Biohacking: la formula per vivere 110 anni!

Compatibilité
Sauvegarder(0)
partager

Il Biohacking è una pratica comune con l’obiettivo di riprogrammare la nostra biologia: ma funziona davvero?

Per rispondere in modo diretto alla domanda “biohacking cos’è?”, possiamo dire che si tratta di un insieme di strategie – a volte tecnologiche, altre volte naturali – pensate per ottimizzare il corpo e la mente.
L’obiettivo è chiaro:
aumentare l’energia,
ridurre la stanchezza mentale,
vivere più a lungo e meglio.

Ma cosa dice la (vera) scienza su questo (molto dibattuto) argomento?

PS. Se hai dubbi o domande scrivimi all’indirizzo mail danieldragomir8@gmail.com

Cos è il Biohacking?

Il Biohacking è un concetto sempre più popolare che unisce biologia e tecnologia per migliorare le performance del corpo e della mente ⚙️.

Immagina di diventare il programmatore del tuo organismo, proprio come un hacker lo è per un sistema informatico: ecco, è un po’ questo lo spirito del biohacking.

L’idea alla base è quella di ottimizzare il proprio funzionamento, modificando consapevolmente abitudini, ambienti, alimentazione o addirittura il proprio DNA .

Ecco alcuni dei più noti esempi di Biohacking:

  • Digiuno intermittente (metodologia dietetica)

  • Meditazione

  • Modifica genetica CRISPR

  • Dopamine Fasting

  • Integrazione alimentare (nootropi, antiaging, vitamine…)

  • Doping

  • Trapianto di cellule staminali

  • ❄️ Bagni ghiacciati

  • Utilizzo di dispositivi wearable per monitorare funzioni vitali (battito, sonno, stress…)

  • Neurofeedback (allenamento del cervello tramite onde cerebrali)

Ma attenzione: più tecnologie hai, più dati raccogli… e più rischi di perderti nell’illusione di poter controllare tutto. E non sempre funziona così.

Negli ultimi anni il Biohacking è diventato una vera e propria tendenza, soprattutto tra chi cerca di migliorarsi fuori dai percorsi “ufficiali”.

Il problema? A volte si rischia di esagerare. Non è necessario arrivare a modifiche estreme o a pratiche borderline per stare bene.

Anzi, il vero biohacking – quello utile davvero – è quello che ti fa stare meglio nel quotidiano, che ti rende più consapevole di come funzioni e ti aiuta a scegliere meglio per te stesso.

Mangiar bene, non fumare, bere il minimo possibile (idealmente zero per azzerare i rischi), muoversi con costanza, dormire il giusto…questo serve e di questo ci dobbiamo preoccupare, non di pratiche assurde, scomode e rischiose.

Quindi sì, il Biohacking affascina. Ma non farti prendere troppo dalla moda: la vera rivoluzione parte da piccole scelte quotidiane, fatte con la testa (e il cuore ❤️).

Cosa NON è il Biohacking

Il biohacking è uno di quei termini che oggi vanno tanto di moda… ma spesso vuol dire tutto e niente.

Quante volte hai sentito (o magari detto) la frase:
“Le analisi sono perfette, quindi per ora non faccio nulla: non cambio la dieta, non mi muovo di più, non smetto di bere.”

Le analisi vanno bene… finché vanno bene.

Poi iniziano i problemi, ma a quel punto il danno è già stato fatto ⚠️

Una revisione Cochrane (una delle fonti più affidabili in assoluto) ha esaminato i dati di oltre 250.000 persone per capire se i controlli ematici di routine aiutino davvero a prevenire le malattie.

Spoiler: no.

Il titolo dello studio è:
Krogsbøll LT, Jørgensen KJ, Gøtzsche PC. General health checks in adults for reducing morbidity and mortality from disease. Cochrane Database Syst Rev. 2019

Secondo questa revisione:

  • I controlli di routine non aumentano la durata della vita

  • Non riducono i decessi per cancro, ictus o malattie cardiovascolari

  • Non fanno alcuna differenza in chi è sano e senza sintomi

In pratica: controllare colesterolo o glicemia ogni 3 mesi (o anche ogni anno) non serve a nulla, a meno che non ci sia una reale necessità decisa dal medico.

Come sempre, è importante distinguere tra i vari tipi di prevenzione:

Primaria – quella vera, che si fa ogni giorno con lo stile di vita: alimentazione, sonno, movimento, gestione dello stress.

Secondaria – gli screening validati (come la mammografia o il sangue occulto nelle feci). Questi sono fondamentali, e non c’entrano con lo studio citato.

Terziaria – riguarda chi ha già una malattia e deve controllare la propria situazione per evitare peggioramenti.

Il punto è: fidati del tuo medico, non dei trend.
La vera salute nasce da scelte consapevoli, non da esami inutili.

I Power 9 della longevità

Le Zone Blu sono regioni del pianeta in cui si registra un’eccezionale longevità, con una percentuale sorprendentemente alta di centenari e ultracentenari.

I ricercatori hanno individuato nove fattori chiave, noti come il “Power 9”, che sembrano essere alla base della longevità nelle Zone Blu:

  1. Muoversi ‍♂️: Le persone nelle Zone Blu conducono una vita attiva e sono sempre in movimento, anche senza praticare sport intensi.

  2. Avere uno scopo : Avere un senso nella vita e un obiettivo da perseguire sembra essere fondamentale per la salute e la longevità.

  3. Rilassarsi ‍♀️: Ridurre lo stress e avere routine di rilassamento quotidiane, oppure vivere in ambienti tranquilli lontani dallo stress moderno.

  4. Regola dell’80% ️: Le persone nelle Zone Blu seguono la regola dell’80%, smettendo di mangiare quando sono sazie al 80%, evitando così sovralimentazione.

  5. Dieta prevalentemente vegetale : Una dieta basata principalmente su verdure, legumi e cereali, con un consumo moderato di carne.

  6. Consumo moderato di alcol : Il consumo di alcol nelle Zone Blu è moderato, con alcuni gruppi come gli Adventisti di Loma Linda che tendono a evitare completamente l’alcol.

  7. Appartenenza a una comunità : Le persone longeve appartengono spesso a comunità religiose o di supporto che promuovono interazioni sociali sane.

  8. La famiglia al primo posto : La famiglia è il nucleo centrale della vita nelle Zone Blu, con un forte legame familiare che contribuisce alla salute emotiva e fisica.

  9. Appartenenza a una comunità di supporto : Le relazioni sociali strette e il supporto reciproco sono fondamentali per promuovere comportamenti sani e duraturi.

Come vivere fino a 110 anni?

Oggi più che mai ci troviamo davanti a una scelta: come vogliamo invecchiare?

Esistono due strade ben distinte.

La prima, purtroppo, è quella più comune nella nostra società occidentale moderna.
Consiste nell’affidarsi a farmaci e chirurgia per tirare avanti fino ai 90 anni, passando da un ospedale all’altro

Qui il declino fisico è all’ordine del giorno:

  • perdita di autosufficienza

  • neurodegenerazione

  • e un generale impoverimento della qualità della vita.

C’è però un’altra possibilità: quella che ci insegnano le zone blu, aree del mondo dove le persone vivono più a lungo e meglio.

In questi luoghi non solo si superano con facilità gli 85-90 anni, ma lo si fa rimanendo:
– fisicamente attivi
– mentalmente lucidi
– autosufficienti e utili per la propria famiglia e comunità

Il segreto? Lo stile di vita.

Tutto comincia da giovani:
un’alimentazione sana
un sonno di qualità
☀️ tempo all’aria aperta e alla luce del sole
‍♀️ movimento quotidiano
‍♂️ e la gestione dello stress

Oggi, però, viviamo in una società che ci spinge a essere iper-produttivi, a lavorare sempre di più e dedicare sempre meno tempo a noi stessi.

Ma il vero obiettivo dovrebbe essere l’opposto:
ottenere il massimo con equilibrio, non sacrificando la salute per lavorare 12 ore al giorno.

Ricorda:

Non c’è niente di peggio che fare perfettamente la cosa sbagliata.

Oggi sappiamo con certezza che c’è una relazione diretta tra la quantità di grasso corporeo e la longevità.

Controlla la tua circonferenza addominale:

  • Se sei donna: allarme se superi 80 cm

  • Se sei uomo: allarme se superi 94 cm

Vuoi un’ulteriore conferma?

Prova il test della plicometria manuale:
pizzica con pollice e indice la pelle in zona ombelico e confronta lo spessore con oggetti comuni.

Il vero segreto della longevità

No. non esiste il vero segreto della longevità, ma esiste una semplice azione che può dare enormi risultati.

Se immaginiamo la storia dell’evoluzione dell’uomo come se fosse un anno solare, ora siamo al 31 dicembre alle 23:59 e 59 secondi ed è soltanto da 1 secondo che l’essere umano ha smesso di percorre a piedi almeno 10km al giorno.

Siamo nati per camminare, ma ce lo siamo dimenticati!

Gli adulti di mezza età che camminano almeno 7000 passi al giorno hanno un rischio di mortalità inferiore del 50-70% rispetto a chi si ferma sotto quella soglia.

(Fonte: Paluch AEGabriel KPFulton JE, et al. Steps per Day and All-Cause Mortality in Middle-aged Adults in the Coronary Artery Risk Development in Young Adults Study. JAMA Netw Open. 2021)

Un numero davvero impressionante, che ci dice una cosa chiara: ogni passo conta.

Non è l’intensità del passo (quindi la velocità o la cadenza) a fare la differenza, ma il volume totale dei passi compiuti durante la giornata.

Camminare fa bene anche a ritmo lento, e puoi distribuire la camminata durante il giorno.

Non è necessario fare tutto in una volta sola, anzi: spezzare il movimento e interrompere la sedentarietà ogni volta che puoi è ancora meglio.

I benefici per la salute e la longevità aumentano fino a circa 10.000 passi al giorno, poi la curva si appiattisce.

Questo vuol dire che non devi puntare alla perfezione, ma a muoverti un po’ di più ogni giorno.

Morale della storia:
✔ Scegli l’attività che ti diverte (non quella che “dovresti” fare).
✔ Abbinala a una dieta

Coordonnées
Daniel Dragomir