’Università di Cambridge, pubblicato sulla rivista Sciences Advanced, ha chiarito la natura del legame tra la fisionomia dei Labrador e il loro genoma.
La ricerca si è concentrata su una mutazione del gene POMC (pro-opiomelanocortina), che ha un ruolo fondamentale nella regolazione dell’appetito e del metabolismo. In condizioni normali questo gene codifica una serie di neuropeptidi che influenzano il comportamento alimentare e il dispendio energetico, in parole semplici quanto il cane consuma.

Nei Labrador colpiti invece dalla mutazione genetica, la produzione di due di questi peptidi, l’ormone β-melanocitario stimolante (β-MSH) e la β-endorfina, viene interrotta. La loro mancanza fa sì che i cani sviluppino una sensazione costante di fame e una riduzione del consumo energetico.

I dati della ricerca mostrano che circa il 25% dei Labrador Retriever e il 66% dei Flatcoated Retriever presenta questa mutazione genetica. Questo significa che un esemplare su quattro è geneticamente predisposto a ingrassare, indipendentemente dalla dieta o dall’attività fisica che gli viene proposta.

Nel corso dello studio, un campione di 87 Labrador adulti è stato sottoposto a diversi test per valutare il loro comportamento alimentare e quanto consumano.
Nel primo esperimento gli esemplari sono stati alimentati con cibo in scatola ogni 20 minuti, fino a quando non si sono rifiutati di mangiare. L’esame non ha riscontrato una differenza significativa nella quantità di cibo consumato tra i cani con la mutazione POMC e quelli non colpiti da mutazione.

Questo dimostra che la mutazione non influisce sul senso di sazietà, mentre i cani con la mutazione hanno manifestato una fame maggiore tra un pasto e l’altro.

Una seconda prova, denominata “test della salsiccia in scatola”, ha confermato la tesi della ricerca. Dopo aver consumato una colazione standard, i cani hanno avuto accesso a una scatola trasparente contenente una salsiccia che potevano vedere e annusare, ma non mangiare.
I quattro zampe con la mutazione POMC hanno passato molto più tempo a cercare di raggiungere il pezzo di carne rispetto ai cani senza la mutazione, dimostrando un desiderio più intenso di cibo.

I ricercatori hanno poi misurato il consumo energetico degli esemplari mettendoli a riposo in una camera speciale in grado di analizzare i gas espirati.
I risultati hanno evidenziato che i Labrador con la mutazione POMC bruciano circa il 25% in meno di calorie rispetto agli altri cani. Un consumo ridotto che, combinato con un maggiore appetito, contribuisce all’aumento di peso.

Nonostante la predisposizione genetica, è possibile tenere sotto controllo il peso dei Labrador con alcune strategie. I ricercatori consigliano ai proprietari di consultare un veterinario specializzato in nutrizione per stabilire una dieta adeguata e personalizzata.
Alcune soluzioni pratiche includono l’uso di mangiatoie-puzzle che richiedono più tempo per essere svuotate e stimolano il cane mentalmente, rallentando così l’ingestione del cibo.
Un’altra idea utile è quella di spargere il cibo in giardino o in casa, “costringendo” il cane a cercarlo e favorendo allo stesso tempo il suo esercizio fisico.

Foto: IPA

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