Si scrive follia, ma si legge amore: Agricole Pietraventosa - Slow Food - Buono, Pulito e Giusto.

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Quando chiedo a Marianna Annio, titolare di Agricole Pietraventosa, che cosa li abbia spinti a lasciare i loro precedenti lavori per dedicarsi al lavoro in vigna, la risposta è stata analoga a quella che danno altri viticoltori di prima generazione: «È la follia ad averci fatto iniziare».

Ma, a ben guardare, oltre al tema della “follia” un altro tema ricorrente nelle parole di molti viticoltori è l’amore. Anche in questo caso è stato così. Era il 2000 quando Marianna e suo marito, Raffaele Leo, iniziarono a fantasticare, spinti soprattutto dal desiderio di regalare al figlio Vincenzo un futuro diverso.

«Oggi Vincenzo ha 23 anni, e il futuro che gli consegniamo sono poco più di 7 ettari di terreno a circa 380 metri di quota. È un futuro a cui abbiamo guardato per via della comune passione per il vino, e che ci guadagniamo quotidianamente, un passo dopo l’altro. Se mi guardo indietro» continua Marianna, «rifarei tutto quanto, anche se le difficoltà dovute all’enorme carico burocratico imposto anche alle aziende di piccola scala».

I due volti del Primitivo

Pietraventosa sorge a Gioia del Colle, sull’Altopiano delle Murge. Dal punto di vista vitivinicolo le uve che maggiormente connotano il territorio sono l’aglianico e il primitivo, riconosciuto come nuova Doc a partire dal 1986.

«Questo vitigno regala espressioni molto diverse secondo il clima, il terreno, il suolo. A Gioia del Colle si è affermato un primitivo che dà luogo a vini molto diversi rispetto a quelli che si ottengono a Manduria. Il volto manduriano del Primitivo è più pieno e solare, mentre qui a Gioia del Colle si ottiene un prodotto più minimalista principalmente dovuto all’influenza del suolo non grasso, ricco ma austero, che dona vini agili e snelli, non pomposi».

Per rigenerare il suolo che avevano acquistato, e per prepararlo alla coltivazione dell’uva dandogli il nutrimento necessario per due anni Marianna e Raffaele vi piantarono cime di rapa. La loro avventura stava lentamente prendendo forma, finché nel 2005 non si arrivò alla produzione delle prime bottiglie. Inizialmente, il nome scritto sulle etichette era Annio Marianna, che poi divenne Pietraventosa per descrivere – e bene – le caratteristiche del luogo. Dice Marianna: «Pietraventosa è una mia invenzione, e parla di questa collina assolata battuta dai venti di tramontana e scirocco. Mi piace moltissimo giocare con i nomi, ed è così per tutte le nostre etichette». Ecco allora il Gioia del Colle Primitivo Allegoria, l’Ossimoro (fatto con primitivo e aglianico), l’EstRosa (un rosé di primitivo e aglianico), il Volere Volare (primitivo in purezza), e l’Apriti Cielo (vino bianco ricavato da uva malvasia e minutolo).

Vino Etico

Parlare con Marianna è anche un’occasione importante per riuscire a definire l’eticità del vino. E non è solo una questione dovuta alla certificazione biologica, che Pietraventosa possiede fin dalle sue origini.

«Tutti gli investimenti importanti che abbiamo fatto sono determinati da questo sguardo al futuro. Abbiamo voluto dare a nostro figlio un domani più autentico. Che avesse qualcosa a che spartire con la terra pugliese, e con la Terra in senso lato. E che fosse eticamente corretto. Guardandomi intorno, mi rendo conto che stiamo perdendo il senso delle cose, il contatto con la natura, il valore dell’artigianalità. Pietraventosa è tutto questo».

Ed è grazie a questa etica che tutti i lavori condotti in azienda sono ispirati al massimo rispetto per l’ambiente e le risorse del territorio. Mi dice Marianna: «Da quando abbiamo iniziato questa attività, abbiamo affrontato annate anche molto difficili. Quest’anno, ad esempio, è stato pessimo per via di attacchi fungini e della peronospora, che hanno determinato danni ingenti: abbiamo raccolto solo 42 quintali di uva, e siamo riusciti a salvare solo i racemi di primitivo per il rosato. Un’altra annata memorabile, in negativo, è stata il 2018, con le sue piogge torrenziali. Siamo in un’epoca di cambiamenti importanti, di cui siamo nostro malgrado testimoni. Nei nostri primi 10 anni di vita aziendale, abbiamo avuto una sola annata negativa, mentre ora la frequenza di questi fenomeni si sta intensificando».

Panificio di Gesù a Mediterraneo Slow

Pietraventosa è una delle oltre 80 aziende presenti nel mercato di Mediterraneo Slow, in Piazza Immacolata e Piazza della Vittoria. Tra queste, molti produttori dei Presìdi Slow Food, dalla Puglia e non solo. L’elenco completo sarà visualizzabile alla pagina Mercato, non appena disponibile.

Restare piccoli

Per molti, rispondere a queste difficoltà ricorrendo alla chimica è il sistema più facile e immediato, ma Marianna e Raffaele e molti altri vignaioli come loro scelgono la strada del rispetto per l’ambiente e le sue risorse. Pietraventosa è sede di una viticoltura gentile e di un’enologia non invasiva che sa preservare l’identità e la personalità dei vini.Questo senso del limite, questo modo di muoversi con rispetto non caratterizza solo l’atteggiamento nei confronti dell’ambiente: è proprio di Pietraventosa a 360°. «Tutto quel che facciamo è improntato al rispetto e alla lealtà. È così anche nei confronti dei nostri clienti, siano essi in Italia o all’estero. Quando ci relazioniamo con i nostri clienti, il nostro obiettivo principale, prima ancora che vendere i nostri vini, è poter raccontare il nostro territorio e il nostro modo di lavorare».

L’obiettivo futuro è coerente con questi princìpi. «Oggi produciamo 35.000 bottiglie, potremmo arrivare a 50.000, ma non abbiamo obiettivi di espansione fuori misura. Vogliamo restare piccoli, concentrandoci sulla qualità del nostro prodotto».

Ecco che il vino di Pietraventosa si pone come paradigma di un futuro cambiamento, quello a cui guardano i produttori della Slow Wine Coalition.

di Silvia Ceriani, info.eventi@slowfood.it

Pietraventosa
Strada Vicinale Latta, sn. – Gioia del Colle (BA)
http://www.pietraventosa.it/
info@pietraventosa.it

Mediterraneo Slow si svolge dal 13 al 15 giugno nelle vie e nelle piazze del centro di Taranto: ti aspettiamo! #MediterraneoSlow2025

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Press Slow Food