La coesione cresce dal basso: l'Italia si costruisce con l'impegno di tutti

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La coesione cresce dal basso: la società protagonista per uno sviluppo equo

Per costruire una società più unita e superare le disuguaglianze, la vera spinta arriva dal basso: dalle persone, dalle associazioni e dai corpi intermedi che animano i territori. È questo il messaggio centrale emerso dall'incontro "La coesione cresce dal basso. La società protagonista", che ha visto dialogare esponenti del mondo politico e della società civile, uniti dalla comune appartenenza all'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà.

In un'epoca segnata da segnali di disgregazione e diseguaglianza crescenti, l'incontro ha messo al centro la necessità di riscoprire un modello di sviluppo che metta la persona al primo posto, partendo dai suoi bisogni fondamentali: lavoro, casa, istruzione e relazioni.

Un Modello da Riscoprire: Lavoro, Casa e Comunità

Ad aprire il dibattito è stato Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che ha offerto una provocazione guardando al modello di coesione del dopoguerra italiano. Un modello fondato su alcuni pilastri chiari:

  • Un lavoro dignitoso come punto di partenza per la crescita personale e collettiva, in linea con l'articolo 1 della Costituzione.
  • La cultura del risparmio, sostenuta da un sistema bancario al servizio dell'economia reale e delle famiglie.
  • La vitalità dei corpi intermedi: cooperative, mutue, sindacati e piccole imprese che lavorano insieme, capaci di creare solidarietà e partecipazione alla vita pubblica.

Questo sistema, ha sottolineato Vittadini, ha permesso uno sviluppo diffuso ed equo, portando l'Italia ad avere, ad esempio, il 70% di proprietari di casa, un risultato ottenuto senza generare crisi finanziarie.

I Fondi di Coesione: Dalla Teoria alla Pratica

La discussione si è poi spostata sulla gestione dei fondi per la coesione, strumenti pensati dall'Europa proprio per ridurre i divari territoriali. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha riconosciuto che la politica di coesione sta cambiando profondamente. Sebbene l'Italia abbia raggiunto un ottimo risultato nella rendicontazione dei fondi 2014-2020 (99,18%), la spesa effettiva procede a rilento (4%) rispetto a quella del PNRR (60%).

Per rendere questi strumenti più efficaci, secondo il Ministro, è necessario superare la rigidità e concentrarsi su missioni che rispondano ai bisogni reali dei cittadini. Tra le priorità indicate ci sono l'housing sociale, per affrontare il problema del caro-affitti che colpisce tanto il Nord quanto il Sud, l'innovazione del mondo del lavoro e l'istruzione. È fondamentale, ha concluso, che questi fondi non si traducano in assistenzialismo, ma diventino un motore per il protagonismo delle imprese e delle persone.

La Politica in Ascolto: Un Dialogo Necessario

Dal dibattito tra i parlamentari presenti – Graziano Delrio (PD), Mariastella Gelmini (Noi Moderati), Stefano Patuanelli (M5S) e Maurizio Lupi (Noi Moderati) – è emersa una forte autocritica e la consapevolezza che la politica spesso "non vede la società".

Graziano Delrio ha sottolineato l'importanza di investire in "infrastrutture sociali" di qualità, come scuole e ospedali pubblici accessibili a tutti, ricchi e poveri, perché è lì che si crea coesione. Per Mariastella Gelmini, la coesione è prima di tutto "un metodo e una responsabilità", una scelta per il "noi" contro la "dittatura dell'io" e per contrastare tutte le disuguaglianze, non solo quella tra Nord e Sud, ma anche tra centri e periferie, montagne e pianure.
Una visione condivisa da Stefano Patuanelli, che ha evidenziato come il problema dell'accesso alla casa stia ormai colpendo anche il ceto medio, espulso dai centri delle grandi città. Per questo, ha detto, è necessario unire le forze politiche per trovare risposte concrete.

L'Appello Finale: Più Società, Più Dialogo

A chiudere l'incontro è stato Maurizio Lupi, che ha ricordato come il lavoro dell'Intergruppo per la Sussidiarietà abbia già prodotto leggi importanti come quella sul 5 per mille e sull'Assegno Unico. La nuova sfida, ha annunciato, è lavorare a una proposta di legge sulle "compensazioni" per le grandi opere: destinare una parte delle risorse non solo a interventi materiali, ma anche al sostegno di quelle realtà vive – dal terzo settore alle associazioni educative – che già operano per il bene comune sul territorio.
In conclusione, il Ministro Foti ha raccolto la proposta di un dibattito parlamentare sereno e approfondito sulla coesione, accettando "a piedi polmoni" l'invito a discutere concretamente di come utilizzare al meglio i fondi europei. Foti ha sottolineato la necessità di promuovere una "autentica solidarietà orizzontale", coinvolgendo di più i sindaci e la società civile, che troppo spesso restano ai margini delle decisioni. L'obiettivo, ha ribadito, è evitare che la gestione dei fondi si riduca a una trattativa a due tra Stato e Regioni, ma diventi un vero processo partecipato, capace di generare un reale superamento dei divari territoriali.


Vuoi scoprire l'incredibile storia di un uomo che ha costruito un impero finanziario mettendo al centro la persona e la fiducia, proprio come auspicato durante l'incontro? Non perdere la mostra "Non si può morire per un dollaro. La rivoluzione di Amadeo Peter Giannini", aperta per tutta la durata del Meeting di Rimini nel Padiglione C1. L'ingresso è libero e gratuito.

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Redazione Web