Il titolo di copertina presenta il servizio “Azzeriamo i conflitti” sui danni ambientali delle guerre in Ucraina e Gaza. In primo piano anche “Biodiversità all’ultimo metro” sui risultati raggiunti dalla Cop16 bis di Roma.
Protagonista del mese è il filosofo e scrittore Matteo Righetto, che in un’intervista racconta il suo nuovo saggio “Il richiamo della montagna” e invita il lettore a vivere la natura in chiave esistenzialista e poetica.
Con l’arrivo della primavera si inizia a pensare alle vacanze estive nei campi di volontariato ambientale di Legambiente: decine di attività in Italia e nel mondo all’insegna dell’impegno per il bene comune.
Il reportage “Nero Kosovo” ci porta nel Paese balcanico, che versa in condizioni ambientali critiche a causa di un modello produttivo ancora basato sul carbone.
Che sta succedendo all’ambiente da quando è iniziato il conflitto russo-ucraino? Qual è l’impatto ambientale dell’invasione israeliana di Gaza? Lo spiega Alessandro Farruggia nell’articolo “Azzeriamo le guerre”, che apre la storia di copertina di Nuova Ecologia di aprile. E lo fa a partire dai numeri che quantificano l’inquinamento di aria, suolo e acqua. Una strage silenziosa che ha anche un’enorme ricaduta sociale. A Gaza, ad esempio, la guerra ha causato una grave crisi idrica, lasciando gran parte della popolazione senza accesso all’acqua potabile.
Su che cosa significhi vivere in un ambiente così compromesso risponde il responsabile Unicef per la Striscia di Gaza, Jonathan Crickx, che nell’intervista concessa al mensile parla della grande diffusione di sindromi post traumatiche da stress e della necessità di un supporto psicologico e psichiatrico, soprattutto per le bambine e i bambini.
L’unica soluzione è azzerare i conflitti e una delle strade per raggiungere questo obiettivo è azzerare le emissioni di gas serra attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il “motore” delle guerre restano infatti gli interessi. Come quelli per le terre rare, nevralgici nelle trattative tra Stati Uniti e Ucraina affinché il sostegno americano a favore del Paese europeo possa proseguire.
Nel suo primo piano la rivista presenta anche i risultati raggiunti al termine della Cop16 che si è tenuta lo scorso febbraio a Roma, presso la sede della Fao. In “Biodiversità all’ultimo metro”, Lorenzo Ciccarese elenca nel dettaglio le quattro decisioni chiave adottate dagli oltre 150 Paesi partecipanti, tra tutte le risorse da mobilitare e l’istituzione di un meccanismo finanziario dedicato alla diversità biologica.
Di estrema importanza anche l’adozione del Fondo di Cali, per una giusta ed equa condivisione dei benefici che le grandi aziende farmaceutiche, cosmetiche e agricole traggono utilizzando a scopo commerciale le informazioni relative alle sequenze digitali delle specie, quali funghi, piante e animali.
Il protagonista del mese è invece Matteo Righetto, col suo nuovo libro “Il richiamo della montagna”. Intervistato dal direttore della rivista, Francesco Loiacono, lo scrittore e filosofo invita i lettori a intraprendere un sentiero “selvatico” e a frequentare la natura in chiave più poetica ed esistenzialista, affinché in essa si possa ritrovare la nostra essenza.
Un’opportunità che è possibile cogliere anche facendo volontariato ambientale. Tra le storie di aprile, “In azione per la pace” sui campi 2025 di Legambiente, con un programma di attività dedicate alla costruzione della pace, all’insegna della condivisione e dell’impegno per il bene comune. Confrontarsi insieme sulle sfide globali e sulle azioni da intraprendere a livello europeo in vista della Cop30 di Belém, in Brasile, è poi l’obiettivo della settima edizione dello Youth climate meeting, organizzato a Paestum a fine maggio dal Coordinamento giovani di Legambiente.
Il reportage “Nero Kosovo”, infine, fotografa le condizioni ambientali del piccolo Paese balcanico.
In particolare, della città di Obliq, dove due soli impianti elettrici, alimentati da una miniera di lignite, producono il 90% dell’intera energia nazionale. Una situazione critica per l’ambiente e per la salute dei cittadini, che va risolta abbandonando il carbone: un passaggio obbligato per il Kosovo anche per entrare nell’Unione Europea.