Farmaceutica, le prospettive italiane tra riforma Ue e riordino nazionale

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Dal sottosegretario Gemmato la proposta di elaborare un Testo Unico sulla farmaceutica e convocare un Tavolo interministeriale per guidare il processo di riforma

Un confronto per delineare il futuro della farmaceutica in Italia e in Europa, alla luce della proposta di revisione della legislazione Ue e delle prospettive nazionali di riordino della governance. Questo il filo conduttore del convegno “Al lavoro su un Testo Unico sulla farmaceutica, per dare certezza ai cittadini, alla filiera distributiva e a chi produce e investe in Italia”, che si è svolto l’8 maggio alla Camera dei deputati, promosso su iniziativa del Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. L’evento ha riunito esponenti del Governo, rappresentanti delle istituzioni europee e operatori del settore, con l’obiettivo di analizzare le opportunità e le sfide di un comparto strategico per il Paese.

Ad aprire i lavori è stato lo stesso Gemmato, che ha annunciato l’intenzione di avviare un percorso per la definizione di un Testo unico della farmaceutica, che razionalizzi e aggiorni l’intero impianto normativo di riferimento. “Un’operazione di sistematizzazione necessaria — ha spiegato — per semplificare le regole e rendere più chiaro il quadro giuridico per tutti gli attori coinvolti”. Contestualmente, Gemmato ha proposto l’istituzione di un Tavolo interministeriale che accompagni la stesura del Testo unico e coordini le azioni tra i vari dicasteri competenti, a partire dal Ministero della Salute e da quello delle Imprese e del Made in Italy. L’obiettivo è creare uno strumento che consenta al sistema farmaceutico italiano di competere efficacemente in un contesto europeo in evoluzione.

Il convegno ha visto la partecipazione del Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha sottolineato la centralità del settore farmaceutico per l’economia e la sanità del Paese. Schillaci ha evidenziato la necessità di promuovere l’innovazione e di garantire l’accesso alle terapie per tutti i cittadini, richiamando l’impegno dell’Italia nel contribuire attivamente alla discussione europea sulla revisione della normativa. Ha inoltre ricordato l’importanza di sostenere la ricerca, la produzione e l’export, settori nei quali l’Italia detiene una posizione di rilievo.

Un messaggio in questa direzione è giunto anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che — in una comunicazione scritta indirizzata ai partecipanti — ha espresso l’auspicio che il confronto promosso dal sottosegretario Gemmato possa contribuire a rafforzare il ruolo dell’Italia nella definizione delle politiche farmaceutiche europee, valorizzando il patrimonio industriale e scientifico nazionale.

Nel corso della giornata, ha preso la parola anche Sandra Gallina, direttore generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea, che ha offerto un quadro tecnico delle proposte comunitarie. Gallina ha richiamato la necessità di un aggiornamento urgente della legislazione farmaceutica europea, per consentire all’Unione di mantenere il passo di realtà come la Cina e gli Stati Uniti. Secondo l’esperta, una normativa più moderna potrebbe offrire una visione chiara e stabile per i prossimi dieci anni, creando un contesto favorevole alla pianificazione di investimenti a lungo termine.

Gallina ha illustrato i principali obiettivi della proposta europea: snellire i processi autorizzativi, rafforzare la competitività delle imprese e migliorare la governance dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), con la semplificazione dei comitati decisionali. Ha inoltre sottolineato l’importanza di incentivare l’innovazione, anche nelle piccole e medie imprese, favorendo la creazione di un mercato unico del farmaco.

Guardando al contesto italiano, Gallina ha evidenziato che il nostro Paese è il primo produttore di farmaci nell’Unione europea e un attore di rilievo anche nei dispositivi medici e diagnostici in vitro. Ha invitato l’Italia a essere maggiormente presente nei tavoli internazionali su questi temi, sottolineando la solidità degli organismi notificati italiani — responsabili di autorizzare dispositivi medici per il mercato europeo — e la necessità di riflettere, in prospettiva, su un eventuale passaggio da questo sistema a un modello centralizzato simile a quello dell’Ema.

Sul tema dell’accesso ai farmaci, Gallina ha ricordato che l’Italia non presenta particolari criticità, pur registrando tempi di autorizzazione più lunghi rispetto ad altri Paesi europei come la Germania. Ha poi affrontato la questione della digitalizzazione, sottolineando come la difficoltà ad accettare il digitale abbia rallentato l’Europa rispetto a Stati Uniti e Cina. Infine, ha citato strumenti come il voucher per gli antimicrobici come leve per sostenere la ricerca e contrastare le resistenze antibiotiche.

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info@osservatoriomalattierare.it (Alessandra Babetto)