Dall'aula al Hub: ridisegnare la scuola per l'Italia del domani

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Il patrimonio edilizio scolastico italiano conta circa 24.000 edifici tra scuole primarie e secondarie di primo grado. Queste strutture, spesso obsolete e utilizzate solo per il 20% del loro tempo potenziale, necessitano di una revisione radicale. Edison NEXT lancia una proposta organica che travalica il mero efficientamento energetico, puntando a una vera “rigenerazione sociale”: trasformare ogni scuola in un polo comunitario polifunzionale, un hub vivo e attivo che funge da punto di riferimento vitale per quartieri e famiglie. Questo piano combina sostenibilità, sicurezza e la creazione di nuovi servizi essenziali

25 Novembre 2025

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Paola Orecchia

Giornalista

Foto di CDC su Unsplash

Le condizioni attuali delle scuole in Italia sono critiche sotto diversi aspetti. Legambiente, nel suo rapporto “Ecosistema Scuola”, evidenzia che solo il 50% delle scuole possiede tutte le certificazioni di sicurezza, meno del 20% degli edifici utilizza fonti rinnovabili, e solo il 7% ha subito interventi di riqualificazione profonda negli ultimi cinque anni. La datazione degli edifici scolastici, con un’età media di 56 anni e picchi oltre 65 anni nelle città del Nord, rende urgente l’intervento su aspetti strutturali, energetici e di dotazione degli spazi. Inoltre, la ridotta saturazione degli edifici, dovuta al calo demografico e all’evoluzione sociale richiede un ripensamento dell’uso degli spazi, che oggi sono utilizzati solo per circa il 20% del loro tempo potenziale, e dei servizi scolastici.

Decarbonizzazione ed evoluzione sociale: il modello di Edison Next

Edison Next, la società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, ha sviluppato un nuovo modello per la scuola primaria e secondaria di primo grado, che, preservando la coerenza con il sistema didattico attuale e la piena proprietà da parte dei comuni, si propone di trasformare questi edifici – oramai obsoleti, con un basso livello di efficientamento, dotazioni carenti e spazi spesso sovradimensionati – in un polo di riferimento innovativo, aperto anche alla comunità, in grado di rispondere ai bisogni delle famiglie moderne, in cui, in quasi il 50% dei casi, entrambi i genitori lavorano e hanno difficoltà a gestire la logistica pomeridiana dei figli.

Questo nuovo modello poggia su due pilastri interconnessi che promettono di sbloccare il futuro della scuola italiana. La prima direttrice è l’atto fondativo: interventi infrastrutturali, di efficientamento energetico e sviluppo del fotovoltaico per l’autoproduzione e l’autoconsumo – anche condiviso attraverso Comunità Energetiche Rinnovabili – di energia green. Si tratta di soluzioni che strapperebbero gli edifici all’obsolescenza, permettendo la creazione di spazi didattici, sportivi e polifunzionali che garantirebbero standard superiori a livello di comfort e sicurezza ineludibile, e introduzione di nuovi servizi, oltre a consentire l’ottimizzazione dei consumi energetici, la riduzione dei costi di gestione e l’incremento della sostenibilità ambientale.

Ma il vero salto di qualità risiede nel secondo asse: la massimizzazione del potenziale. Si tratta di liberare le mura della scuola dalla loro prigione oraria, ripensando radicalmente l’utilizzo degli spazi per trasformarli in risorse vive per l’intera comunità. Estendendo, infatti, l’orario di apertura degli edifici scolastici, coprendo le fasce pomeridiane e parzialmente il periodo estivo, sarebbe possibile abilitare l’erogazione di attività extra didattiche per gli studenti, anche di altri istituti, ma anche di corsi per la comunità in generale.

Giovanni Brianza, CEO di Edison Next, dichiara a FPA: “Sono fortemente convinto che la transizione energetica debba essere un’occasione per far evolvere, anche a livello sociale, i territori. Questo nuovo modello di scuola è un progetto di valenza strategica a livello nazionale, perché, se pensiamo al futuro dei nostri territori e quindi delle giovani generazioni, la scuola è una realtà chiave che deve evolvere di pari passo con la società e con quelle che sono le esigenze delle famiglie contemporanee”.

È noto, infatti, che la maggioranza dei genitori non possano più contare su strutture di aggregazione pomeridiana come gli oratori o sull’aiuto dei nonni: si assiste, difatti, a un incremento nella domanda di servizi quali doposcuola, ludoteche, attività culturali ed educative extra-didattiche. La scuola, ha spiegato Brianza: “Dovrebbe aiutare a gestire queste difficoltà, trasformandosi in un centro innovativo e polifunzionale, aperto anche alla comunità, vicino alle nuove esigenze sociali ed epicentro di quartieri e città più sicuri e sostenibili”.

L’alleanza necessaria: sbloccare i fondi per la scuola del futuro

Per giungere alla piena realizzazione del progetto di riqualificazione e trasformazione della rete scolastica italiana serve un impegno coordinato da parte della PA a tutti i livelli, nazionale e locale. Difatti, è necessario agire su due fronti: accedere a fondi nazionali ed europei per edilizia scolastica, efficientamento energetico e attività sociali integrate e coordinare gli interventi infrastrutturali con la programmazione urbanistica e sociale del territorio.

Sul piano finanziario, ad integrazione dei fondi straordinari del PNRR, l’ordinario Fondo Unico per l’Edilizia Scolastica mantiene un ruolo cruciale per gli interventi indifferibili e urgenti; a tal fine, la recente legislazione (DL PNRR Scuola, convertito in Legge n. 79/2025) ha istituito un Fondo per le emergenze e ha previsto un incremento di 10 milioni di euro annui per il 2025 e il 2026 per il Fondo Unico. A livello locale, l’Avviso CSE 2025 offre un ulteriore contributo a fondo perduto di circa 232 milioni di euro per l’efficienza energetica degli edifici pubblici, incluse le scuole. Per ottimizzare l’attuazione di tutti questi progetti, sono state introdotte essenziali misure di semplificazione, consentendo ad esempio ai soggetti attuatori di comunicare le varianti in corso d’opera (anche per adeguare i progetti al principio DNSH) senza attendere l’autorizzazione preventiva del Ministero, e autorizzando l’utilizzo dei ribassi d’asta da parte di Comuni e Città Metropolitane per fronteggiare l’incremento dei prezzi e raggiungere i target del PNRR. Questo quadro normativo mira non solo a erogare risorse, ma anche a snellire le procedure per garantire un’efficace e rapida transizione del patrimonio edilizio scolastico verso standard di sicurezza e sostenibilità energetica.

Il Decreto ministeriale 22 novembre 2024, n. 235 ha dato accesso a risorse pari a 33.703.000 euro, ma non basta. “Per riuscire a far evolvere la scuola è fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato, anche dal punto di vista degli investimenti- dice a FPA il CEO di Edison Next – Oggi il capitale privato non fluisce sulle scuole perché sono chiuse per la maggior parte del tempo e quindi il privato non è in grado di remunerare il proprio investimento. La scuola deve aprirsi e per farlo ha bisogno di strutture abilitanti – palestre, mense, aule polifunzionali. Si tratta di una grande opportunità per fare sistema: aprire le scuole e usare la transizione energetica per far sì che possano tornare a essere all’avanguardia”.

Edison Next, la scossa energetica e sociale

Le soluzioni proposte dall’azienda prevedono interventi infrastrutturali, in particolare la riqualificazione degli edifici e la creazione di spazi didattici, sportivi e polifunzionali adeguati, oltre a soluzioni di efficientamento energetico e all’installazione di impianti fotovoltaici per far sì che la scuola possa autoprodurre energia rinnovabile da condividere anche con la comunità grazie alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili che coinvolgano scuole, enti locali e cittadini generando un modello di sostenibilità energetica condivisa.

Attraverso queste soluzioni, Edison Next stima che si potrebbe evitare l’emissione in atmosfera di circa 630.000 tonnellate di CO₂ all’anno, oltre a ridurre i consumi energetici della scuola fino al 25%, liberando così risorse per circa 250 milioni di euro all’anno, che potrebbero essere utilizzate per estendere l’orario di apertura e abilitare l’erogazione delle attività extra. Gli investimenti complessivi necessari sarebbero pari a 13 miliardi di euro, che potrebbero essere coperti fino al 50% da capitali privati coinvolti in partenariati pubblico-privati.

Oltre il mattone: la scuola come faro di comunità e resilienza

Non è solo un investimento in mattoni e kilowatt, ma una scommessa sulla prossima generazione. Trasformare i 24.000 edifici obsoleti della nostra rete scolastica è l’atto fondativo per liberare un potenziale inespresso. La scuola potrebbe rinascere come “Hub del Futuro”: un centro nevralgico, vivo oltre l’orario didattico, che offre sostegno concreto alle famiglie e modella una comunità più inclusiva, resiliente e profondamente connessa. Scegliere questo modello significa costruire oggi l’infrastruttura fisica e sociale di cui l’Italia ha bisogno per proiettarsi con fiducia nel domani.

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di Paola Orecchia