27 marzo 2025 | cristina
Un viaggio tra dipinti, scenografie e parole per raccontare una delle artiste più enigmatiche del ‘900.
A Milano, nelle sale suggestive di Palazzo Reale, prende vita Io sono Leonor Fini, una mostra che celebra l’opera e la personalità di un’artista che ha attraversato il Novecento con spirito indipendente e visionario. Curata da Tere Arcq e Carlos Martín e prodotta da MondoMostre, l’esposizione resterà aperta fino al 22 giugno, offrendo un percorso coinvolgente tra dipinti, fotografie, bozzetti teatrali e oggetti che raccontano la vita e l’arte di Fini.
Leonor Fini, nata a Buenos Aires ma cresciuta a Trieste, si è affermata in un panorama artistico del suo tempo, ma con spirito libero. «Credo che la particolarità di Leonor Fini sia nel suo non legarsi veramente a nessun movimento, anche se è nota più come pittrice surrealista», afferma Carlos Martín, che abbiamo intervistato nell’ambito del nostro ProgettoArte. La sua opera, infatti, sfugge a definizioni rigide e si muove tra pittura, teatro, moda e letteratura.
La mostra milanese si articola in diverse sale tematiche, pensate per riflettere la teatralità insita nell’opera di Fini. «Abbiamo tentato di fare un allestimento un po’ teatrale, pensando di riflettere questo suo lato», spiega Carlos Martín. «Ogni stanza, quasi tutte tematiche, ha un colore diverso che ci fa entrare in un’atmosfera».
L’allestimento punta a restituire la complessità dell’artista: «Per noi le mostre devono parlare attraverso i dipinti, ma anche attraverso la scenografia e l’allestimento», sottolinea Martín, evidenziando l’importanza dell’ambientazione nel coinvolgimento del pubblico. Inoltre, «Fini era un’artista poliedrica, il cui mondo creativo non si limitava solo alla pittura ma comprendeva scenografie, moda, editoria e persino profumeria».
Il catalogo ufficiale, edito da Moebius Edizioni, raccoglie un’ampia selezione di opere e documenti inediti, tra cui scritti autobiografici tradotti per la prima volta in italiano. Questo volume ci accompagna nella scoperta di un’artista che ha fatto della sua stessa esistenza un’opera d’arte, muovendosi tra realtà e finzione.
Potete ascoltare le parole del curatore Carlos Martín nella video intervista qui sotto.