Fiducia e fedeltà le note di stile dell’educatore - Azione Cattolica Italiana

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L’incontro educatori Acr costituisce un ponte tra due momenti importanti del convegno: la veglia di venerdì sera, di cui il tema centrale sarà la vocazione educativa e i miniconvegni tematici del pomeriggio, in cui si rifletterà sulla proposta formativa dentro alcuni aspetti della vita delle persone.

In questo contesto, ci è sembrato importante continuare la riflessione sui “fondamenti” dell’esperienza educativa. Quella al servizio educativo è una chiamata esigente, totalizzante, che merita una risposta consapevole e gioiosa, convinta e appassionata. Abbiamo individuato nella fiducia e nella fedeltà le note di stile che caratterizzano l’essere educatore e la relazione educativa tra educatore e ragazzi.

La fiducia, un’azione che si esplicita nel dono

Nessun percorso educativo può esistere senza la fiducia, essa è allo stesso tempo punto di partenza e arrivo dell’azione educativa: un’azione che si esplicita nella dinamica del dono nei confronti dei piccoli che ci sono affidati e un atteggiamento a cui tendere sempre nella costruzione di un legame maturo e autentico. Si declina nel rapporto educatore – ragazzo; educatore – genitore; educatore – comunità; educatore – territorio; educatore – Dio Padre e si alimenta di reciprocità coinvolgendo, quasi sempre in modo asimmetrico, gli attori di queste relazioni.

La fedeltà, un gioioso, libero, consapevole sì quotidiano

«Dopo la fiducia, viene la fedeltà dell’uomo: la forma più concreta dell’amore è infatti impegnare la propria fedeltà. L’essere fedeli ha all’inizio una libera decisione personale: nella vita di ciascun cristiano c’è il momento del sì radicale al Signore che chiama. Tale decisione, tuttavia, non è possibile relegarla al momento in cui si è presa, senza occuparsene più. Si ripresenta ogni giorno, perché ogni giorno Dio continua a parlare e ad interpellare la decisione dell’uomo, che è sempre a rischio per la fragilità e la debolezza che lo caratterizzano. Per questo la vita cristiana è un cammino.

Essere fedeli, dunque, è un atteggiamento dinamico: a Dio fedele per sempre all’uomo, si risponde con un libero, consapevole, gioioso sì quotidiano. […] Mantenere la fedeltà attraverso il tempo è accettare la pazienza di Dio che ha l’eternità dalla sua parte: così abbandonandosi a Lui, si accetta ogni giorno di ricominciare l’avventura della fede» (Progetto Acr, cap. 9, pp.187-188).

Accompagnati a leggere la realtà

Aiutati dalla preziosa presenza della professoressa Elena Marta, professoressa di Psicologia Sociale e Psicologia di Comunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da don Cristiano Passoni, assistente unitario dell’Azione Cattolica della diocesi di Milano entreremo nel significato profondo che le parole fiducia e fedeltà hanno rispetto al servizio educativo con i ragazzi.

E’ importante lo sguardo con cui l’educatore è chiamato a leggere la realtà che lo circonda, affinché possa accompagnare con speranza e gioia i ragazzi, innescando la fiducia reciproca e l’azione positiva nelle loro vite. La fiducia e la fedeltà partono da un ascolto attento, dall’essere partecipi e prossimi alla vita dell’altro, dal prendersi cura, tutti elementi  che portano a costruire un’esperienza educativa stabile e autentica. In questo contesto gli educatori potranno rileggere la chiamata al servizio educativo nella propria storia, come parte della storia della salvezza e riflettere sulla responsabilità nell’accompagnare i ragazzi per mostrare Cristo, affinché possano decidersi per Lui.

Coordonnées
Federica D'Aleo