Vite di Langa e Roero, il nuovo libro di Carlo Petrini

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Tra le colline di Langa e Roero si intrecciano radici, storie e vite che hanno dato forma a una delle terre più affascinanti d’Italia.

L’ultima pubblicazione del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, scritta a quattro mani con Paolo Tibaldi, attore e narratore, racconta come una civiltà rurale si sia trasformata nel tempo restando fedele alla propria anima, e quanto la forza di un territorio stia nelle persone che lo abitano, nei loro gesti, nella loro memoria.

Dai pioneri del vermouth e dei vini piemontesi ai contadini che hanno saputo leggere la terra con umiltà e ingegno, gli autori accompagnano il lettore in un viaggio che unisce storia, cultura, vino e comunità: dalle corti dei Savoia alle cascine, dalle battaglie per la dignità del lavoro alla nascita di Slow Food, fino alle sfide odierne.

Ne riportiamo di seguito la prefazione.

Carlo Petrini e Paolo Tibaldi

Negli ultimi due secoli le colline di Langhe e Roero hanno attraversato grandi trasformazioni, difficilmente paragonabili a quelle di altre regioni geografiche. Un continuo e intenso processo di evoluzione che, tuttavia, non ha mai modificato i loro connotati culturali. Almeno fino a oggi. Aspre e silenziose, poi sempre più percorse, cercate, raccontate: nelle strade di questi luoghi è nostro intento accompagnare il lettore, qualunque sia il suo passo. Lungi dal voler essere un itinerario di storia locale, si vuole offrire una piccola bussola per capire quei punti di svolta che hanno segnato un prima e un dopo. Alcuni coincisi con i grandi movimenti della Storia, altri in controtendenza e dalle caratteristiche uniche. Tutti però hanno lasciato tracce profonde nel tessuto sociale, culturale ed economico. Per capire quanto siano cambiate le percezioni, basta tornare con la mente a qualche decennio fa. Quando ci chiedevano da dove venissimo, rispondevamo «siamo piemontesi», e se insistevano aggiungevamo un prudente «vicino a Torino», quasi a nascondere l’origine di provincia. Da qualche anno a questa parte dichiariamo esattamente il nome del paese, magari della frazione, da cui proveniamo. Oggi gli interlocutori conoscono perfettamente le nostre colline, un tempo considerate arretrate o “zona depressa”.

Oltre all’elemento di notorietà, si aggiunge una reazione spesso ammirata: «Lì sì che si mangia e si beve bene!». Le Langhe e il Roero sono diventate meta privilegiata per chi cerca sapori ed eccellenze, grazie alle mani e alle intuizioni di chi ne ha compreso il potenziale. Ecco che nelle pagine che seguono troverete come determinati luoghi, persone e avvenimenti abbiano, a più riprese, segnato importanti mutamenti per il territorio.

L’intento è quello di comprendere qualcosa di assolutamente contemporaneo e urgente attraverso la socialità: valore che, in questo contesto, ha permesso più volte alle comunità di risollevarsi andando incontro a una continua evoluzione.

Nei paesi di queste colline i luoghi di ritrovo erano spazi che hanno rappresentato fucine di identità collettiva, pretesti di confronti e idee che oggi chiameremmo “sviluppo”. In quell’insieme sono maturati cambiamenti decisivi, forse ben più estesi dell’enogastronomia che oggi muove turisti e curiosi. Qui si vuole mostrare come la forza collettiva di una comunità viva abbia disegnato traiettorie, e come ancora oggi questa energia sia una lente per leggerle al meglio. In altre parole, la collaborazione ha aiutato la prosperità.

Guardare al passato e raccontare ciò che è stato non significa nutrire sentimenti di mera nostalgia. Al contrario, spalancare una finestra sulle civiltà che ci hanno preceduti insegna la saggezza e il sacrificio, la tempra e le prospettive, le gioie e le ferite. È un invito alla responsabilità. Vivere un luogo significa anche conoscere chi lo ha abitato e ce lo ha consegnato. «Tradizione è custodire un fuoco, non adorare la cenere», scriveva Gustav Mahler. Non è dunque all’enogastronomia fine a se stessa che il progetto pone attenzione; ancor meno vuol essere un esercizio di retorica. Ci siamo concentrati invece sulle grandi metamorfosi della civiltà contadina: dal rilancio di un’economia agricola a inizio Ottocento, per arrivare alle sfide contemporanee. Ogni capitolo – a ben guardare ogni paragrafo – segna un confine storico decisivo.

Nell’elaborazione del libro abbiamo sentito l’esigenza di trovare una dimora alla matassa di storie raccolte nel corso degli anni. Alcune le abbiamo cercate, altre ci sono state donate con discrezione, come si affida un segreto. Tramandarle raccontandole alle nuove generazioni è la finalità, il punto di partenza e di arrivo, affinché una civiltà, il suo mondo e i suoi luoghi non si perdano nella nebbia del tempo.

Scrivere questo libro ha dunque significato dare voce a quel mondo e a quella geografia umana. È un gesto di gratitudine verso chi ci ha regalato memorie, immagini, silenzi. Ma è anche, e forse soprattutto, un atto di responsabilità verso una generazione di giovani che merita di conoscere le radici delle loro stesse vite.

Carlo e Paolo

“Vite di Langa e Roero. Trasformazioni sociali di una civiltà contadina” è disponibile in preordine sullo store di Slow Food Editore (per i soci Slow Food è sempre valido lo sconto del 20%).

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