Aumentano di 3,13 euro mensili le minime, meno di 10 euro al mese quelle da mille euro lordi. Il resto se ne va in tasse. Il taglio di aliquota per le pensioni alte è appena sufficiente a compensare il drenaggio fiscale
Verona, 3 dicembre 2025. “Lo SPI CGIL denuncia con forza che la politica economica del governo continua a colpire in modo selettivo e penalizzante i redditi fissi, mentre mostra una sorprendente tolleranza verso chi evade o elude il fisco. Le scelte contenute nella Legge di Bilancio producono un nuovo e pesante arretramento delle condizioni di vita di milioni di pensionati. Il combinato disposto tra una rivalutazione delle pensioni insufficiente e un taglio delle tasse inefficace e diseguale non garantisce alcun recupero del potere d’acquisto. Al contrario, queste misure confermano e attivano ancora una volta il drenaggio fiscale, il meccanismo per cui i pensionati, pur ricevendo un piccolo aumento nominale, finiscono per restituirne una parte significativa attraverso la tassazione, senza alcun miglioramento reale della loro situazione”.
Così Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona, che illustra il sistema delle rivalutazione delle pensioni, che riserva sorprese poco gradite per i pensionati e le pensionate nel 2026.
Ecco i numeri: come pubblicato in Gazzetta ufficiale del 28 novembre, il Ministero delle Finanze per il 2026 ha stabilito un misero 1,4% di adeguamento delle pensioni all’inflazione 2025 calcolata dall’Istat (perequazione). Questo aumento verrà erogato a partire dal 1° gennaio 2026. Secondo il Ministero tale misura, insieme all’incremento dello 0,8% già riconosciuto nel corso del 2025 a valere sull’inflazione 2024, dovrebbe bastare a mettere al riparo i pensionati e le pensionate dal terribile carovita che affligge il Paese da ormai molti anni. “Si tratta chiaramente di una pia illusione – sottolinea Filice – come sa benissimo chiunque frequenti supermercati, farmacie, ambulatori medici, o abbia a che fare con le bollette e le spese incomprimibili della vita quotidiana. Non solo questa idea è sbagliata, non solo pensionati e pensionate stanno perdendo potere di acquisto, ma così facendo si sta aumentando la pressione fiscale a carico delle classi più deboli!”.
Vediamo ora qualche esempio concreto con dati forniti dall’ufficio nazionale dello Spi Cgil:
– Per effetto dell’adeguamento dell’1,4% una pensione integrata al minimo passa da 603,40 euro mensili del 2025 a 611,85 euro mensili del 2026 (+8,45 euro). In realtà le minime beneficiano anche del cosiddetto “incremento transitorio”, misura temporanea decisa di anno in anno dalla Legge di Bilancio. Per il 2026 l’aumento transitorio è dell’1,3% in riduzione rispetto al 2025 quando fu “eccezionalmente” del 2,2%. In breve, il trattamento minimo passa da 616,67 euro del 2025 (603,40 + 2,2%) a 619,80 euro del 2026 (611,85 +1,3%) con un aumento netto reale di appena 3,13 euro mensili!
– Portandoci al di sopra della no tax area, che per le pensioni è di 8.500 euro, vediamo che le rivalutazioni vengono in buona parte riassorbite dal pagamento dell’Irpef (drenaggio fiscale) che picchia più duro proprio sui redditi più bassi. Per esempio, una pensione da 1.000 euro lordi (898,10 euro netti) nel 2026 diventa di 1.014 euro (+14 euro/mese) ma, al netto dell’Irpef, l’aumento si riduce a soli 9,88 euro mensili. Il calcolo è peraltro ottimistico, non tenendo conto delle addizionali, regionale e comunale, che limano ulteriormente l’aumento netto.
– Una pensione da 1.500 euro lordi (1.250,92 netti) nel 2026 diventerà di 1.521 euro (+21 euro) ma, al netto dell’Irpef, l’incremento sarà soltanto di 14,82 euro mensili. Una pensione di 2.400 euro lordi (1.864,47 netti) nel 2026 diventerà di 2.433,60 euro (+33,60 euro mensili) ma, al netto dell’Irpef, l’aumento si fermerà a 26,37 euro mensili.
– E ora arriviamo alla soglia della nuova aliquota Irpef del 33% (al posto del 35%) per gli scaglioni di reddito da 28 mila a 50 mila euro: una pensione da 2.800 euro lordi (2.111,74 netti) nel 2026 diventerà di 2.838,66 euro (+38,66 euro mensili) ma al netto dell’Irpef l’incremento si fermerà a 37,59 euro mensili. Vale a dire che, in questo caso, il taglio dell’aliquota non è neanche sufficiente a coprire il drenaggio fiscale. Avrà un beneficio netto soltanto chi nel 2025 percepisce una pensione lorda di almeno 3.200 euro mensili lordi (2.359,01 netti): nel 2026 verrà rivalutata a 3.243,32 euro (+43,32 euro al mese) mentre il netto, per effetto del taglio dell’aliquota, sarà di 48,57 euro, 5 euro in più.
“È quindi evidente che una quota non trascurabile della rivalutazione finisce per essere assorbita dal fisco, trasformando la perequazione non in un reale ripristino del potere d’acquisto, ma in un meccanismo che contribuisce soprattutto al recupero del gettito fiscale eroso dall’inflazione” dichiara il Segretario Filice. Dalla tabella inoltre si vede che l’aliquota fiscale media (derivante cioè dall’applicazione dell’aliquota di legge al 23%, 33% o 43% a seconda dello scaglione, al netto delle detrazioni da redditi da pensione) sta crescendo per le fasce di reddito più basse.
RIVALUTAZIONE 2022-2026. Possiamo infine apprezzare il prodotto di questa politica fallimentare negli ultimi 4 anni: dal 2022 al 2026 la perequazione ha riconosciuto adeguamenti lordi in recupero dell’inflazione per un 16,46% per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (il 16,46% è proprio l’inflazione accumulata calcolata dall’Istat per il periodo di riferimento). Solo in parte questa percentuale si è tradotta in aumenti reali. Dalla tabella sottostante, elaborata sempre dallo Spi Cgil nazionale, si può vedere chiaramente che per le pensioni da 800 a 1.000 euro lordi mensili ciò che è rimasto nelle tasche dei pensionati e delle pensionate è soltanto il 12,27% o il 12,93% netto, vale a dire che circa un quarto dell’adeguamento se n’è andato con il drenaggio fiscale. Sono andate meglio le pensioni da 1.500/2.000 euro lordi che hanno ricevuto un adeguamento reale di poco inferiore al 15%. Si conferma insomma che, malgrado il meccanismo di perequazione, il potere di acquisto di pensionate e pensionati viene da anni costantemente eroso da un sistema disattento che non si mette dalla parte di pensionate e pensionati ma pensa a tutt’altro. E’ necessario un intervento di riequilibrio strutturale, ad esempio un aumento delle detrazioni fiscali o una defiscalizzazione degli adeguamenti.
Conclude il segretario Spi Cgil Verona Adriano Filice: “È ormai evidente che l’attuale impostazione fiscale, basata quasi esclusivamente sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, è insufficiente e ingiusta. Se il Paese vuole davvero trovare le risorse necessarie per sanità, welfare, casa e non autosufficienza, deve finalmente rivolgersi a chi oggi contribuisce meno: grandi patrimoni, rendite finanziarie, extraprofitti e ricchezze accumulate. Continuare a chiedere sacrifici solo a lavoratori e pensionati non è più sostenibile né socialmente né economicamente. Lo SPI CGIL rivendica con forza una riforma fiscale equa, progressiva e capace di far pagare tutti, non sempre gli stessi.
Come verranno rivalutate le pensioni nel 2026. Benefici reali.
| Importo 2025 Lordo (euro) | Importo 2025 Netto | Aliquota media pagata nel 2025 | Importo 2026 Lordo (euro) | Importo 2026 Netto | Aliquota media pagata nel 2026 | Adeguamento Lordo (euro) | Adeguamento Netto (euro) | Differenza di aliquota |
| 1.000,00 | 898,10 | 10,19% | 1.014,00 | 907,98 | 10,46% | 14,00 | 9,88 | 0,27% |
| 1.500,00 | 1.250,92 | 16,61% | 1.521,00 | 1.265,74 | 16,78% | 21,00 | 14,82 | 0,18% |
| 2.400,00 | 1.864,47 | 22,31% | 2.433,60 | 1.890,84 | 22,30% | 33,60 | 26,37 | -0,01% |
| 2.800,00 | 2.111,74 | 24,58% | 2.838,66 | 2.149,34 | 24,28% | 38,66 | 37,59 | -0,30% |
| 3.200,00 | 2.359,01 | 26,28% | 3.243,32 | 2.407,58 | 25,77% | 43,32 | 48,57 | -0,51% |
Come sono state rivalutate le pensioni tra il 2022 e il 2026. Benefici reali.
| Importo Pensione 2022 | Adeguamento 2023 (+8,1%) | Adeguamento 2024 (+5,4%) | Adeguamento 2025 (+0,8%) | Adeguamento 2026 (+1,4%) | Aumento Complessivo (Lordo) 2022-2026 | Aumento Complessivo (Netto) 2022-2026 | |||||
| Lordo | Netto | Lordo | Netto | Lordo | Netto | Lordo | Netto | Lordo | Netto | ||
| 550 | 550 | 595 | 595 | 627 | 627 | 632 | 632 | 641 | 641 | 16,46% | 16,46% |
| 800 | 757 | 865 | 803 | 912 | 836 | 919 | 841 | 932 | 850 | 16,46% | 12,27% |
| 1000 | 898 | 1081 | 955 | 1139 | 996 | 1149 | 1003 | 1165 | 1014 | 16,46% | 12,93% |
| 1500 | 1244 | 1622 | 1327 | 1709 | 1398 | 1723 | 1408 | 1747 | 1425 | 16,46% | 14,56% |
| 2000 | 1591 | 2162 | 1701 | 2279 | 1790 | 2297 | 1801 | 2329 | 1824 | 16,46% | 14,68% |
| 2500 | 1906 | 2672 | 2013 | 2795 | 2109 | 2817 | 2122 | 2856 | 2160 | 14,22% | 13,32% |
| 3000 | 2215 | 3129 | 2295 | 3218 | 2370 | 3243 | 2386 | 3287 | 2435 | 9,92% | 9,56% |
| 4000 | 2826 | 4152 | 2913 | 4258 | 2993 | 4289 | 3011 | 4343 | 3076 | 8,58% | 8,83% |