Partecipazione alta, confronto di qualità e un messaggio condiviso: serve una revisione efficace delle regole che governano i beni collettivi e un impegno comune per rafforzare il ruolo delle Università Agrarie nei territori.
La tavola rotonda che si è svolta venerdì 5 dicembre 2025 a Canale Monterano ha confermato l’urgenza di affrontare con visione e metodo le trasformazioni in corso, aprendo una fase nuova nel percorso che porterà agli Stati Generali delle Università Agrarie del 2026.
L’incontro, promosso dall’Università Agraria di Canale Monterano con la collaborazione della Fondazione Ecosistemi, ha visto la presenza — e soprattutto l’ascolto reciproco — dei principali attori istituzionali e tecnici impegnati nella gestione dei domini collettivi e degli usi civici: dirigenti regionali, rappresentanti di ARSIAL, docenti universitari, autorità commissariali, enti territoriali e gestori delle risorse naturali. Un panel che ha garantito una discussione approfondita e multidisciplinare.
Il dibattito ha evidenziato come la Legge 168/2017, oggi riferimento fondamentale per i domini collettivi, necessiti di interpretazioni coordinate e strumenti applicativi più chiari. Le questioni aperte riguardano non solo la natura giuridica dei beni collettivi, ma anche la gestione forestale, il recupero dei pascoli, la pianificazione territoriale e il ruolo delle Università Agrarie come enti capaci di generare valore ecologico, economico e sociale.
Molte delle criticità discusse derivano dall’evoluzione del contesto: cambiamenti climatici sempre più impattanti, pressione sulle risorse, necessità di filiere locali resilienti e crescente richiesta di trasparenza da parte delle comunità. Temi che hanno riportato al centro l’importanza di statuti aggiornati, procedure più semplici e modelli di governance capaci di rispondere alle nuove dinamiche territoriali.
Uno degli elementi più significativi emersi dall’incontro è stato proprio il clima di collaborazione.
La presenza congiunta di Regione, enti territoriali, mondo accademico, magistratura degli usi civici e Università Agrarie ha permesso un confronto equilibrato, nel quale ciascun attore ha portato competenze e visioni complementari.
Dalla gestione operativa quotidiana fino alla cornice normativa generale, tutti hanno concordato sull’esigenza di lavorare a un quadro regolatorio più funzionale, capace di sostenere lo sviluppo di agricoltura, allevamento, attività silvo-pastorali e tutela del paesaggio.
La tavola rotonda ha registrato una partecipazione “sentita”, con numerosi interventi dal pubblico, in particolare da parte di Presidenti e rappresentanti delle Università Agrarie del territorio. Un segnale doppio: la materia è complessa, ma il desiderio di essere protagonisti della riforma è forte.
Il momento conviviale finale — con prodotti locali — ha rafforzato quel senso di comunità che rappresenta da sempre l’essenza stessa dei beni collettivi.
Verso gli Stati Generali 2026
L’incontro del 5 dicembre non è stato un punto di arrivo, ma un tassello decisivo del percorso “Venti di GPP, verso Compraverde +20”. L’obiettivo è chiaro e condiviso: revisionare le regole dove necessario e applicare pienamente quelle esistenti, per dare nuova operatività a un patrimonio collettivo che deve continuare a generare valore ambientale, sociale ed economico.
Il 2026 sarà l’anno della sintesi: agli Stati Generali delle Università Agrarie confluiranno analisi, proposte e linee di riforma maturate nel corso degli incontri territoriali.