Progetto Giovani VoCi: l’esperienza dell’Associazione Il Sestante Solidarietà a Livorno - CNCA

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Abbiamo partecipato al progetto Giovani VoCi – Volontari Cittadini inizialmente attraverso corsi di formazione online e successivamente in presenza durante i tre giorni di festival passati a Cetraro.

Durante la permanenza a Cetraro, ci sono stati diversi momenti di scambio e confronto tra giovani ragazzi impegnati nelle attività di volontariato e cittadinanza attiva.

Partecipare ai tre giorni di festival è stata un’opportunità straordinaria sia sotto il punto di vista formativo sia per aver conosciuto ragazze e ragazzi provenienti da ogni regione d’Italia e con i quali siamo rimasti in contatto e con cui, oltre a stringere un legame di amicizia, ci siamo confrontate sulle diverse caratteristiche degli enti per cui facciamo volontariato.

Il progetto svolto da Il Sestante Solidarietà APS sul territorio livornese ha avuto più fasi.

Sulla scia del lavoro che avevamo intrapreso con Stefano Laffi a Lamezia Terme, abbiamo impostato un focus group con ragazze e ragazzi che fanno volontariato in alcune associazioni sul territorio livornese (scout laici CNGEI, scout cattolici AGESCI, Siamo In Diversi – Caritas), per indagare le motivazioni che hanno spinto specificatamente gli intervistati a intraprendere un percorso di cittadinanza attiva di quest tipo.

Una delle cose che ci ha colpite di più è stata il fatto che molti di loro, se non tutti, hanno evidenziato come motivazione alla base del volontariato la gioia di costruire qualcosa di bello insieme ai propri amici. Se, infatti, nelle associazioni di cui fanno parte, si fossero ritrovati senza nessuno con cui c’è complicità e legame, probabilmente non avrebbero fatto volontariato. Un’altra cosa che sicuramente motiva molto a farlo è anche il rimando positivo che viene dato loro sia dai propri superiori che dagli utenti per cui prestano servizio.

In più, insieme al focus group abbiamo pensato, sulla base di quello che era venuto fuori, a che attività poter proporre in Piazza Garibaldi e nell’area mercatale della piazza stessa, a Livorno, dove attualmente facciamo volontariato come animatrici di strada. L’obiettivo era quello di cercare di introdurre al mondo dei “gesti volontari positivi” i ragazzi e le ragazze adolescenti che frequentano la piazza.


Tamim (18 anni) e Fabrizio (10 anni) che giocano a dama sul cellulare di Tamim.

Abbiamo messo su un laboratorio di lavorazione del legno per costruire giochi da tavolo. La lavorazione manuale e i giochi da tavolo, sono due attività che si prestano molto bene al lavoro in piazza, dato che molti ragazzi che la frequentano parlano bene, ma non benissimo, la lingua italiana (alcuni invece, non la parlano proprio).

Poter realizzare qualcosa, quindi, senza doversi basare forzatamente sulla comunicazione verbale, ci è sembrata un’ottima idea.

Dobbiamo sottolineare che è stato difficile coinvolgere le persone del focus group, nonostante la pubblicità su Instagram e il contatto telefonico diretto con loro.

Abbiamo riscontrato, in un Google form che abbiamo creato, che le persone che hanno partecipato hanno evidenziato che anche solo partecipare a un focus group, che sia in presenza o online, sia difficoltoso a causa di dover incastrare molti impegni. É difficile, quindi, dare la priorità a questo rispetto all’urgenza di costruire una vita decente dovendo dare il proprio tempo al lavoro e allo studio.

Dopodiché un’altra difficoltà che abbiamo avuto è stata quella di coinvolgere i ragazzi che avrebbero potuto far volontariato nell’attività che abbiamo svolto in piazza. Pensiamo, per la stessa dinamica del focus group.

Il nostro errore, comunque, può essere stato quello di non vivere ancora di più di quanto già si fa, la piazza. Pensiamo che, per riuscire in un’impresa del genere (banalmente arrivare a tanti numeri, tanti volontari e tanti utenti) sia necessario vivere un luogo quotidianamente. Cosa che però forse avremmo dovuto mettere noi come priorità, al di fuori dei nostri impegni.

In conclusione, comunque, siamo soddisfatte del lavoro svolto e dell’“aggancio” che abbiamo creato tramite l’attività in piazza. Sono stati con noi Sibel, ragazza di 13 anni originaria del Kosovo, Tamim, ragazzo originario del Bangladesh che frequenta Piazza Garibaldi da quando è in Italia, e Marina, ragazza italiana, di Livorno, che inaspettatamente ci ha fatto sapere che avrebbe partecipato il giorno stesso, rispondendo a un post di Instagram.

Quando la dama era pronta, abbiamo iniziato a giocare. Tamim in maniera inaspettata è stato evidentemente soddisfatto di poter insegnare a me ed Emma (l’altra volontaria) a giocare meglio di come già sapessimo fare. Piano piano abbiamo iniziato a spingerlo a insegnare ai suoi coetanei e ai bambini e alle bambine più piccole, anche se ancora c’è lavoro da fare, dato che testualmente ci ha detto “non so come fate a stare con i bambini”.

Un’altra cosa che per noi è stata bellissima è che man mano che costruivamo la dama e iniziavamo a giocarci, si sono avvicinati sempre più bambini e adolescenti che non avremmo mai pensato avessero un interesse per questo gioco. Abbiamo creato un aggancio che nel tempo porterà a una relazione più forte con quei ragazzi e quelle ragazze, che capiranno come può essere utile e bello aiutare, collaborare, presenziare, e forse in maniera più ampia, fare volontariato.

Giulia Polese, Associazione Il Sestante Solidarietà APS

Guarda il video realizzato dai ragazzi

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