COP30. A Belém nel solco della Laudato si’ - Azione Cattolica Italiana

Compatibilité
Sauvegarder(0)
partager

Dal 10 al 21 novembre si svolgerà a Belém do Parà, nell’Amazzonia brasiliana, la trentesima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (COP30). Tuttavia, il percorso si presenta in salita. Il summit, infatti, si inserisce in un contesto politico globale estremamente fragile. A tal proposito, appare dubbia la partecipazione degli Stati Uniti, che hanno già manifestato, attraverso le dichiarazioni del presidente Trump, la volontà di ritirarsi dall’Accordo di Parigi, come già accaduto nel 2017.
Inoltre, i leader mondiali dovranno fare i conti con le criticità emerse nella scorsa edizione della Conferenza (COP29), le cui ragioni vanno rintracciate nella scarsa rappresentanza accordata alle piccole realtà locali, a vantaggio delle grandi multinazionali del settore energetico, che al contrario hanno guadagnato un posto in prima fila.

Nel solco della Laudato si’, per la giustizia socio-ambientale

Tuttavia, il summit avrà anche un notevole valore simbolico, ricorrendo quest’anno il decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’, che costituisce la base dell’attivismo per la giustizia socio-ambientale in Amazzonia. Infatti, la consapevolezza che la causa amazzonica è di tutti noi e che “tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature” (LS 94) ha rappresentato uno stimolo necessario a non arrendersi al “modello tecnocratico dominante” (LS 101) e a proseguire nell’impegno per la difesa della dignità dell’uomo e dell’ambiente.

Ispirate da questi principi e sostenute dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), nel dicembre 2024, più di 100 organizzazioni cattoliche brasiliane (tra cui Rete ecclesiale Pan-Amazzonica, Movimento Laudato Si’ e Caritas) hanno dato vita all’iniziativa “Igreja Rumo à COP30”, che mira a mobilitare la Chiesa cattolica brasiliana in vista della COP30. Il progetto, da un lato promuove la conversione ecologica e la giustizia sociale, dall’altro sostiene i popoli indigeni nella loro richiesta di maggiori diritti.
Soprattutto, la Chiesa brasiliana si fa presenza profetica nel mondo, come ha dichiarato Don Vicente Ferreira: “anche se non può sostituire le leadership politiche, la Chiesa ha il dovere profetico di difendere i popoli, i biomi e le risorse naturali”.

Metodo sinodale per da voce ai più poveri e più vulnerabili

La forza dell’iniziativa “Igreja Rumo à COP30” risiede essenzialmente nel metodo sinodale che ha fatto proprio, prevedendo incontri su tutto il territorio brasiliano per il dialogo, la formazione e la raccolta di istanze in vista della Conferenza.

Dell’iniziativa fa parte anche la “Pre-COP”, un percorso di preparazione alla Conferenza, che consiste in incontri regolari volti a rafforzare il protagonismo della Chiesa e dei popoli dell’Amazzonia nelle discussioni globali sulla crisi climatica. Tra i tanti temi trattati, spiccano la necessità di un’ecologia integrale, la costruzione di meccanismi efficaci per la risoluzione dei conflitti per la terra, il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni e la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo.
Nella riunione inaugurale della Pre-COP, il Vescovo ausiliare di Manaus, don Hudson Ribeiro, ha insistito sulla necessità di far arrivare il grido dei poveri e dei più vulnerabili nelle agende dei governi e dei parlamenti di tutto il mondo e sembra che siano riusciti nell’intento.

Con il sostegno del governo brasiliano e dell’ONU

Infatti, la forza dell’azione delle realtà cattoliche brasiliane è testimoniata dal sostegno esplicito che il governo brasiliano e l’ONU le hanno accordato, facendo proprio il metodo di impegno sociale dal basso basato sul dialogo. In particolare, la presidenza della COP30 ha creato quattro circoli di leadership volti ad affrontare i temi chiave in vista della conferenza, allo scopo di accelerare l’attuazione dell’accordo di Parigi.
Inoltre, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e il presidente Luiz Inácio Lula da Silva guideranno il “Bilancio etico globale”, che terrà dialoghi in diverse regioni, riunendo leader politici, culturali, indigeni, afro-discendenti, comunità tradizionali, imprenditori e religiosi.

Da ultimo, a livello governativo, con la lettera per un Mutirão Global (mutirão è una parola della famiglia linguistica indigena Tupi-Guarani che si riferisce a un gruppo che si riunisce per lavorare su un obiettivo condiviso) si invita l’intera comunità umana a sostenere lo sforzo brasiliano per la tutela del Creato.
Proprio l’idea di lavorare insieme ha portato l’iniziativa “Igreja rumo” a sostenere gli sforzi del “Mutirão”, dando vita ad una forte sinergia tra mondo cattolico ed istituzioni nazionali ed internazionali.
Pertanto, la Chiesa in Amazzonia, più che una presenza simbolica, assume un ruolo di protagonismo etico nell’affrontare la crisi climatica, offrendo valori, pratiche comunitarie ed esperienze storiche di solidarietà, giustizia e cura ed insegnando alle istituzioni nazionali ed internazionali la forza del metodo della sinodalità.

Coordonnées
Mariantonietta D'Apolito